Triangolo della morte (Emilia): differenze tra le versioni

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[[File:Triangolo rosso Emilia.jpg|thumb|Tre diverse localizzazioni del triangolo della morte in Emilia]]
La locuzione '''Triangolo della morte''' (o '''Triangolo rosso'''), di origine giornalistica, indica un'area del [[Italia settentrionale|nord Italia]] ove, tra il settembre del [[1943]] e il [[1949]], si registrò un numero particolarmente elevato di uccisioni a sfondo politico, attribuite a [[Partigiano|partigiani]] e a militanti di formazioni di matrice [[Comunismo|comunista]]. Alcuni autori indicano in circa 2.500 i morti causati dalla "giustizia partigiana" scatenatasi alla fine della seconda guerra mondiale nel Triangolo della morte.
<ref>Giorgio {{cita|Pisanò e Paolo Pisanò, Il triangolo della morte (op.cit.)}}</ref>
 
== Storia ==
Secondo il giornalista [[Francesco Malgeri]], l'espressione era originariamente riferita al triangolo di territorio compreso tra [[Castelfranco Emilia]], [[Mirandola]] e [[Carpi]]<ref>Francesco Malgeri, ''La stagione del centrismo'', Rubettino, 2002.</ref>, mentre il giornalista [[Giampaolo Pansa]] indica la zona del [[provincia di Modena|modenese]], corrispondente al triangolo compreso fra Castelfranco Emilia e due sue frazioni, [[Piumazzo]] e [[Manzolino]]<ref>{{Cita|Pansa 2003|cap. ''Un triangolo pieno di morti''}}</ref><ref>{{Cita|Pansa 2005|p. 468}}</ref>. In seguito, l'espressione è stata ripresa per indicare aree di volta in volta più ampie sia dentro che fuori la regione ma con epicentro l'[[Emilia]], ad esempio il triangolo [[Bologna]]-[[Reggio nell'Emilia|Reggio Emilia]]-[[Ferrara]].<ref>È questa l'area indicata già nel 1992 con l'espressione "Triangolo della morte" nel saggio dei {{Cita|Pisanò}}.</ref>
 
Lo storico [[Giovanni Fantozzi]] sostiene che nel dopoguerra, dall'aprile del 1945 alla fine del 1946, nella provincia di Modena gli omicidi politici furono diverse centinaia, probabilmente oltre il migliaio, stando alle stime dell'allora prefetto di Modena [[Giovanni Battista Laura]], del resto non molto dissimili da quelle dei [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]]. Sempre secondo Fantozzi i responsabili di tali delitti politici nel modenese furono, nella stragrande maggioranza dei casi, ex partigiani iscritti o militanti del [[Partito Comunista Italiano]] (PCI), ma solo una piccola parte tra le loro vittime era realmente [[fascismo|fascista]] (quelle uccise cioè nell'immediato dopoguerra), mentre gli altri, la maggioranza, furono eliminati in quanto considerati “nemici di classe” o semplicemente un ostacolo ad un'auspicata rivoluzione comunista<ref>[[Giovanni {{cita|Fantozzi]], ''Vittime dell'odio: l'ordine pubblico a Modena dopo la liberazione, (1945-1946)'', Europrom, Bologna, 1990.}}</ref>. Tra i delitti, vanno inserite anche numerose vendette personali e ladri e delinquenti comuni che approfittarono della confusione per compiere numerose azioni criminali.
 
== Il particolare "clima emiliano" ==
La situazione politica emiliana nel periodo immediatamente precedente e successivo alla fine della guerra fu particolarmente violenta. Alla primitiva contrapposizione fra fascisti e antifascisti si aggiunse una forte istanza di trasformazione dei rapporti sociali tra detentori della proprietà fondiaria e i contadini, per lo più legati a contratti di [[mezzadria]]<ref>Antonio Saltini, ''[[s:Lo scontro mezzadrile nelle campagne bolognesi|Lo scontro mezzadrile nelle campagne bolognesi]]'', su ''I tempi della terra'', 1998</ref>. Le zone interessate dai delitti nel dopoguerra erano già state teatro di uno squadrismo agrario-fascista estremamente violento durante il [[biennio rosso]] e i primi anni di presa del potere del regime, e ciò aveva fortemente accentuato un conflitto di classe e ideologico che si scatenò nel dopoguerra, essendo viste la borghesia agraria e la chiesa corresponsabili in chiave anticomunista delle violenze fasciste.
 
Un particolare aspetto fu rappresentato dalla figura dei sacerdoti della Chiesa Cattolica che vede insieme esperienze come quella di don [[Zeno Saltini]], che voleva una chiesa schierata con le istanze della sinistra<ref>Antonio Saltini, ''[[s: Don Zeno: Il sovversivo di Dio|Don Zeno: Il sovversivo di Dio]]'', Edizioni il Fiorino, Modena, 2003. ISBN 8875490155</ref>, ma anche una visione più conservatrice che portò alcuni sacerdoti ad essere uccisi.
 
== Alcune delle vittime ==
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Nel [[1947]] la collaborazione tra i partiti aderenti al CLN non resse alla prova del dopoguerra. I mutati equilibri internazionali, con la rottura fra potenze occidentali e [[Unione Sovietica]] provocò anche in Italia la fine dei governi di unità nazionale e l'uscita dei comunisti dal governo.
 
[[Antonio Pallante]], autore dell'attentato a [[Palmiro Togliatti]] del 14 luglio [[1948]], tra le motivazioni addusse il fatto di considerare il segretario del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] come ''«mandante delle stragi di fascisti»'' e di ''«italiani al Nord»'', oltre che pericoloso per l'[[Italia]].<ref name=lettere>[{{cita news|autore=Alberto Custodero|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/04/29/attentato-togliatti-le-lettere-segrete.html ''|titolo=Attentato a Togliatti le lettere segrete''|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=29 aprile 2007|accesso=14 dicembre 2020}}</ref>
 
== Oscuramento delle notizie ==
Nella [[primavera]] del [[1990]] alcuni parenti delle vittime scrissero una lettera aperta, chiedendo almeno di sapere dove fossero stati sepolti i loro familiari per poterli umanamente seppellire.
 
Alcuni mesi dopo, il 29 agosto il dirigente del PCI ex-partigiano ed ex-deputato [[Otello Montanari]] rispose con un articolo su ''[[Il Resto del Carlino]]'' nel quale sostenne che bisognava distinguere tra "omicidi politici", ovvero commessi in ragione del ruolo esercitato dalla persona uccisa, ed "esecuzioni sommarie", ovvero uccisioni indiscriminate di avversari politici e oppositori, e invitò chiunque sapesse come ritrovare le spoglie delle persone uccise a dare le necessarie informazioni. Per questo ebbe gravi difficoltà all'interno del partito, dove venne aspramente contestato<ref>[{{cita news|url=http://www.sissco.it/index.php?id=1291&tx_wfqbe_pi1%5Bidrassegna%5D=4361 ''|titolo=Triangolo della morte, i Ds chiariscano tutto '' (|pubblicazione=[[Corriere della Sera, ]]|data=10 maggio 2005)]}}</ref>, e venne inoltre escluso dal Comitato Provinciale dell'[[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia|ANPI]], dalla Presidenza dell'Istituto Cervi (a cui in seguito venne riammesso) e dalla Commissione regionale di controllo. Ci vollero diversi anni prima che la sua figura venisse ufficialmente riabilitata. L'invito ebbe in risposta una croce piantata nel comune di [[Campagnola Emilia]], dove furono trovati i resti di alcune persone trucidate, vittime della guerra interna al CLN<ref>''[[Avvenire]]'', 7 gennaio 2004</ref>.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=Simeone Del Prete, ''|titolo=La giustizia nel dopoguerra. I processi ai partigiani e l'avvocato Leonida Casali (1948-1953)'', |editore=Unibo, |città=Bologna, |anno=2016}}.
*{{cita libro|autore=[[Daniela Anna Simonazzi]], ''|titolo=AZOR: La Resistenza incompiuta di un comandante partigiano'', |città=Reggio nell'Emilia : |editore=Age, |anno=2004}}
*{{cita libro|autore=[[Roberto Beretta]], ''|titolo=[[Storia dei preti uccisi dai partigiani]]'', [[|editore=Edizioni Piemme]],|città=Casale Monferrato|anno=2005|ISBN=88-384-8459-7}}
*{{cita libro|auotre=Guido Crainz, ''|titolo=L'ombra della guerra. Il 1945'', |città=Roma, |editore=Donzelli, |anno=2007, |ISBN =978-88-6036-160-8}}
*{{cita libro|autore=Giovanni Fantozzi|titolo=Vittime dell'odio: l'ordine pubblico a Modena dopo la liberazione, (1945-1946)|editore=Europrom|città=Bologna|anno=1990}}</ref>
* Massimo Storchi, ''Uscire dalla guerra. Ordine pubblico e dibattito politico a Modena, 1945-1946'', Milano, Franco Angeli, 1995.
*{{cita libro|autore=[[Giorgio Pisanò]]|autore2=Paolo Pisanò|titolo=Il triangolo della morte: la politica della strage in Emilia durante e dopo la guerra civile|città=Milano|editore=Mursia|edizione=Testimonianze fra cronaca e storia 181|anno=1992|ISBN=88-425-1157-9|cid=Pisanò}}
*{{cita libro|autore=|nome=Nazario Sauro|cognome=Onofri|titolo=Il triangolo rosso. La guerra di liberazione e la sconfitta del fascismo (1943-1947)|url=http://memoriadibologna.comune.bologna.it/files/1943-45/onofri/triangolo-rosso.pdf|anno=2007|editore=SAPERE 2000 Edizioni Multimediali|città=Roma|p=|pp=|isbn=978-88-7673-265-2}}
*{{cita libro|autore=Massimo Storchi, ''|titolo=Uscire dalla guerra. Ordine pubblico e dibattito politico a Modena, 1945-1946'',|edizione=Istituto Milano,nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia 32|città=Milano|editore=Franco Angeli, |anno=1995|ISBN=88-204-9130-3}}.
 
*{{cita libro|autore=|nome=Nazario Sauro|cognome=Onofri|titolo=Il triangolo rosso. La guerra di liberazione e la sconfitta del fascismo (1943-1947)|url=http://memoriadibologna.comune.bologna.it/files/1943-45/onofri/triangolo-rosso.pdf|anno=2007|editore=SAPERE 2000 Edizioni Multimediali|città=Roma|p=|pp=|isbn=978-88-7673-265-2}}
*{{Cita libro|autore=[[Giampaolo Pansa]]|titolo= Il sangue dei vinti|anno= 2003|editore= Sperling & Kupfer|città= Milano|isbn= 88-8274-759-X|cid=Pansa 2003}}
*{{cita libro|autore=Giampaolo Pansa|titolo=Sconosciuto 1945|città=Milano|editore=Sperling & Kupfer|edizione=Saggi. Storia|anno=2005|pp=XII-475|ISBN=88-200-3967-2|cid=Pansa 2005}}
=== Altri riferimenti ===
* Cristina Fratelloni (a cura di), ''1945. Nodo di sangue'', puntata del programma documentario ''[[La Storia siamo noi]]'', in onda su [[Rai 2]] il 26 aprile 2007.