Storia di Napoli: differenze tra le versioni

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Nel [[1737]] Carlo affidò a [[Giovanni Antonio Medrano]] e ad [[Angelo Carasale]] il compito di costruire un grande teatro d'opera, che avrebbe dovuto sostituire il [[Teatro San Bartolomeo]]. L'edificio fu edificato in circa sette mesi, dal marzo all'ottobre, e fu inaugurato il 4 novembre, [[onomastico]] del re, da cui prese il nome di [[Real Teatro di San Carlo]]<ref>{{cita web|url= https://www.teatrosancarlo.it/it/|titolo= Teastrosancarlo, ''Teatro di San Carlo''}}</ref>. L'anno seguente Carlo commissionò agli stessi architetti, affiancati questa volta da [[Antonio Canevari]], la costruzione delle regge di [[Reggia di Portici|Portici]] e di [[Museo di Capodimonte|Capodimonte]]. La prima fu per anni la residenza preferita dei sovrani, mentre la seconda, concepita inizialmente come casino di caccia per la [[Parco di Capodimonte|vasta area boscosa circostante]], fu in seguito destinata a ospitare le opere d'arte farnesiane che Carlo aveva trasferito da [[Parma]].
 
In un'area più al riparo da attacchi da mare (vedi [[spedizione navale britannica contro Napoli del 1742]]), nelnella luogopiana dove sorgeva il vicino borgo medievale di [[casertavecchia]], decise oltremodo di erigere una reggia che potesse rivaleggiare in magnificenza e imponenza con la francese [[reggia di Versailles|Versailles]] o la viennese [[Castello di Schönbrunn|Schönbrunn]]<ref>{{cita web|url= https://www.sapere.it/sapere/strumenti/domande-risposte/storia-civilta/quando-edificata-reggia-caserta.html|titolo= Sapere, ''Quando è stata edificata la Reggia di Caserta?''}}</ref>.
 
Ancora, in questo periodo al Vanvitelli fu assegnato il compito di disegnare anche il Fòro Carolino (oggi [[piazza Dante (Napoli)|piazza Dante]], all'epoca chiamata largo del Mercatello). Il Fòro Carolino fu costruito a forma di [[emiciclo]] e cinto da un colonnato, alla cui sommità furono poste ventisei statue raffiguranti le virtù di re Carlo, alcune delle quali scolpite da [[Giuseppe Sanmartino]]<ref>Michelangelo Schipa, ''Il regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone'', Napoli, Stabilimento tipografico Luigi Pierro e figlio, 1904 p. 372</ref><ref>{{cita web|url= https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-sammartino/|titolo= Treccani, ''Giuseppe Sanmartino''}}</ref>. La nicchia centrale del colonnato avrebbe dovuto ospitare una statua equestre del sovrano, mai realizzata. Sul piedistallo furono incise iscrizioni di [[Alessio Simmaco Mazzocchi]].