Milza: differenze tra le versioni

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* riserva: essa è in grado di immagazzinare una notevole quantità di monociti (uno studio del 2009 ha dimostrato che la milza dei mammiferi è in grado di ospitare oltre il 50% dei monociti del corpo)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Filip K.|cognome=Swirski|data=2009-07-31|titolo=Identification of Splenic Reservoir Monocytes and Their Deployment to Inflammatory Sites|rivista=Science (New York, N.Y.)|volume=325|numero=5940|pp=612–616|accesso=2017-12-07|doi=10.1126/science.1175202|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2803111/|nome2=Matthias|cognome2=Nahrendorf|nome3=Martin|cognome3=Etzrodt}}</ref> e una notevole quantità di sangue venoso;
* emopoietica: questa funzione è esclusiva della vita embrionale, dove la milza costituisce un organo temporaneo capace di generare le cellule della linea emopoietica.<ref name=":0" />
La milza in un paziente sano non è palpabile<ref name="balboni511">Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 511|Anastasi}}</ref> in quanto rimane coperta dalle coste<ref>La milza, essendo sottodiaframmatica, non è da considerarsi contenuta nella gabbia toracica la quale, per definizione, è la regione racchiusa fra le coste, delimitata dal rachide posteriormente, dallo sterno anteriormente e dal diaframma inferiormente. cfr {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 132|Anastasi}}</ref>; essa può essere invece ben apprezzata in condizioni patologiche che inducano splenomegalia (ad esempio malattie da protozoi come la [[malaria]], la [[Leishmaniosi umana|leishmaniosi]] e il [[trypanosoma]]).
 
Verifiche sperimentali su [[apnea|apneisti]] volontari hanno mostrato che la milza, a seguito dell'apnea, presenta una sensibile riduzione dello spessore, per poi tornare a dimensioni normali in seguito. È stata avanzata quindi l'ipotesi che questa contrazione sia legata al meccanismo dello [[Riflesso di immersione|scostamento ematico]] che si verifica nel caso di apnee prolungate. Nei [[mammiferi marini]] la milza è, a differenza dell'uomo, molto più grande proporzionalmente (fino a 7% del peso corporeo), probabilmente per via di un adattamento alla vita marina per affrontare più agevolmente apnee prolungate grazie alle riserve di sangue contenute in quest'organo<ref>{{cita web|url=http://www.mondomarino.net/articoli/index.asp?p=8&view=dett&idu=132|titolo=Apnea|autore=Lorenzo Messina|accesso=17/11/2009}}</ref>.