Corriere Italiano (1923-1924): differenze tra le versioni

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==Storia==
Nel [[1923]] [[Benito Mussolini]], presidente del Consiglio da pochi mesi, incaricò [[Aldo Finzi (politico)|Aldo Finzi]], sottosegretario all'Interno a partire dalla [[marcia su Roma]], di fondare a Roma un quotidiano governativo antagonista del milanese ''[[Corriere della Sera|]]''Corriere della Sera'']], giornale della borghesia imprenditoriale del Nord Italia<ref name = RDF>Renzo De Felice, ''Mussolini il fascista - La conquista del potere'', Einaudi, 1995, pagg. 391 n. 4 e 454-56.</ref><ref>{{cita|P. Italia|p. 404|Italia,Savinio}}.</ref>.
 
Il giornale fu finanziato dagli industriali genovesi del gruppo siderurgico comprendente [[Ilva]], la [[Piaggio]], i grossi industriali dello zucchero ([[Eridania]])<ref>{{cita libro | Enzo | Magrì | Guido Da Verona l'ebreo fascista | 2006 | Luigi Pellegrini Editore | Cosenza}}</ref> e l'[[Ansaldo]]. Anche la [[Fiat]] di [[Giovanni Agnelli (1866-1945)|Giovanni Agnelli]] partecipò con una quota alla costituzione della società editrice<ref>Antonio Moscato (a cura di), [http://antoniomoscato.altervista.org/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=62&Itemid=34 ''Cento anni di FIAT'']</ref>.
 
Il 14 aprile [[1923]] fu costituita l'editrice «La Vita d'Italia», presidente l'avvocato A. Olivieri<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/aldo-finzi_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=FINZI, Aldo|accesso=24 luglio 2012}}</ref>. Poco tempo dopo cominciarono le pubblicazioni del quotidiano. Aldo Finzi chiamò alla direzione della [[Terza pagina]] il poeta [[Ardengo Soffici]] che, nell'aprile 1923, si trasferì dalla natia [[Toscana]] a Roma.<ref>{{cita|P. Italia|p. 404-405|Italia,Savinio}}.</ref> In agosto [[Nello Quilici]] lasciò la direzione dedel ''[[Il Resto del Carlino]]'' e si trasferì nella capitale per dirigere le pagine di politica interna. Caposervizio di politica estera fu Gubello Memmoli ([[pseudonimo]] del conte Giovanni Capasso Torre). Finzi affidò la direzione a [[Filippo Filippelli]] incaricandolo di organizzare materialmente la [[redazione]]. Per la pagina culturale, Filippelli scelse intellettuali non allineati al gusto comune. Molti provennero dal giornaleperiodico ''[[La Ronda|]]''La Ronda'']]: [[Antonio Baldini]], [[Vincenzo Cardarelli]], [[Lorenzo Montano]] e [[Alberto Savinio]]: essi collaborarono alla Terza pagina (anche come [[elzeviro|elzeviristi]]). Vi erano poi: il fondatore dedella ''[[La Voce (periodico)|''La Voce]]'']] [[Giuseppe Prezzolini]], un ex futurista come [[Aldo Palazzeschi]] e un eccentrico umorista come [[Achille Campanile]]. La critica teatrale fu curata da Renato Barilli, [[Luigi Chiarelli]] il critico teatrale, l'esploratore [[Guelfo Civinini]] fu l'[[inviato speciale]]<ref>{{cita|P. Italia|p. 409 e 412|Italia,Savinio}}.</ref>.
 
Nel suo [[articolo di fondo]] del primo numero (11 agosto 1923), Filippelli scrisse che il ''Corriere Italiano'' era la diretta continuazione del ''Giornale di Roma'' (fondato nell'agosto 1922 e cessato poco prima della fondazione del ''Corriere'')<ref>{{cita|P. Italia|p. 409|Italia,Savinio}}.</ref>. Il 1º settembre apparve sul ''Corriere'' una rubrica di recensioni cinematografiche. Curata da Alberto Savinio, fu la prima rubrica del settore affidata a un letterato mai apparsa su un quotidiano italiano<ref>{{cita|P. Italia|p. 429|Italia,Savinio}}.</ref>.
 
Su impulso del Filippelli, all'inizio del [[1924]] nacque un mensile illustrato abbinato al quotidiano, '''''Galleria''''', supplemento culturale e di intrattenimento (sul modello dedella ''[[La Lettura (rivista)|''La Lettura]]'']] del ''Corriere della Sera'') diretto da [[Ardengo Soffici]]<ref>Ne uscirono in tutto cinque numeri. La ristampa anastatica della rivista è stata pubblicata nel 1983 e nel 1992.</ref>. In marzo Soffici lasciò il quotidiano e tornò in Toscana. Le redini della Terza pagina e del mensile furono prese da Antonio Baldini<ref>{{cita|P. Italia|p. 414|Italia,Savinio}}.</ref>.
 
Entrambe le pubblicazioni, già in difficoltà economiche nell'aprile 1924, vennero sospese a seguito dell'arresto di Filippelli, implicato nel rapimento di [[Giacomo Matteotti]]<ref>Lettera di Ardengo Soffici a [[Giuseppe Prezzolini]] del 13/12/1961, in Prezzolini-Soffici, ''Carteggio'' II (1920-1964).</ref> il 19 giugno [[1924]].<ref>Mario Carlini (a cura di), ''Amici al caffè: il mondo di Amerigo Bartoli attraverso la sua corrispondenza (1924-1970)''.</ref><ref>{{Cita news|autore=Antonio Troiano|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/25/col_delitto_Matteotti_Soffici_perse_co_0_93022512609.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/25/col_delitto_Matteotti_Soffici_perse_co_0_93022512609.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|titolo=Col delitto Matteotti Soffici perse il suo giornale|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=25|mese=febbraio|anno=1993|accesso=24 luglio 2012}}</ref>