Lietta Tornabuoni: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nata a Pisa il 24 marzo [[1931]] da un'antica famiglia aristocratica, figlia di un militare, iniziò la carriera giornalistica nel [[1949]], a 18 anni, presso il settimanale ''Noi Donne''. Tra il 1954 e il 1957 fu inviata del settimanale della Cgil ''Il Lavoro'' diretto da [[Gianni Toti]]<ref>M.L. Righi, ''Il lavoro delle donne e le politiche del sindacato: dal boom economico alla crisi degli anni Settanta'', in ''Mondi femminili in cent’anni di sindacato''. Roma, Ediesse, 2008, vol. 2, p. 123-161. Cfr. anche la sua testimonianza in Patrizia Carrano, ''Le signore ‘grandi firme’''. Colloqui con Natalia Aspesi, Camilla Cederna, Oriana Fallaci,
Brunella Gasperini, Miriam Mafai, Anna Maria Mori, Gabriella Poli, Carla Ravaioli, Lidia Ravera, Lietta Tornabuoni, Rimini-Firenze, Guaraldi, 1978, pp. 263-281</ref>. Nel [[1956]] collaborò con ''Novella'' ed in seguito con ''[[L'espresso]]'', ''[[L'Europeo]]'', ''[[La Stampa]]'' e ''[[Il Corriere della Sera]]'' (dal 1975 al 1978)<ref>[http://www3.lastampa.it/spettacoli/sezioni/articolo/lstp/383210/ Addio a Lietta Tornabuoni] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110113235230/http://www3.lastampa.it/spettacoli/sezioni/articolo/lstp/383210/ |
Nel mese di dicembre del [[2010]] fu ricoverata al [[Policlinico Umberto I]] di [[Roma]] per una caduta; morì l'11 gennaio [[2011]], a 79 anni.<ref>Raffaella Silipo, [http://espresso.repubblica.it/dettaglio/addio-a-lietta-tornabuoni/2141985/ Addio a Lietta Tornabuoni], [[L'Espresso]]</ref>. Era sorella del pittore Lorenzo Tornabuoni.
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