Principato adottivo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m Annullate le modifiche di 2.34.71.171 (discussione), riportata alla versione precedente di Phantomas
Etichetta: Rollback
Riga 1:
{{F|diritto romano|settembre 2009}}
{{S|diritto romano}}
Il '''Principato adottivo''' fu un metodo di [[successione (diritto)|successione]] utilizzato nell'[[antica Roma]] dagli [[Imperatore romano|Imperatori romani]] [[Marco Cocceio Nerva|Nerva]], [[Traiano]], [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] ed [[Antonino Pio]], anche se già con Galba si incomincia a parlare della necessaria scelta di un successore e consisteva nel scegliere (e di conseguenza adottare) una persona al di fuori dell'ambito familiare, permettendo così la nomina dell'uomo ritenuto più idoneo a governare.
 
== Origine ==
 
 
Il vecchio senatore Marco Cocceio Nerva, una volta eletto imperatore, si dedicò intensamente al risanamento della situazione agricola romana, colpita da una grave crisi. Durante i suoi due anni di governo (dal 96 al 98 d.C.) Nerva adottò come figlio Marco Ulpio Traiano. La politica interna di Traiano fu incentrata sullo sviluppo delle risorse economiche italiane; per favorire la ripresa dell'agricoltura, l'imperatore impose ai membri del Senato di investire almeno un terzo del loro patrimonio nelle attività italiche tese allo sviluppo del lavoro dei campi. Inoltre, per migliorare l'unità di tutto l'impero, estese i diritti di cittadinanza nelle varie provincie, promosse l'uso della lingua latina e si dedicò personalmente al controllo delle amministrazioni provinciali.
Ma il grande impegno dimostrato da Traiano negli anni del suo governo, trova testimonianza nelle attività di politica estera. Tra il 101 e il 106 d.C. l'imperatore portò al termine la guerra contro i Daci di Decebalo, con la conseguente occupazione del territorio che venne ridotto a provincia dell'impero romano. L'attuale nome di quella regione, Romania, ci può far capire come doveva essere profonda l'influenza romana a quei tempi. Contemporaneamente alla campagna dacica, l'imperatore portò a termine la conquista dell'Arabia nord-occidentale, che divenne a sua volta provincia con il nome di "Arabica". Fra il 114 e il 116 d.C. Traiano riprese l'offensiva contro i Parti che, secondo i suoi progetti, doveva portare ad una penetrazione romana sino in India. I piani dell'imperatore però non si attuarono, a causa di una vasta insurrezione di quei popoli, e il governo di Roma dovette accontentarsi di annettere all'impero le sole provincie dell'Armenia, della Mesopotamia e dell'Assiria. Nel 117, mentre si trovava ancora in Cilicia, Traiano fu colpito da una paralisi e morì lontano da Roma.