Teodosio di Pečers'k: differenze tra le versioni

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Dopo la decisione del maestro di ritirarsi a vivere in solitudine e contemplazione presso le [[Grotte Vicine (Pečerska Lavra)|grotte vicine]], Teodosio diventò discepolo di colui che Antonio aveva destinato a succedergli nella guida della comunità monastica, l'[[egumeno]] [[Barlaam di Pečerska|Barlaam]].
 
Durante tale periodo della propria vita si stabilì in una piccola cella sita in una delle grotte e, all'interno di questa, riprese a praticare atti di mortificazione corporale. Su esempio dei santi delle lavre egiziane e palestinesi, era molto frugale nel mangiare: le sue agiografie narrano infatti che la sua dieta giornaliera era costituita sostanzialmente da una fetta di pane senza [[burro]], da verdura cruda e da acqua di fonte. era solito passare le notti in veglia e, secondo le testimonianze raccolte da Nestor, chiunque si fosse avventurato presso la sua grotta nelle ore notturne lo avrebbe sentito piangere e disperarsi per poi, una volta bussato al suo uscio ripetutamente, essere accolto dal suo volto sorridente che lo rassicurava sul proprio riposo notturno. Durante la notte leggenda vuole che il santo, così come sarebbe poi accaduto ad altri abitatori della lavra, fosse disturbato da un demone pagano, il Domovoj (retaggio dell'antica religione simile nei comportamenti ai folletti delle religioni celtiche) il quale insinuava nella sua testa "canzoni irripetibilioscene".
 
Teodosio, a dispetto delle sue pratiche ascetiche, non cercò mai l'isolamento dal mondo, continuando a vivere e a collaborare ai bisogni della comunità in cui viveva. Spesso durante la notte compiva lavori assegnati ad altri monaci e a chi gli chiedesse il motivo rispondeva che comunque non aveva niente da fare.
 
Divenuto a sua volta abate del monastero si adoperò per dotare di una regola comune la comunità di religiosi che nel frattempo si stava ampliando, inviando uno dei monaci più anziani a Costantinopoli con il compito di portare nelle terre russe la regola conventuale di [[Teodoro Studita]] donata dal patriarca Alessio ([[1025]] - [[1043]]).<br>
In accordo con questa stabilì all'interno del Lavra delle regole fisse che proibivano qualsiasi forma di possesso materiale e suddividevanotutto laciò giornatache potesse essere considerato superfluo: nel forno del monastero doveva essere prodotto solo e unicamente quanto necessario per il sostentamento dei monaci. Le giornate erano suddivise in ore di preghiera che avrebbero dovuto necessariamente alternarsi con ore di lavoro. Fu stabilito l'obbligo per ogni monaco di confidare i propri pensieri al priore, pratica quest'ultima che, nell'intenzione di Teodosio, sarebbe servita a bloccare sul nascere le passioni, prima che esse si materializasseromaterializzassero nelle anime dei monaci. Teodosio stesso vigilò attivamente sull'adempimento delle regole imposte. La tradizione vuole che, poiché non dormiva quasi mai, avesse preso l'abitudine di controllare il comportamento dei monaci dopo la cena, quando, secondo le norme avrebbero dovuto fare ritorno alle proprie celle, e rimanere in silenzio fino alla mattina successiva: quando sorprendeva due fratelli a parlare l'abate non si dimostrava parco nelle ammonizioni.
 
Teodosio stesso vigilò attivamente sull'adempimento delle regole imposte. La tradizione vuole che, poiché non dormiva quasi mai, avesse preso l'abitudine di controllare il comportamento dei monaci dopo la cena, quando, secondo le norme avrebbero dovuto fare ritorno alle proprie celle, e rimanere in silenzio fino alla mattina successiva: quando sorprendeva due fratelli a parlare l'abate non si dimostrava parco nelle ammonizioni.
Oltre all'introdurre per la prima volta il monachesimo cenobita in russia, Teodosio trasformò l'insieme di caverne, dove originariamente si era ritirato insieme agli adepti di sant'Antonio di Pečerska, in un monastero vero e proprio costruendo celle la dove le grotte non fossero state più sufficienti, piantando alberi, installando condutture che portassero acqua e destinando parte del terreno intorno al monastero alla coltivazione dei cereali.<br>
 
Oltre all'introdurre per la prima volta il monachesimo cenobita in russia, Teodosio trasformò l'insieme di caverne, dove originariamente si era ritirato insieme agli adepti di sant'Antonio di Pečerska, in un monastero vero e proprio costruendo celle la dove le grotte non fossero state più sufficienti, piantando alberi, installando condutture che portassero acqua e destinando parte del terreno intorno al monastero alla coltivazione dei cereali.<br> Accanto al monastero Teodosio fece costruire una casa per i miserabili, i ciechi, gli zoppi e i tribolati" che provvedeva a dare un sostentamento alle persone in difficoltà. A finanziare quest'ultima convergevano le offerte dei benefattori del monastero. A ulteriore riprova dell'attenzione di Teodosio verso i poveri e i derelitti vi è la circostanza che una volta alla settimana il monastero donava il pane prodotto eccezionalmente in eccedenza alla prigione di Kiev, dove veniva distribuito ai detenuti.
Il nuovo priore introdusse anche l'uso della lettura dei testi sacri durante i pasti, introducendo anche nel monachesimo russo la figura del copista avente ruolo di preservare i libri della cristianità che in altro modo sarebbero andati dispersi.<br>
Improntò i suoi rapporti con il mondo esterno alla medesima austerità con cui viveva all'interno del monastero: pur cercando di tenere buoni rapporti con il potere temporale dei potentati vicini, Teodosio affermò l'assoluta indipendenza del proprio monastero da qualsiasi forma di potere e governo.
 
Cosciente del solco che si stava formando in quegli anni tra [[Chiesa cattolica]] e [[Chiesa ortodossa]], Teodosio parteggiò apertamente per la seconda inviando al principe [[Iziaslav I di Kiev]] ([[1024]]-[[1078]]), una epistola di cui è significativo il successivo stralcio: "Voi Latini avete rigettato la fede degli [[Apostoli]] e dei Santi Padri e avete accolto la fede ingiusta, piena di perdizione. Perciò siete respinti da noi. Perciò non è possibile servire insieme la [[Liturgia]] e partecipare nella [[Comunione]]".
 
In un mondo dove non c'erano organi capaci di amministrare efficacemente la giustizia i fedeli si rivolgevano al monastero per dirimere le controversie. Teodosio e gli altri monaci erano così chiamati a decidere riguardo ai problemi più disparati. Il ruolo del Lavra non si esauriva tuttavia nelle funzioni spirituali, caritative e giurisdizionali: la sua ascesa in campo religioso ebbe infatti forti ripercussioni anche in campo politico. Teodosio, forte di questo, protestò energicamente contro il colpo di Stato che aveva visto la salita al trono di [[Sviatoslav II di Kiev]] e, successivamente, intercedette con successo con quest'ultimo riappacificandolo con i propri nemici.
 
Morì il 3 maggio 1074.