Centro storico di Genova: differenze tra le versioni

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rb, basta con questa bufala, se ne è già discusso abbondantemente e le fonti ci sono a cominciare dall'intervista all'allora assessore http://civis.comune.genova.it/gabrielli.htm
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Il '''centro storico di Genova''' è il [[Centro storico|nucleo della città vecchia]] organizzato nel [[dedalo]] di vicoli ([[caruggi]]) di origine [[medioevo|medievale]] che si sviluppa - da est ad ovest - dalla [[Carignano (Genova)|collina di Carignano]] alla [[stazione ferroviaria di Genova-Principe|stazione FS di Genova Piazza Principe]], a ridosso di quello che era il [[Palazzo del Principe]], residenza dell'ammiraglio [[Andrea Doria]]. Urbanisticamente la zona fa parte del [[Municipi di Genova|Municipio I Centro-Est]].
 
In considerazione dell'estensione del nucleo originale di 1,13&nbsp;km² (ossia 113 ettari, la superficie dei quartieri di Prè-Molo-Maddalena<ref name=pianocivis>[http://civis.comune.genova.it/piano_operativo/ Il Piano Operativo per il Centro Storico], schede [http://civis.comune.genova.it/piano_operativo/004_2002.pdf 004_2002 URBAN II: Centro Storico] e [http://civis.comune.genova.it/piano_operativo/025_2002.pdf 025_2002 L'edilizia privata in Centro Storico], dal sito del comune di Genova</ref>), {{chiarire|viene talvolta ritenuto|da chi?}} il centro storico antico maggiormente esteso d'[[Europa]]. In realtà questa può essere considerata una [[leggenda metropolitana]], in quanto risulta meno esteso, ad esempio<ref name=civis>[http://civis.comune.genova.it/gabrielli.htm "Il centro storico: da freno a opportunità"], approfondimento di Bruno Gabrielli, assessore alla qualità urbana, dal sito del Comune di Genova</ref> di [[Roma]] (1.430 ettari)<ref name="Comune di Roma">[http://www.comune.roma.it/was/repository/ContentManagement/node/N1022151320/Delib.%20n.%2011%20%20ALLEGATI%20%20%20Piano%20Regolatore%20Sociale.pdf "Comune di Roma, Municipio Roma centro storico, Piano regolatore 2008 - 2010"], dal sito del Comune di Roma, p. 10</ref> e [[Napoli]] (quest'ultimo, con i suoi 1.700 ettari, il maggiore)<ref name="Napoli 2,0">[http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11019 Comune di Napoli]</ref>.
L'elevata densità dei palazzi, soprattutto dopo l'enorme crescita edilizia iniziata con il [[XVIII secolo]], ne fa comunque uno dei centri storici con la maggiore densità abitativa: nell'area più antica (comprendente anche la zona portuale) vivono circa 23.000 abitanti, distribuiti in 2305 corpi edificati (valore al 1999) su una volumetria di circa 10 milioni di [[Metro cubo|metri cubi]].<ref name=pianocivis /><ref name="civis">[http://civis.comune.genova.it/gabrielli.htm "Il centro storico: da freno a opportunità"], approfondimento di Bruno Gabrielli, assessore alla qualità urbana, dal sito del Comune di Genova</ref> È da notare comunque che l'attuale territorio comunale nasce dalla fusione, avvenuta a più riprese a partire dalla seconda metà del XIX secolo, della Genova storica con i comuni e le cittadine adiacenti (ora quartieri), alcuni dei quali dotati di propri centri storici più o meno antichi e urbanisticanente rivoluzionati negli anni.
 
L'elevata densità dei palazzi, soprattutto dopo l'enorme crescita edilizia iniziata con il [[XVIII secolo]], ne fa comunque uno dei centri storici con la maggiore densità abitativa: nell'area più antica (comprendente anche la zona portuale) vivono circa 23.000 abitanti, distribuiti in 2305 corpi edificati (valore al 1999) su una volumetria di circa 10 milioni di [[Metro cubo|metri cubi]].<ref name=pianocivis /><ref name="civis">[http://civis.comune.genova.it/gabrielli.htm "Il centro storico: da freno a opportunità"], approfondimento di Bruno Gabrielli, assessore alla qualità urbana, dal sito del Comune di Genova</ref> È da notare comunque che l'attuale territorio comunale nasce dalla fusione, avvenuta a più riprese a partire dalla seconda metà del XIX secolo, della Genova storica con i comuni e le cittadine adiacenti (ora quartieri), alcuni dei quali dotati di propri centri storici più o meno antichi e urbanisticanente rivoluzionati negli anni.
 
Le grandi operazioni urbanistiche portate avanti dalla prima metà del XIX secolo fino ad oltre la metà del XX (difficilmente replicabili oggi, dato il maggior interesse alla tutela dei quartieri storici da parte della pubblica amministrazione), unite ai danni avvenuti durante la [[seconda guerra mondiale]] (molti degli edifici antichi sono andati distrutti durante i [[Bombardamento|bombardamenti]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]]), hanno in parte stravolto il tessuto originario del centro storico. Poco meno di un quarto degli edifici (23,5%) risale al [[dopoguerra]] o ad anni successivi.<ref name=civis/>
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Tra il [[641]] e il [[643]] il re longobardo [[Rotari]] conquista la Liguria e assalta, tra le altre, la città di Genova, saccheggiandola e incendiandone alcune zone, e probabilmente distruggendo le mura già presenti<ref>Alberta Bedocchi, Emanuela Profumo, ''I caruggi di Genova'', [[Newton Compton Editori]], ISBN 978-88-541-0929-2, pp. 11, 14</ref>, sulla cui effettiva esistenza, estensione e posizione in questo periodo storico, non c'è tuttavia opinione condivisa tra gli studiosi. Secondo diversi storici erano infatti presenti opere difensive, precedenti a quelle sulla cui esistenza c'è certezza (dovuta ai resti visibili o alla documentazione storica), fin dal tempo dei primi insediamenti preromani, ma per nessuna di queste fortificazioni vi sono prove certe dell'effettiva esistenza e dell'eventuale posizione ed estensione<ref>A cura di Piera Melli, ''La città ritrovata, Archeologia urbana a Genova 1984-1994'', p. 42, Tormena Editore, 1996, ISBN 88-86017-62-6</ref>.
 
A seguito dell'annessione al regno longobardo il vescovo [[Forte di Milano|Forte]] fugge dalla città, riparando presso il [[Papa]] a Roma, e sarà il suo successore, [[San Giovanni Bono]] (discendente di una famiglia nobile del [[golfo Paradiso]]<ref>"''il G. sarebbe nato a Camogli, da una nobile famiglia originaria della valle di Recco''" ", dalla [http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-giovanni_%28Dizionario-Biografico%29/ voce su Giovanni Bono], dal [[Dizionario biografico degli italiani]], Volume 55 (2001), riportata dal sito web dell'[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]]</ref>), a riportare la sede della curia di Milano nella città di origine, anche se sulla data dell'allontanamento da Genova di Forte e di questo trasferimento non c'è univocità nelle fonti.<ref>In Aldo Padovano, Felice Volpe, ''La grande storia di Genova - Volume primo'', Artemisia Progetti Editoriali, 2008, ISBN 978-88-6070-021-6, p. 117, 110 e 111 il saccheggio di Genova e la conseguente fuga di [[Forte di Milano|Forte]] vengono attestate nel 643 e il trasferimento della curia nel 655, con il trasporto di alcune reliquie appartenenti al corpo di [[Siro di Genova|san Siro]] a [[Desio]]. Secondo la [http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-giovanni_%28Dizionario-Biografico%29/ voce sul vescovo Giovanni Bono] del [[Dizionario biografico degli italiani]] l'avvicendamento tra Forte e Bono sarebbe avvenuto "''probabilmente intorno all'anno 641, al soglio episcopale dopo la morte del suo predecessore Forte''", con Bono già residente da tempo in Milano, dove sarebbe morto nel 651, anche se fonti tradizionali ne attesterebbero (erroneamente) la morte nel 669. La cronotassi [http://www.chiesadimilano.it/arcivescovo-span-class-caret-aria-hidden-true-span/vescovi-precedenti/vescovi-nella-storia-dal-iii-secolo-ai-giorni-nostri/le-origini-della-chiesa-di-milano-br-anatalo-primo-vescovo-nel-iii-secolo-1.23053 sul sito della diocesi di Milano] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160523030216/http://www.chiesadimilano.it/arcivescovo-span-class-caret-aria-hidden-true-span/vescovi-precedenti/vescovi-nella-storia-dal-iii-secolo-ai-giorni-nostri/le-origini-della-chiesa-di-milano-br-anatalo-primo-vescovo-nel-iii-secolo-1.23053 |data=23 maggio 2016 }} riporta il 641 come data di passaggio del titolo di vescovo tra Forte e Bono, senza specificare quando la curia tornò a Milano, mentre il [https://web.archive.org/web/20150707233533/http://www.chiesadigenova.it/home_page/diocesi/00362156_Storia.html vecchio sito web della diocesi di Genova] si limitava a riportare che "''Dalla metà del VII secolo san Giovanni Bono ritornò alla sede lombarda.''". [[Federico Donaver]], storico genovese, nella sua ''Storia della repubblica di Genova '' (1890) data il trasferimento della curia nel 645 ad opera di Giovanni Bono.</ref>.
 
[[File:Genova-Centro storico-Via della Maddalena-DSCF7479.JPG|thumb|left|Via della Maddalena al pomeriggio. La via, la vicina piazza e l'[[Maddalena (Genova)|omonimo sestiere]] prendono il nome dall'antica [[Chiesa di Santa Maria Maddalena (Genova)|chiesa di Santa Maria Maddalena]], presente in zona da prima dell'anno mille. Solo nel [[XII secolo]], con la costruzione delle [[Mura di Genova#Le mura del Barbarossa|mura del Barbarossa]], la zona venne inclusa all'interno della cinta difensiva dell'area urbana.<ref name= rollimaddalena>[http://www.irolli.it/chiesa_genova/6/chiesa-di-santa-maria-maddalena.html La chiesa di Santa Maria Maddalena sul sito www.irolli.it]</ref>]]