Patto di astensione: differenze tra le versioni

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== Il patto ==
{{Approfondimento
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|titolo = Testo del comunicato stampa|contenuto=
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<div style="font-size: 90%">
|contenuto = Le case MOTO GUZZI – MOTO GILERA – MONDIAL,<br/> al termine di un'annata sportiva che ha visto riaffermato nel modo più convincente l’alto livello dell’industria motociclistica italiana, che ha conquistato ancora una volta i titoli di Campione del Mondo per le macchine e i piloti di quattro categorie, hanno preso in esame la situazione e le prospettive dell’attività sportiva constatando:<br/>- che le vittorie conquistate, indiscutibilmente probanti per i risultati tecnici conseguiti, non hanno avuto all’estero termini di confronto per l’assenza delle industrie degli altri paesi, mentre in Italia tutte le competizioni si sono svolte in un clima di continue incertezze e difficoltà dovute a particolari orientamenti delle autorità e di talune sfere dell’opinione pubblica;<br/>- che le prestazioni delle moto da corsa hanno raggiunto ormai livelli di rendimento tali da rendere perplessi di fronte al rischio per i corridori ed alea per i risultati che le case si propongono.<br/>Le case suddette pertanto si sono trovate d’accordo nel proposito di astenersi a partire dal 1958 e fino ad eventuale altra decisione dal partecipare sia direttamente sia indirettamente alle corse, riservando il loro migliore interessamento ed appoggio alle manifestazioni che siano indette su formule non basate sulla velocità.<br/>Il ritirarsi, dopo tanti anni di appassionato agonismo, che fu prodigo di successi e risonanze per l’industria italiana, se è motivo di vivo rammarico, corrisponde alla ferma volontà di assecondare per l’avvenire una più intensa propaganda per valorizzare i pregi di un impareggiabile mezzo di lavoro e di svago. Tutto questo nel quadro di una circolazione più disciplinata e di fronte alla necessità di adottare orientamenti di produzione che consentano all’industria motociclistica italiana di primeggiare ancora in altre e non meno ardue competizioni: quelle imposte dal Mercato Comune Europeo.<br/>Le case rivolgono un pensiero riconoscente ai Campioni che sono caduti nel nome dello sport motociclistico e a tutti i piloti, i tecnici e le maestranze che hanno contribuito per decenni a dare all’Italia, attraverso una collana di Fulgide vittorie sulle piste di tutto il mondo, una indiscussa superiorità tecnica e sportiva.</div>
}}
Viste le previsioni tutt'altro che rosee, le case motociclistiche decisero di porre fine alle forti spese comportate dall'impegno nelle corse di velocità, ritenendo che il ritorno in termini di prodotti venduti fosse palesemente insufficiente a compensarle, nonostante l'incontrastato predominio mondiale dimostrato dalle case italiane in quegli anni.
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Per avere un'idea dell'impegno di spesa, basti pensare che il reparto corse della Moto Guzzi comportava un costo di 235 milioni di [[Lira italiana|lire]], pari a circa 30 milioni di [[Euro]], in un'epoca nella quale ancora non esisteva il sistema di sponsorizzazione ed i connessi introiti.
 
In un primo tempo anche la [[MV Agusta]] aderì all'iniziativa, ma al momento di rendere pubblica la decisione si ritirò dal sodalizio, preferendo proseguire nell'attività sportiva, seppure in forma ridotta.
 
Il comunicato stampa, poi passato alla storia come "patto di astensione", venne fatto pervenire alle redazioni dei giornali all'indomani del [[Gran Premio motociclistico d'Italia|Gran Premio delle Nazioni]] disputatosi a [[Monza]], gara conclusiva del [[Motomondiale 1957]], nel quale tutte le classi erano state conquistate da case italiane: la [[classe 125]] e la [[classe 250]] dalla Mondial, la [[classe 350]] dalla Moto Guzzi e la [[classe 500]] dalla Gilera.