Lega italiota: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{S|storia d'Italia|antica Grecia }}
 
La '''Lega Italiota'''<ref name="Treccani">{{Treccani|italiota|Italiota|v=sì|accesso=4 maggio 2014|citazione='''italiòta''' agg. e s. m. e f. [dal [[lingua greca antica|gr.]] {{polytonic|᾿Ιταλιώτης}}] (pl. m. -i). ''Lega i.'', lega costituitasi verso la fine del V secolo a. C. tra alcune colonie achee dell’[[Italia Meridionale|Italia merid.]], poi estesa a quasi tutte le città greche della Magna Grecia, allo scopo di difendere gli [[Italioti]] dalla vigorosa pressione esercitata su di loro dagli indigeni [[Bruzi|Bruzî]] e Lucani.}}</ref> fu un'alleanza politico-militare di alcune città della [[Magna Grecia]] con lo scopo di difendersi dai [[Lucani]], dai [[Bruzi]]<ref name="Treccani" /> e dadal [[Sicelioti|siceliota]] [[Dionigi di Siracusa|DionigiDionisio I]], [[tiranno di Siracusa]].
 
La lega fu istituita negli ultimi anni del [[V secolo a.C.]] e vi aderirono le città di [[Kroton]], [[Thurii]], [[Kaulon]], [[Metaponto]], [[Heraclea]] e successivamente [[Reghion]], [[Medma]] e [[Hipponion]], minacciate dalla politica espansionistica del tiranno siracusanosiceliota di [[Siracusa (città antica)|Siracusa]].
 
La sede della Lega fu prima Crotone, dopo la sconfitta ad opera di DionigiDionisio I, venne trasferita a Thurii da dove, dopo la distruzione della città ad opera dei lucani, fu spostata ad Heraclea nel [[374 a.C.]] quando già era ormai notevolmente influenzata da Taranto.
 
DionigiDionisio I, nel [[389 a.C.]], sconfisse definitivamente l'esercito della Lega, dopo un lunghissimo assedio espugnò [[Reghion|Reggio]] quindi distrusse [[Kaulon|Caulonia]], donando il territorio di quest'ultima a [[Locri Epizefiri]], città a lui alleata, e trasferì il potere della Lega alla città di [[Taranto]], la cui politica era mantenere rapporti amichevoli con il tiranno.
 
===Epilogo===
Già a partire dall'ultimo decennio del [[V secolo a.C.]], Dionisio I aveva unificato sotto la propria egemonia tutte le poleis siceliote proclamandosi "Stratega Autocrate" di una entità statale denominata "Arcontato di Sicilia" avente come capitale [[Siracusa (città antica)|Siracusa]] ed estesa alla [[Sicilia orientale]], alla [[Sicilia centrale|parte centrale dell'isola]] (abitata dai [[Siculi]] e dai [[Sicani]]), alla Calabria meridionale e alla [[Locride (Calabria)|Locride]]<ref>Massimo Costa. ''Storia istituzionale e politica della Sicilia. Un compendio''. Amazon. Palermo. 2019. Pagg. da 28 a 43 - ISBN 9781091175242
</ref>. Questo Stato, anche sotto i successori di Dionisio I, divenne una [[Siracusani nell'alto Adriatico|potenza commerciale e militare]] di tutto rispetto nell'ambito del Mediterraneo, stipulando anche [[Alleanze tra i Galli e Siracusa|accordi con i Galli]] in funzione anti-romana. Nel [[304 a.C.]], [[Agatocle]], regnando sugli stessi territori dell'Arcontato siceliota, si proclama [[Basileus]] [[Sicelioti|di Sicilia]], autoincoronandosi alla maniera [[Ellenismo|ellenistica]] dei Diadochi orientali. Lo stesso fecero i suoi successori [[Pirro]], [[Gerone II]], [[Gelone II]] e [[Geronimo di Siracusa|Geronimo]]. Il Regno Siceliota da lui fondato durerà fino alla caduta della capitale [[Siracusa (città antica)|Siracusa]] in mano ai romani nel [[212 a.C.]].<ref>Diodoro Siculo XX, 54, I</ref>
 
== Note ==