Taoismo: differenze tra le versioni

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tempio appartenente alla religione popolare cinese ed alla corrente dei maestri del cielo. poco quindii attinente ad una voce che tenterebbe di spiegare il pernsiero filosofico taoista
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Non tollerare la reificazione, significa intendere l'attività pratica e la "crescita personale", superiori all'intellettualizzazione ed alla concettualizzazione filosofica. Si può quindi, essere daoisti senza avere necessariamente una definizione ed esplicazione di cosa sia il dao. Esso rifiuta quindi l'idea che una via non sia percorribile senza una concettualizzazione coerente.<ref>{{Cita|Pregadio|vol 1 p. 305}}.</ref>
Per il mondo cinese un Dio creatore sopramondano, di carattere personale è inconcepibile. Ne consegue che nella cultura cinese non esiste un'ascesi orientata sulla antitesi tra Dio e creatura<ref name="Weber 1982 p. 245">{{Cita|Weber 1982|p. 245}}.</ref>.<br>
 
{{senza fonte|Il concetto di causalità è assente nel pensiero originario cinese.; da questo ne segue l'assenza di una idea di Dio come primum movens. Ovviamente l'entrata in Cina del Buddhismo (verso il I secolo d.C.) ha modificato di non poco questo atteggiamento tipico (si pensi infatti all'idea di [[Karma]]).}} <br>
 
{{senza fonte|Anche l'dea di libertà non è stata elaborata dal punto di vista concettuale; essi hanno però elaborato la disponibilità. Ad esemplio lo [[I Ching]] deve essere utilizzato non per il singolo, ma per il bene comun. Il mio Bene può essere messo da parte se fa il Bene a tutto.}}
 
Il daoismo (in particolare quello dei due principali maestri) tende a non dare chiari codici comportamentali, (a differenza ad esempio del confucianesimo) ritenendo che la [[#La spontaneità|spontaneità]] sia la miglior guida. Tuttavia se «vivere il taoismo significa accettare il caos [...], non legittima la licenziosità, l'arroganza, la violenza, la sopraffazione, uno stato di natura per cui "tutto va bene"»<ref name="Arena 1996 pp. 28-29">{{Cita|Arena 1996|pp. 28-29}}.</ref>