Regno del Congo: differenze tra le versioni

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Il regno comprendeva numerose province e godeva del rapporto di [[vassallaggio]] di molti regni circostanti, come quelli di [[N'goyo]], [[Kakongo]], [[Ndongo]] e [[Matamba]]. Il monarca dell'impero era chiamato [[Manikongo]]<ref>"Manikongo" è la [[traslitterazione]] comune del nome originale, che si potrebbe rendere più fedelmente con 'Mwene Kongo</ref>. L'[[etnia]] principale del regno era quella dei [[Kongo (popolo)|Kongo]], appartenente al più grande gruppo etnolinguistico dei [[Bantu (etnologia)|Bantu]].
 
Formalmente indipendente, dalla fine del [[XVI secolo]] fu sempre più influenzato culturalmente (con la conversione del sovrano al [[Chiesa cattolica|cattolicesimo]]) ed economicamente dal [[Portogallo]] che, nel corso dei secoli, ne minacciò l'integrità territoriale per espandere le proprie colonie. Nel 1914 fu formalmente soppresso dai portoghesiPortoghesi e annesso al loro impero coloniale, anche se parte del suo territorio era già stato smembrato tra [[Belgio]] e [[Francia]].
 
== Storia ==
Gran parte di quanto si ipotizza sulla storia antica del Regno del Congo (precedente all'inizio dei rapporti con i portoghesiPortoghesi) deriva dalla [[tradizione orale]] locale, trascritta dagli [[Europa|europei]] per la prima volta nel tardo [[XVI secolo]]. Particolarmente importante è il corpus di racconti trascritti dal [[missione|missionario]] [[Cappuccini|cappuccino]] [[italia]]no [[Giovanni Cavazzi da Montecuccolo]] alla metà del [[XVII secolo]]. Fra le opere più moderne dello stesso genere si deve citare ''Nkutama a mvila za makanda'', una raccolta di racconti tradizionali pubblicata in [[lingua kongo|kikongo]] nel [[1934]] dal missionario [[Congregazione del Santissimo Redentore|redentorista]] [[Jean Cuvelier]]. Una porzione di questi racconti è stata tradotta in francese da Cuvelier, e pubblicata col titolo ''Traditions congolaise'' ([[1930]]).
 
La validità storica di questi racconti non è stata accertata. Soprattutto per quanto riguarda le origini del regno, è possibile che i racconti della tradizione orale riflettano una rielaborazione della storia del Congo a vantaggio della [[dinastia]] di Mbanza Congo, che emerse probabilmente su altre dimenticate o sottovalutate nella tradizione. Uno degli storici che ha affrontato in modo più approfondito il tema della nascita del Regno del Congo è [[John Thornton]].
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Nonostante le scarse ricerche [[archeologia|archeologiche]] svolte finora nella zona, è certo che il primo nucleo del regno del Congo si sia formato da qualche parte lungo il basso corso del [[Congo (fiume)|fiume Congo]]. I Bakongo giunsero nella zona probabilmente da nord, nel contesto dei movimenti [[migrazione|migratori]] che coinvolsero gran parte dei popoli bantu. Praticarono l'[[agricoltura]] almeno dal [[X secolo a.C.]], e la lavorazione del [[ferro]] almeno dal [[IV secolo a.C.|IV]]. Scavi archeologici presso [[Madingo Kayes]] (sulla costa atlantica) hanno dimostrato che già dei primi secoli dell'[[era volgare]] erano presenti nella zona società complesse e strutturate. Mancano ancora studi approfonditi sull'evoluzione delle [[ceramica|ceramiche]], ma pare che lo stile che era prevalente all'epoca dei primi resoconti storici sul Regno del Congo ([[1483]]) fosse adottato almeno dal [[XII secolo]]. Gli scavi a [[Mbanza Kongo]] eseguiti fra gli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]] da [[Fernando Batalha]] hanno portato alla luce materiale che potrebbe risalire a un periodo ancora più antico.
 
Secondo la tradizione, il primo nucleo del regno fu lo statoStato di [[Mpemba Kasi]], situato di poco a sud dell'odierna [[Matadi]] ([[Repubblica Democratica del Congo]]). La dinastia di Mpenda Kasi estese il proprio dominio lungo la valle del [[Kwilu|fiume Kwilu]]; i monarchi di questo periodo sarebbero stati sepolti in un luogo sacro chiamato [[Nsi Kwilu]] (letteralmente "la patria dei Kwilu" secondo Thornton; forse la capitale del regno). Montesarchio riporta che secondo la tradizione locale, Nsi Kwilu era un luogo talmente sacro che il solo vederlo avrebbe causato la morte del profanatore. Ancora nel [[XVII secolo]], il regnante di Mpenda Kasi veniva chiamato ''"madre del re del Congo"''.
 
Intorno al [[1375]] [[Nimi a Nzima]], re di Mpemba Kasi, si alleò con [[Nsaku Lau]], sovrano del vicino regno di [[Mbata]], unificando le due linee di successione.
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=== Espansione ===
[[File:Kongocapital.jpg|thumb|upright=1.4|La capitale dell'impero del Congo, oggi [[São Salvador]]]]
Il sistema elettorale stabilito dall'alleanza di Mpemba Kasi e Mbata prevedeva che Lukeni lua Nimi passasse la corona non al proprio figlio, ma al figlio di uno dei suoi fratelli, Nanga. La corona passò poi a un altro nipote della famiglia reale, Nlaza, e infine al figlio di Lukeni lua Nimi, [[Nkuwu a Lukeni]], nel [[1440]]. Quando i [[Portogallo|portoghesiPortoghesi]] giunsero per la prima volta in [[Africa Occidentale]], sul Congo regnava [[Nzinga a Nkuwu]], figlio ed erede di Nkuwu a Lukeni.
 
I primi re della dinastia continuarono a espandere i confini dell'impero. Alcuni stati, come [[Mpangu]], [[Nkusu]] e [[Wandu]], si unirono volontariamente al regno; altri (tra cui [[Nsundi]] e [[Mbamba]]) furono conquistati. Dai resoconti di [[Duarte Lopes]] e altre fonti del [[XVI secolo]] si evince che il regno giunse a comprendere oltre venti province, delle quali le più importanti erano [[Nsundi]] a nordest, [[Mpangu]] al centro, Mbata nel sudest, [[Soyo (Angola)|Soyo]] del sudovest e [[Mbamba]] e [[Mpemba]] a sud. I titoli monarchici in uso nel [[XVI secolo]] suggeriscono inoltre che numerosi regni circostanti fossero soggetti all'autorità del re del Congo, secondo una relazione simile a quella del [[vassallaggio]] europeo. Erano stati vassalli, tra l'altro, i regni di [[Vungu]], [[Kakongo]] e [[N'Goyo]] e alcuni regni di [[lingua kimbundu]] come [[Matamba]], [[Ndongo]] (talvolta identificato erroneamente con l'[[Angola]]) e [[Kisama]].
 
Gran parte del potere del re del Congo veniva dalla notevole concentrazione di popolazione attorno al centro di Mbanza Kongo, che si trova in una regione rurale scarsamente popolata (meno 5 persone per km²). I primi portoghesiPortoghesi, giunti alla fine del [[XV secolo]], descrissero Mbanza Kongo come una grande città, paragonabile ad alcuni centri urbani europei (per esempio [[Évora]], in [[Portogallo]]). Sebbene non ci siano dati certi sulla popolazione del Congo in questo periodo, le stime successive (come quelle stesse ricavate dai registri [[battesimo|battesimali]] stese dai missionari [[Gesuiti]]) indicano che l'area della capitale raccogliesse circa un quinto della popolazione complessiva dell'impero, per un totale di circa {{formatnum:100000}} abitanti. Questa concentrazione forniva al re del Congo un ampio serbatoio di risorse da cui attingere e soldati da reclutare.
 
=== Contatto con i portoghesi ===
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Afonso I dedicò parte della propria attività politica a favorire lo sviluppo della [[Chiesa cattolica]] in Congo. Lo stesso re, con l'aiuto di consiglieri portoghesi come [[Rui d'Aguiar]], si dedicò personalmente a sviluppare una versione [[sincretismo|sincretica]] del cristianesimo adatta alla cultura congolese e che potesse quindi essere diffusa efficacemente presso le masse. Una quota fissa dei proventi dell'erario venne dedicata alla costruzione di chiese e alla formazione del clero congolese. Il compito di organizzare il clero nel regno fu affidato a Enrico, che era stato ordinato prete in Europa e dal [[1518]] era [[vescovo]] di [[Utica (Tunisia)|Utica]].
 
Il contatto con gli europei portò il rapido sviluppo del commercio degli schiavi, una pratica già diffusa nella cultura dell'Africa occidentale. Afonso mostrò qualche segno di preoccupazione rispetto all'aumentare delle proporzioni del fenomeno, e nel [[1526]] chiese a [[Giovanni III del Portogallo|Giovanni III]], re del Portogallo, di prendere provvedimenti nei confronti dei portoghesiPortoghesi che si dedicavano a questa attività in modo spregiudicato.
 
=== Lotte interne e decentralizzazione del potere ===
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António da Silva divenne in seguito una delle persone più potenti del regno, al punto di trovarsi nella posizione di scegliere quasi autonomamente il successore di Álvaro II. La sua scelta cadde dapprima su [[Bernardo II del Congo|Bernardo II]] (incoronato nel [[1614]]), a cui però fu sostituito nel [[1615]] [[Álvaro III del Congo|Álvaro III]]. Il ducato di Mbamba era diventato così influente che alla morte di António da Silva Álvaro III ebbe grandi difficoltà a esercitare il proprio diritto a decidere il nuovo governatore della provincia. Lo stesso Álvaro III continuò nella linea dei suoi predecessori concedendo poteri quasi assoluti a un altro nobile, [[Manuel Jordão]], governatore di [[Nsundi]].
 
=== Scontri con i portoghesiPortoghesi ===
La diffusione del cristianesimo iniziata da Álvaro I aveva portato anche motivi di conflitto fra il Congo e il Portogallo. I [[vescovo|vescovi]] portoghesi si rifiutavano di ordinare sacerdoti congolesi, allo scopo di mantenere un rapporto di dipendenza del Congo dal Portogallo per quanto concerneva le gerarchie ecclesiastiche. Per esercitare una pressione opposta, i re del Congo spesso si rifiutavano di pagare i salari convenuti ai sacerdoti e ai missionari europei (per esempio ai gesuiti).
 
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Dopo la morte di [[Álvaro III]], il nuovo governatore dell'Angola, [[João Correia de Sousa]], pretese di intervenire nella nomina del successore di Álvaro. L'aristocrazia congolese si oppose a questa interferenza e nominò re [[Pedro II del Congo|Pedro II]], già duca di Mbamba, che Sousa riteneva colpevole di aver accolto nella propria provincia schiavi in fuga provenienti dall'Angola. Nel [[1622]], in reazione a questa elezione sgradita, Sousa iniziò una campagna su vasta scala per invadere il Regno del Congo a partire dalle province meridionali.
 
La prima provincia a subire l'offensiva angolana fu Kasanze; seguì Ngongo, il cui governatore, Pedro Afonso, era fra gli aristocratici accusati di offrire asilo politico agli schiavi fuggitivi. Pedro Afonso si dichiarò disponibile a estromettere 20.000 schiavi rifugiatisi nella sua provincia, ma i portoghesiPortoghesi non rinunciarono all'attacco. Lo stesso Pedro Afonso fu ucciso dagli invasori.
 
Nel novembre del 1622, presa Ngongo, i portoghesiPortoghesi marciarono su Mbamba, ottenendo una prima vittoria nella [[battaglia di Mbumbi]], in cui i duchi di Mbamba e di Mpemba furono uccisi; i resoconti dell'epoca riportano che i loro corpi furono [[cannibalismo|divorati]] dai mercenari Imbangala. Nonostante questa vittoria, i portoghesiPortoghesi furono poi sconfitti dalle truppe del re Pedro II, che entrarono in Mbamba e sconfissero gli europei in una battaglia nei pressi di [[Mbanda Kasi]].
 
Terminata la guerra, Pedro II protestò per l'accaduto presso il re di Spagna e il Papa. I numerosi portoghesiPortoghesi residenti nel Congo furono vittime di rappresaglie da parte della popolazione locale, nonostante essi avessero espresso anche formalmente la loro condanna dell'operato di João Correia de Sousa. Pedro II si impegnò personalmente per proteggere la comunità di portoghesiPortoghesi (soprattutto mercanti) presente nel suo regno, cosa che i suoi detrattori non mancarono di pubblicizzare, chiamandolo dispregiativamente "re dei portoghesiPortoghesi". Sousa fu criticato anche dai mercanti della provincia di Luanda (appoggiati dai Gesuiti), che erano danneggiati dalla crisi nei rapporti fra congolesiCongolesi e portoghesiPortoghesi, e alla fine fu costretto a tornare in Europa. Il governatore che lo sostituì fu molto conciliante nei confronti del Congo, e consentì il rimpatrio di alcuni prigionieri di guerra, inclusi diversi aristocratici congolesi catturati nella battaglia di Mbumbi.
 
Nonostante la sostituzione di Sousa con governatori più moderati, Pedro II era deciso a liberarsi della minaccia rappresentata dall'Angola, e chiese il sostegno dei [[Paesi Bassi]] in un'azione militare contro la colonia portoghese, offrendo in cambio [[oro]], [[argento]] e [[avorio]]. Una flotta olandese comandata dal rinomato ammiraglio [[Piet Heyn]] giunse in Luanda nel [[1624]]. Nel frattempo, però, Pedro II era morto; suo figlio, succeduto al trono come [[Garcia I del Congo|Garcia I]], decise di rinunciare all'attacco, condannando l'idea di una guerra fra due paesi entrambi di fede [[cattolicesimo|cattolica]].
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Alla fine del primo quarto del [[XVII secolo]], il Regno del Congo entrò in una nuova fase politica, caratterizzata dall'inasprirsi delle lotte per la successione che già da oltre un secolo avevano scosso il paese. In questa fase vennero delineandosi due principali fazioni rivali: la casa di [[Kwilu]], a cui erano appartenuti i re di nome Álvaro, e la casa di [[Nsundi]], a cui invece apparteneva Pedro II. La casa di Nsundi, che era salita al trono in seguito alla mancanza di un erede diretto alla morte di Álvaro III, cercò di consolidare la propria posizione posizionando propri simpatizzanti nei ruoli di maggiore prestigio, come la carica di conte di Soyo, che fu assegnata a un aristocratico Nsundi di nome Paulo. Nonostante queste manovre, Garcia I fu alla fine rovesciato da [[Manuel Jordão]], sostenitore della casa di Kwilu, che riuscì a fare incoronare [[Ambrósio I del Congo|Ambrósio I]]. Le lotte per la successione comunque continuarono fino agli [[anni 1640]]. In seguito, i casati di Kwilu e Nsundi confluirono nella [[dinastia]] [[Kinlaza]]. A questa si oppose una nuova fazione, quella della casa di [[Kimpanzu]], formata da famiglie delle case Kwilo e Nsundi non appartenenti al ramo dei Kinlaza.
 
Durante il regno di [[Garcia II del Congo|Garcia II]] (uno dei fondatori della dinastia Kinlaza), gli olandesiOlandesi invasero la provincia di Luanda. In ossequio agli accordi presi con l'Olanda dal suo predecessore Pedro II, Garcia mise a disposizione degli olandesiOlandesi il proprio supporto militare. Gli olandesiOlandesi resero il favore nel [[1642]], inviando le proprie truppe in sostegno di quelle reali in occasione di una rivolta nella regione di [[Dembos]]. Garcia ripagò i nuovi alleati consegnando agli olandesiOlandesi, come schiavi, i ribelli catturati in battaglia; questi furono mandati a lavorare nelle piantagioni di [[zucchero]] in [[Brasile]].
 
Nel [[1643]], in seguito alle continue incursioni dei portoghesiPortoghesi stanziati lungo il [[Bengo (fiume)|fiume Bengo]], l'Olanda decise di aprire nuovamente le ostilità contro i suoi rivali europei. Garcia inviò nuovamente un contingente di supporto, e i portoghesiPortoghesi furono costretti a ritirarsi verso [[Muxima]] e [[Masangano]], presso il fiume [[Cuanza|Kwanza]]. Anche in questa occasione, la [[Compagnia olandese delle Indie Occidentali]] si accontentò di respingere i portoghesiPortoghesi dalla costa, senza procedere all'invasione dell'Angola. Portoghesi e olandesi firmarono nello stesso 1643 un trattato di pace che deluse le aspirazioni di Garcia. Tuttavia, ridimensionata la minaccia portoghese, ilOl re del Congo poté occuparsi attivamente di un'altra questione, ovvero la crescente potenza del conte di Soyo.
 
Dopo la morte del conte Paulo, sostenitore della dinastia Kinlaza ([[1641]]), la contea di Soyo passò nelle mani di Daniel da Silva, un aristocratico del casato di Kwilu. Da Silva era un sostenitore della casa di Kimpanzu, che si opponeva alla dinastia reale; egli cercò di svincolare progressivamente la contea di Soyo dal controllo di Garcia.
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=== Guerra civile ===
Nel [[1648]], l'arrivo di rinforzi dal Brasile consentì ai portoghesiPortoghesi di consolidare le proprie posizioni in Africa Occidentale, e avanzare nuove richieste nei confronti del Regno del Congo. I portoghesiPortoghesi chiesero la restituzione di Luanda, e qualche tempo dopo effettivamente se ne impossessarono. Inoltre, cercarono di portare sotto il loro completo la provincia meridionale di [[Mbwila]], che aveva firmato un trattato di vassallaggio con il Portogallo nel [[1619]], ma era contemporaneamente in condizioni di vassallaggio verso il Congo. I portoghesiPortoghesi cercarono a più riprese di invaderla, senza successo.
 
Nel [[1661]] venne incoronato un nuovo re del Congo, [[António I del Congo|António I]]. Questi cercò di proseguire l'azione anti-portoghese dei suoi predecessori, cercando di mobilitare in questo senso le province di [[Matamba]] e Mbwila (che erano in buoni rapporti col Portogallo) e di ottenere l'appoggio della [[Spagna]]. Nel [[1665]], i portoghesiPortoghesi e l'esercito del re del Congo si scontrarono per il controllo di Mbwila a [[Ulanga]], presso [[Mbanza Mbwila]], capitale della provincia. Nella [[battaglia di Mbwila]], i portoghesiPortoghesi ottennero la loro prima vittoria contro il Congo dal 1622. [[António I]] e molti membri della corte furono uccisi nello scontro. Nella battaglia perse la vita anche [[Manuel Roboredo]], un prete [[cappuccini|cappuccino]] che si era prodigato per impedire la guerra.
 
La battaglia di Mbwila lasciò il Congo ancora una volta senza un erede al trono. Le due fazioni di Kimpanzu e Kinlaza si scontrarono duramente, dividendosi di fatto il regno. Diversi eredi delle due fazioni salirono al trono per essere rovesciati poco tempo dopo. Mentre la monarchia del Congo si indeboliva in questa [[guerra civile]], aumentava il potere della contea di Soyo. Nel [[1670]], su richiesta del potere centrale del regno, i portoghesiPortoghesi di Luanda invasero la contea di Soyo, subendo una pesante sconfitta nella [[battaglia di Kitombo]], il 18 ottobre. La disfatta fu tale che il Portogallo abbandonò qualsiasi pretesa sul Congo e le sue province fino alla fine del [[XIX secolo]].
 
Lo scontro fra le dinastie Kimpanzu e Kinlaza intanto continuava a protrarsi e a diventare più violento, tanto che nel [[1678]] la stessa capitale São Salvador fu saccheggiata e distrutta. Migliaia di profughi cercarono di allontanarsi dal conflitto; molti di questi furono catturati dai mercanti di schiavi e deportati nelle colonie britanniche, francesi, olandesi e portoghesi. Il controllo del territorio andò sempre più frammentandosi (a partire dall'indipendenza ottenuta dalla contea di Soyo), fino alla completa disgregazione del potere centrale. Persino le due dinastie principali si scissero in rami contrapposti. Alla fine del [[XVII secolo]], i due principali gruppi erano i Kinlaza di [[Mbula]] (o Lemba), una linea dinastica che risaliva a Pedro III, e la linea di [[Kibangu]], che vantava discendenza mista Kinlaza e Kimpanzu.
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=== Ripresa delle rivalità e crollo del regno ===
Nonostante la riunificazione formale del regno, già [[Manuel II del Congo|Manuel II]], successore di Pedro IV, dovette affrontare nuovi tumulti interni: si ha notizia almeno di un importante scontro militare, avvenuto negli [[anni 1730]] nella provincia di Mbamba. A Manuel II seguronoseguirono [[Garcia IV del Congo|Garcia IV]] (re dal [[1743]] al [[1752]]) e [[Pedro V del Congo|Pedro V]]. Pedro fu rovesciato negli [[anni 1760]] da [[Álvaro XI del Congo|Álvaro XI]], evento che diede inizio a una nuova guerra civile. Gli scontri si placarono brevemente durante il regno di [[José I del Congo|José I]] ([[1779]]–[[1785]]) e [[Afonso V del Congo|Afonso V]] ([[1785]]–[[1787]]). Seguirono nuovi scontri che accompagnarono l'incoronazione prima di [[Henrique I del Congo|Henrique I]] e poi di [[Garcia V del Congo|Garcia V]], che tenne il trono stabilmente dal [[1805]] al [[1830]].
 
Negli [[anni 1850]] il trono tornò a essere conteso, e i portoghesi intervennero, appoggiando militarmente l'ascesa al trono di un pretendente che ricevette lo stesso nome di un suo predecessore, [[Pedro V Agua Rosda|Pedro V]], mantenendo poi una presenza militare a São Salvador, per circa un decennio. Per conservare questo prezioso appoggio esterno, Pedro V concesse un potere via via crescente ai portoghesiPortoghesi. In occasione della [[spartizione dell'Africa]] dopo la [[Conferenza di Berlino (1884)|Conferenza di Berlino del 1884]]-[[1885]], il Portogallo ottenne gran parte del regno del Congo, e lo stesso Pedro V formalizzò ulteriormente la sua sudditanza dichiarandosi vassallo del re del Portogallo nel [[1888]]. La carica di ''manikongo'' (re) rimase, ma andò via via trasformandosi in un ruolo puramente simbolico. L'ultimo re, [[Manuel III del Congo|Manuel III]], rimase sul trono dal [[1911]] fino al [[1914]], quando il titolo di re del Congo venne formalmente abolito dal governo coloniale portoghese.
 
== Cultura e società ==
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=== Religione ===
Il regno del Congo fu ufficialmente [[cristianesimo|cristiano]] a partire dal regno di [[Afonso I]]. Questi dedicò una buona parte delle risorse dello statoStato alla costruzione di chiese e alla formazione di un [[clero]] congolese. La religione cristiana fu diffusa innanzitutto attraverso le scuole, i cui maestri (''mestres'') erano membri dell'aristocrazia e avevano il compito esplicito di diffondere la religione nel popolo. Come in altre parti dell'Africa, il processo di cristianizzazione diede luogo a forme [[sincretismo|sincretiche]], in cui la nuova religione veniva combinata con la cultura e le credenze preesistenti. Nel caso specifico del Congo, questo processo non fu casuale e contingente, ma anche coerentemente pianificato e guidato dal clero locale, che per esempio stabilì il nome congolese della [[Bibbia]], ''nkanda ukisi'' (letteralmente "libro sacro"). Il clero europeo oppose una certa resistenza all'africanizzazione del cristianesimo, ma non poté arrestare questo processo.
 
La formazione dello spirito religioso popolare in Congo è stato fortemente influenzato anche dalle teoria di Dona Beatriz, una visionaria che ebbe anche un ruolo fondamentale nella riunificazione del regno dopo il lungo periodo di guerra civile avvenuto fra il [[XVII secolo|XVII]] e il [[XVIII secolo]]. Beatriz aveva sostenuto che le vicende narrate nel [[Vangelo]] non erano avvenuto in [[Palestina]] ma in Congo. Sebbene gli elementi più radicali di questa visione siano stati in gran parte sradicati dalla successiva azione del clero, nella religiosità congolese rimasero a lungo tracce di questa dottrina. Una delle icone religiose tradizionali del Congo, per esempio, è la figura di [[Gesù Cristo|Cristo]] rappresentato come un africano (iconografia che fu particolarmente diffusa nel [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]]). Un altro esempio è la leggenda secondo cui la chiesa gesuita di São Salvador, oggi elevata allo status di [[cattedrale]], fosse stata ricostruita dagli [[angelo|angeli]] dopo la sua parziale distruzione, avvenuta nel periodo della guerra civile.