Luigi Rossini: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nato da una famiglia originaria di [[Lugo (Italia)|Lugo di Romagna]]<ref>Luigi Rossini, ''Le città del Lazio'', 1826, edizione di Vincenzo Pacifici, Tivoli, 1943, pp. 7-26 [httphttps://www.societatiburtinastoriaartedocumentatiburtinaomnia.it/STSA-resources/pubblicazioni/sfstSFST/SFST_09_1943.pdf]</ref>, figlio di un padre giacobino<ref>''"Mio padre s'impoverì perché fu uno di quei pazzi furenti per la Repubblica e mi ricordo che fu il primo a piantare l'[[albero della libertà]] a [[Ravenna#Architetture militari|Porta Serrata]], e le bandiere si cucirono da mia madre col berrettino rosso. E poscia gli convenne fuggire, cambiate le cose, e così rovinò la sua famiglia: e noi eravamo chiamati Giacobini; e si stava sempre in grandi timori; e si viveva assai nascosti."'' (Mordani cit., pag. 20)</ref> e cugino - come egli stesso dice nella sua autobiografia - di [[Gioacchino Rossini]], fu l'unico sopravvissuto degli 8 figli partoriti dalla madre. A 16 anni partì (a piedi, di nascosto e munito di soli 5 scudi) alla volta di [[Bologna]], desideroso di frequentarne la scuola di belle arti<ref>La scuola era detta [[Accademia Clementina]] per essere stata ufficialmente istituita e riconosciuta nel [[1711]] da [[Papa Clemente XI]]</ref>. Lì si mise prima a bottega da [[Antonio Basoli]], vivendo alle modestissime condizioni allora possibili per un giovane apprendista artigiano privo di mezzi, ma frequentando costantemente l'accademia la sera, ed avendovi come maestri tra gli altri [[Leandro Marconi]] in [[ornato]], [[Giovanni Antonio Antolini]] in architettura e [[Francesco Santini]] in [[prospettiva]]<ref>Francesco Santini (Bologna 1758-1840) fu "pittore, ornatista e restauratore, nonché “architetto e prospettico”." Si veda la scheda della {{collegamento interrotto|1=[http://certosa.cineca.it/chiostro/persone.php?ID=481231&gallery=&img=0 Biblioteca della Certosa di Bologna] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref>, i quali tutti ne riconobbero le doti e anche la volontà e il coraggio.
 
Intanto, nel [[1802]] [[Napoleone Bonaparte]] aveva creato nei territori dello [[Stato Pontificio]] la [[Repubblica Italiana (1802-1805)|Repubblica italiana]], che nel [[1805]] avrebbe trasformato in [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] e che sarebbe durata fino al [[1814]]. L'Accademia Clementina di Bologna era diventata ''Accedemia nazionale di Belle Arti'' e a [[Roma]] l'amministrazione francese pensava di modernizzare l'attività dell'[[Accademia di san Luca]], dotando ad esempio il "Gran concorso" - che già si teneva con periodicità quadriennale e grande solennità in [[Campidoglio]], ma produceva solo medaglie - di borse di studio, residenze ecc. sul modello dell'[[Académie de France à Rome]].<ref>Per il ''Concorso Clementino'' si veda in [[Melchiorre Missirini|Missirini]], ''[http://books.google.it/books?id=QwAFAAAAYAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false Memorie per servire alla storia della romana Accademia di S. Luca fino alla morte di Antonio Canova]'', Roma 1823, passim. Per l'organizzazione napoleonica dell'Accademia, in particolare, si veda il decreto del 1810, ibidem pag. 350 e seguenti.</ref>