Teia (re): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Wikidata
Mariano2397 (discussione | contributi)
Riga 48:
== Biografia ==
Sembra che fosse un [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] che servì sotto [[Totila]] e che venisse poi scelto come suo successore dopo che Totila era stato ucciso nella [[battaglia di Tagina]] (conosciuta anche come [[battaglia]] di ''Busta Gallorum''). Venne eletto a [[Pavia]].<ref>{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|p=229|capitolo=Introduzione al libro II|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref> Si recò in [[Italia meridionale]], dove ottenne il supporto di importanti personaggi quali Scipuar, Gundulf (Indulf), Gibal e Ragnaris con l'intento di chiudere la partita con i [[Impero bizantino|bizantini]] del [[generale]] [[Narsete]]. Si accampò sulle rive del [[Sarno (fiume)|Sarno]]. I due [[esercito|eserciti]] si scontrarono ai [[battaglia dei Monti Lattari|Monti Lattari]], a [[sud]] di [[Napoli]], presso [[Angri]] o [[Sant'Antonio Abate (Italia)|Sant'Antonio Abate]], nell'ottobre del [[552]] o agli inizi del [[553]]. Lo scontro definitivo avvenne nella [[valle del Sarno]], a qualche chilometro da [[Pompei]]. L'armata ostrogota fu sconfitta di nuovo e Teia fu ucciso nelle prime fasi della battaglia, colpito da un giavellotto ben mirato, mentre il fratello [[Aligerno]] si arrese al nemico. Anche Scipuar e Gibal furono probabilmente uccisi. Gundulf e Ragnaris, invece, riuscirono a scappare, ma il secondo dei due fu ferito a [[morte]] da un sicario di Narsete.
[[File:Teias.jpg|thumb|left|Teia rappresentato da [[Alexander Zick]], particolare dell'opera ''Die Gotenschlacht am Vesuv'']]
 
[[Procopio di Cesarea|Procopio]] narra che quando il cadavere di Teia venne riconosciuto fu decapitato e la sua testa innalzata su un'asta affinché i due eserciti la vedessero. In questo modo i Bizantini sarebbero stati incitati a combattere, mentre gli Ostrogoti, alla vista del proprio sovrano morto, si sarebbero convinti ad arrendersi. Tuttavia ciò non accadde e la battaglia continuò a protrarsi fino al tramonto del giorno dopo quando i pochi superstiti decisero di negoziare. Firmarono un trattato di pace con il quale accettavano di abbandonare l'Italia e si impegnavano a non fare mai più guerra all'Impero. La disperata battaglia sotto il Vesuvio segnò la loro sconfitta definitiva. L'ambizione di [[Giustiniano]] di riappropriarsi dell'Italia si era realizzata.