Deserto del Nefūd: differenze tra le versioni

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== Geografia ==
Con dune alte fino a un centinaio di metri e fenditure che giungono a centinaia di metri di profondità, fino al basamento roccioso sottostante, il Nefūd (o Nafūd) è uno dei deserti sabbiosi più vasti del mondo, superato nella penisola araba dal solo [[Rub' al-Khali]], il "Quarto Vuoto". Le caratteristiche dominanti del Nefūd sono il colore rossastro della sabbia e il fatto che in esso si siano ritrovate tracce epigrafiche della cultura preislamica dei [[Thamudeni|Thamūd]], citata con i [['Ad|Banū 'ĀdʿĀd]] nel [[Corano]].
 
[[Claudio Tolomeo|Tolomeo]] collocava in queste aree i "Sarakenoi", parola [[Greco antico|greca]] dal quale secondo alcuni potrebbe derivare l'[[lingua italiana|italiano]] "Saraceni", o "genti dell'est" ({{arabo|شرقيين|sharqiyyīn}}), termine poi passato a identificare genericamente tutti gli [[Arabi]]. Il deserto è talmente arduo da percorrere che i [[beduini]] lo attraversavano esclusivamente lungo la direttrice N-S, stando però attenti a non discostarsi dalle zone di al-Shaqīqa e al-Ğubba, dove esistono i due soli pozzi in grado di fornire acqua ai viaggiatori, in una regione che annualmente può contare appena 35-40 [[millimetro|mm]]. di precipitazioni.