Eugenio Scalfari: differenze tra le versioni

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Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal [[Partito Socialista Italiano]]: alle [[Elezioni politiche italiane del 1968|elezioni politiche del 1968]] Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del [[Partito Socialista Italiano|PSI]], segreteria [[Giacomo Mancini|Mancini]], mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari, che era stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato fino al [[1972]]<ref>{{Cita web |url=http://storia.camera.it/deputato/eugenio-scalfari-19240406#nav |titolo=Eugenio Scalfari / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=20 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150425161615/http://storia.camera.it/deputato/eugenio-scalfari-19240406#nav |dataarchivio=25 aprile 2015 |urlmorto=no }}</ref>. Nel 1968, dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de ''L'Espresso''.
 
Nel 1971 sottoscrive la [[Lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli|lettera aperta a ''L'Espresso'']] contro il commissario [[Luigi Calabresi]]. Nel 2017, dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore"<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/politica/2017/05/20/news/il_commissario_calabresi_e_quella_firma_del_1971-165894165/|titolo=Il commissario Calabresi e quella firma del 1971|cognome=|nome=|accesso=9 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170608230611/http://www.repubblica.it/politica/2017/05/20/news/il_commissario_calabresi_e_quella_firma_del_1971-165894165/|dataarchivio=8 giugno 2017|urlmorto=no}}</ref>.
 
In quegli anni critica accanitamente le manovre di [[Eugenio Cefis]], prima presidente dell'[[ENI]] e poi di [[Montedison]], appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu nel 1971 [[Michele Sindona|Sindona]] nel suo scontro con [[Mediobanca]] per il controllo di [[Bastogi (azienda)|Bastogi]]<ref>Fabio Tamburini, Un siciliano a Milano, Longanesi, da ultimo citato da Ferruccio de Bortoli su ((http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_14/debortoli-attacchi-corriere_401507c8-b888-11de-9ba8-00144f02aabc.shtml {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091017013556/http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_14/debortoli-attacchi-corriere_401507c8-b888-11de-9ba8-00144f02aabc.shtml |date=17 ottobre 2009 }})).</ref>. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da [[Giuseppe Turani]] nel 1974, ''[[Razza padrona]]''.