Threskiornis aethiopicus: differenze tra le versioni

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||statocons_ref=<ref name=iucn2018>{{IUCN|autore=[[BirdLife International]]|anno=2018 |titolo=''Threskiornis aethiopicus'' |volume=2018 |page=e.T22697510A132068562 |summ=22697510}}</ref>
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|immagine=Threskiornis aethiopicus -Mida Creek mud flats, Kenya-8.jpg
|didascalia=Un esemplare al Mida Creek, [[Kenya]]
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Questo uccello di solito è silenzioso, ma occasionalmente emette rumori striduli, a differenza del suo stretto parente ben più vocale, l'[[Bostrychia hagedash|ibis hadada]] (''Bostrychia hagedash''). Quando è in volo, l'ibis sacro mantiene il collo allungato in avanti e le zampe slanciate (in modo particolarmente simile alla [[Ciconia ciconia|cicogna bianca]]) e, proprio osservandolo durante questo movimento, si può notare il sottoala, di un bianco meno chiaro rispetto a quello del piumaggio. Tassonomicamente, la specie non è divisa in alcuna [[sottospecie]].<ref name=adw/>
 
==Ecologia==
[[File:Sacred ibis.jpg|thumb|Ibis sacro fotografato in [[Kenya]].]]
Come gli altri rappresentanti del genere ''Threskiornis'', a dispetto degli altri [[ibis (animale)|ibis]], è prevalentemente una specie diurna.
Si riunisce in grandi gruppi, che possono superare le 100 unità, ma che durante il periodo dell'accoppiamento toccano i 4-500 esemplari<ref name="ReferenceB">Chris Gibson: ''Natura in tasca: Animali selvatici''</ref>.
[[File:Threskiornis aethiopicus MHNT.ZOO.2010.11.63.1.jpg|thumb|Uova di ''Threskiornis aethiopicus'']]
Nonostante a volte mangi semi o [[alga|alghe]]<ref name="Joanna Burger, op.cit., pag. 122"/>, l'ibis sacro è prevalentemente carnivoro: si nutre di piccoli pesci, [[invertebrati]], [[serpentes|serpentelli]] e [[Anura|batraci]] nonché uova e pulcini di altre specie di uccelli. La sua tecnica è piuttosto semplice: fissata la preda prescelta, l'ibis la segue con lo sguardo e, alla prima occasione propizia, l'afferra con una [[becco|beccata]] precisa, ingoiandola intera.
 
L'ibis sacro è stato anche osservato intento a ghermire i giovani coccodrilli appena nati o persino le uova e i piccoli delle [[Chelonioidea|tartarughe marine]], nel momento della schiusa, sulle spiagge africane<ref>Marta Avanzi: ''Il grande libro delle tartarughe acquatiche e terrestri''</ref>.
 
La riproduzione avviene in [[estate]], tra giugno ed agosto: gli ibis sacri si riuniscono nei succitati grandi gruppi e i maschi si formano un [[harem]] di femmine, tentando pure di sottrarle ai rivali, sfidandoli in incruente lotte, formate da gonfiamenti del [[petto]] e gorgheggi striduli col solo scopo di intimorire l'avversario<ref>AA.VV.: ''La meravigliosa avventura della vita'', pag.172</ref>.
 
L'[[Uovo (biologia)|ovodeposizione]] consiste in 1-5 uova (nella maggior parte dei casi 2 o 3<ref>Touring Club Italiano: ''Gli uccelli'', pag.122</ref>), covate esclusivamente della femmina, che si occupa anche di nutrire i pulcini. I giovani ibis sacri si rendono indipendenti a 4-5 settimane di vita, e a 20 sono in grado di riprodursi<ref name="ReferenceB"/>. Possono vivere sino a 18 anni<ref name="ReferenceB"/>.
 
===Rapporti con altri animali===
L'ibis sacro, nidificando in colonie, viene a contatto con altri volatili, affini ad esso come abitudini. Sul delta del fiume [[Delta dell'Okavango|Okavango]], durante i periodi d'abbondanza ittica, sono state viste battute di caccia degli ibis con altri uccelli acquatici come [[Scopus umbretta|umbrette]], [[pelecanus|pellicani]], [[ardea (zoologia)|aironi]], [[Phalacrocorax carbo|cormorani]] e [[Anhingidae|aninghe]].
 
La specie non ha nemici abituali in natura, anche se talvolta può subire la predazione da parte dei [[Python (zoologia)|pitoni]], di qualche uccello [[rapace]] o soprattutto dei coccodrilli, mentre i nidacei rischiano di cader vittima dei serpenti, dei [[varanus|varani]] e anche dei babbuini, allo stesso tempo avidi razziatori di uova.
 
Nelle zone in cui si è naturalizzato, risulta nocivo per l'avifauna autoctona, vista la sua propensione a nutrirsi di uova e pulcini di altre specie.
 
== Distribuzione e habitat ==
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=== Introdotto ===
I primi ibis sacri africani portati in Europa furono una coppia importata dall'Egitto in Francia a metà del 1700.[5] Durante l'Ottocento vi furono i primi avvistamenti di esemplari fuggiti dagli zoo in Europa (in Austria ed Italia). Negli anni '70 era di moda per gli zoo europei tenere uccelli esotici in colonie libere di volare nei dintorni per poi tornare a cibarsi nei terreni dello zoo di giorno. In quanto tali, delle popolazioni selvatiche cominciarono a stabilirsi in [[Italia]], [[Francia]], [[Spagna]], [[Paesi Bassi]], [[Isole Canarie]], [[Florida]], [[Taiwan]], [[Emirati Arabi Uniti]] e forse anche a [[Bahrain]].<ref name=iucn2018/><ref name=Yésou/><ref name=WildEast>{{cite news |last=Charlier |first=Phillip |date=25 April 2016 |title=The Sacred Ibis Runs Rampant in Taiwan |url=http://news.thewildeast.net/the-sacred-ibis-runs-rampant-in-taiwan/ |newspaper=The Wild East Magazine|access-date= 9 January 2017}}</ref>
[[File:Threskiornis aethiopicus, Bacini di Torrile, Fascia golenale del Po.jpg|thumb|left|Ibis sacro nella fascia golenale del Po]]
In tempi recenti, a causa di fughe o liberazioni di individui detenuti da zoo e collezioni private, l'ibis sacro è stato introdotto anche in altri luoghi, tra cui la [[Francia]] e l'[[Italia]], come il [[Parco Agricolo Sud Milano]] e il [[Parco naturale delle Lame del Sesia]], nel Novarese, nel Parmense (per esempio nell'Oasi LIPU di Torrile), presso [[Vercelli]], la [[Monumento naturale Garzaia di Celpenchio|Garzaia di Celpenchio]], in provincia di Pavia <ref>Nel maggio 2011 rilevati quattro esemplari nelle vicinanze di Vigevano, nel pavese. Novembre 2016 fotografati una trentina di esemplari nelle campagne di Mairano di Noviglio (MI).
Il 9 ottobre 2017 avvistato uno stormo di circa 50 esemplari presso la Cascina Scocchellina di Parona Lomellina (PV) [http://www.regione.piemonte.it/parchi/riv_archivio/1999/86apr99/ibis.htm Ibis sacro: dal Nilo alle Lame del Sesia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20050420153503/http://www.regione.piemonte.it/parchi/riv_archivio/1999/86apr99/ibis.htm |data=20 aprile 2005 }}</ref>, nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po e in località Volania presso Comacchio), in Toscana presso il Padule di Fucecchio, numerosi esemplari frequentano il Cremasco, inoltre numerosi avvistamenti sono stati fatti nella ridente cittadina di San Cesareo, alle porte di Roma, dove gli uccelli in gran numero hanno affollato la piazza cittadina destando curiosità tra gli astanti.
Avvistato in un gruppo di 5 individui a Meolo, in provincia di Venezia, nei pressi di un casello austradale di A4, nel febbraio 2019.
Recenti avvistamenti di decine di esemplari sono state riscontrate anche nelle ex risaie tra Novella e la frazione di San Bernardino, in provincia di Reggio Emilia.
 
Alcuni studi indicano che le popolazioni introdotte in Europa hanno avuto impatti economici ed ecologici significativi,<ref>{{cite journal|last1=Kumschick|first1=S.|last2=Nentwig|first2=W.|year=2010|title=Some alien birds have as severe an impact as the most effectual alien mammals in Europe|journal=Biological Conservation|volume=143|issue=11|pages=2757–2762|doi=10.1016/j.biocon.2010.07.023}}</ref> mentre altri suggeriscono che non costituiscono una minaccia sostanziale per le specie di uccelli europei autoctone.<ref name=Marion/>
La popolazione degli ibis è calcolata in centinaia di migliaia di individui, il che, insieme alle grandi capacità di adattamento di questa specie, fa sì che non sia in pericolo di [[estinzione]]<ref>{{cita web|url=http://www.iucnredlist.org/details/22697510/0|titolo=Dati sulla popolazione da IUCN}}</ref>.
 
==== Europa ====
[[File:Ibis Ile de Ré 25 04 2012.jpg|thumb|left|Esemplari in volo a [[Isola di Ré]], [[Francia]]]]
In Francia, la popolazione di ibis sacri africani introdotta si è stabilita lungo la costa atlantica francese. Questa popolazione è, probabilmente, il risultato della riproduzione incontrollata di numerosi uccelli rinselvatichitesi, probabilmente, parte della colonia libera dei giardini zoologici Branféré, nel sud della [[Bretagna]]. Gli uccelli iniziarono a nidificare con successo, per la prima volta, nel 1993 in due siti: il [[golfo di Morbihan]] ed il lago di Grand-Lieu, rispettivamente a 25 km (16 mi) e a 70 km (43 mi) da Branféré. Nel 2005, la popolazione nidificante dell'Atlantico francese è stata stimata a 1.100 coppie, ed i censimenti invernali hanno riportato una popolazione totale stimata ad un massimo di 3.000 uccelli. Una popolazione separata, probabilmente proveniente da uno zoo di [[Sigean]], si stabilì sulla costa mediterranea francese, e nel 2005 la colonia dell'Etang de Bages-et Sigeanè è stata stimata contare circa 250 coppie d'ibis sacri.<ref name=Yésou/> Per fronteggiare il problema della dilagazione di questo uccello venne avviato un programma d'abbattimento, e nel 2011 la popolazione scese a 560-600 coppie.<ref>{{cite web |url=http://www.oncfs.gouv.fr/IMG/pdf/Bilan_nidification_ibis_sacre_2011.pdf |title=Nidification de l'ibis sacré dans l'ouest de la France en 2011 |language=fr |accessdate=5 January 2018 |author=Pierre Yésou |date=23 November 2011 |publisher=Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage}}</ref> Entro il gennaio 2017 il programma di eradicazione dell'ibis sacro aveva ridotto il numero di uccelli nella Francia occidentale a 300-500 uccelli, mantenendo il lago di Grand-Lieu come unico sito di riproduzione regolare nella regione; con il progredire del programma d'abbattimento gli uccelli divennero più cauti. La popolazione vicino a Sigean, invece, è stata quasi del tutto eradicata, uccidendo e ricatturando gli uccelli rimanenti, sebbene alcuni avvistamenti confermerebbero la presenza di alcuni esemplari ancora in libertà nel [[Camargue]].<ref>{{cite journal|author1=Pierre Yésou |author2= Philippe Clergeau |author3=Suzanne Bastian |author4=Sébastien Reeber |author5=Jean-François Maillard |name-list-style=amp |year=2017 |title=The Sacred Ibis in Europe: ecology and management |journal=British Birds |volume=110 |issue=April 2017 |pages=197–212}}</ref>
 
Questa specie non è considerata stabile nella [[Spagna]] continentale. Lo [[zoo di Barcellona]] aveva una piccola popolazione libera riprodottasi con successo all'interno dello zoo, ed, almeno una volta nel 1974, nel parco cittadino circostante. Tra il 1983 ed il 1985 la popolazione aumentò a 18 uccelli, ma successivamente diminuì a 4-6 coppie negli anni '90 poiché molti uccelli erano scappati dall'area, mentre i restanti esemplari vennero ricatturati e alloggiati permanentemente in habitat chiusi entro la fine degli anni '90 (lo zoo possiede ancora alcuni esemplari). Nel 2001, i restanti uccelli nei dintorni vennero abbattuti, ponendo così fine alla presenza della specie allo stato selvatico nella zona. Tuttavia, all'inizio degli anni 2000, esemplari vagranti provenienti molto probabilmente dalla Francia vennero avvistati nella [[Catalogna]] settentrionale e da allora sono stati registrati avvistamenti sporadici durante tutto l'anno lungo le coste del Mediterraneo e della [[Cantabria]]. Tra il 1994 3e il 2004 vennero raccolte un totale di venti segnalazioni appurate.<ref name=Yésou/><ref name=SEO>{{cite web |url=https://www.seo.org/ave/ibis-sagrado/ |title=Ibis sagrado SEOBirdLife |author=<!--Not stated--> |date=2008 |language=es |publisher=Sociedad Española de Ornitología |access-date=7 April 2018 }}</ref> Nel 2009, gli uccelli che entravano in Spagna dalla Francia vennero tutti abbattuti.<ref name=CABI/>
[[File:Threskiornis aethiopicus, Bacini di Torrile, Fascia golenale del Po.jpg|thumb|left|Ibis sacro nella fascia golenale del Po]]
Le popolazione selvatiche in [[Italia]] potrebbero essere stata introdotte dallo [[Parco faunistico Le Cornelle|zoo Le Cornelle]] che, all'inizio degli anni '80, possedeva una colonia libera, o forse sono gli stessi esemplari provenienti dalla Bretagna, sebbene ciò non sia chiaro. La prima coppia venne avvistata nidificare nella vicina aroneria di [[Oldenico]], nel [[Parco naturale delle Lame del Sesia]] a [[Novara]], nell'Italia nordoccidentale, nel 1989.<ref>Nel maggio 2011 rilevati quattro esemplari nelle vicinanze di Vigevano, nel pavese. Novembre 2016 fotografati una trentina di esemplari nelle campagne di Mairano di Noviglio (MI).
Il 9 ottobre 2017 avvistato uno stormo di circa 50 esemplari presso la Cascina Scocchellina di Parona Lomellina (PV) [http://www.regione.piemonte.it/parchi/riv_archivio/1999/86apr99/ibis.htm Ibis sacro: dal Nilo alle Lame del Sesia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20050420153503/http://www.regione.piemonte.it/parchi/riv_archivio/1999/86apr99/ibis.htm |data=20 aprile 2005 }}</ref> Nel 1998 venne avvistata una colonia composta da 9 coppie e 48 uccelli; nel 2000 questa colonia aumentò a 24-26 coppie, arrivando nel 2003 a contare 25-30 coppie riproduttive. Una seconda colonia è apparsa nel 2004 presso un'altra aroneria vicina a [[Casalbeltrame]]. Questi uccelli si nutrono principalmente nelle risaie della zona, ma migrano anche altrove durante l'estate, aumentando di numero in inverno. Nel 2008, il numero di ibis sacri riproduttivi in Italia è stato stimato a 80-100 coppie con almeno 300 uccelli totali. Nello stesso anno tre coppie furono osservate appollaiarsi presso un'aironeria di [[Casaleggio Novara|Casaleggio]]. Nel 2009, si diceva che l'animale fosse diventato uno degli animali più caratteristici della risicoltura novarese e vercellese. Nel 2010 venne segnalato che la specie tentava di riprodursi nel [[Delta del Po]]. Entro il 2014 sono state raccolte varie segnalazioni di siti di nidificazione in varie zone dalla Pianura Padana fino alla Toscana. Al di fuori della Regione Piemonte si segnalano casi di possibili siti di nidificazione in [[Emilia-Romagna]], [[Veneto]] e [[Lombardia]]. Inoltre numerosi avvistamenti sono stati fatti presso il [[Parco Agricolo Sud Milano]], nel Parmense (per esempio nell'Oasi LIPU di Torrile), presso [[Vercelli]], la [[Monumento naturale Garzaia di Celpenchio|Garzaia di Celpenchio]], in provincia di Pavia, nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po e in località Volania presso Comacchio), in Toscana presso il Padule di Fucecchio dove numerosi esemplari frequentano il [[Cremasco]]. Vi sono stati avvistamenti anche nella ridente cittadina di San Cesareo, alle porte di Roma, dove gli uccelli in gran numero hanno affollato la piazza cittadina destando curiosità dei passanti. Nel febbraio 2019, un gruppo di cinque individui è stato avvistato a [[Meolo]], in provincia di [[Venezia]], nei pressi di un casello autostradale di A4. Recenti avvistamenti di decine di esemplari sono state riscontrate anche nelle ex risaie tra Novella e la frazione di San Bernardino, in provincia di [[Reggio Emilia]]. Finora non sembrano esserci sforzi coordinati di controllo della popolazione in Italia.<ref>{{cite web |url=http://www.tenutasanguido.com/pdf/BOLGHERI%20OASI/IbisSacro%20Eng.pdf |title=Oasi di Bolgheri - The African sacred ibis (''Threskiornis aethiopicus'') - A new species for the Bolgheri Bird Sanctuary |last=Politi |first=Paolo Maria |date=23 November 2014 |publisher=WWF OASI |access-date=17 April 2018}}</ref><ref>{{cite web |url=http://www.parcodelmincio.it/infonatura-dettaglio.php?id=42880 |title=Lo strano caso dell'ibis sacro… |last=Pavesi |first=Alessandro |date=14 July 2017 |language=it |location=Mantua |publisher=Gruppo Ricerche Avifauna Mantova (GRAM) for Parco del Mincio |access-date=17 April 2018}}</ref>
 
Nei [[Paesi Bassi]], gli ibis sacri furono introdotti da tre fonti; la più grande era uno stormo libero presso lo [[zoo]] [[voliera]] Avifauna, ed un altro era un gruppo di 11 uccelli fuggiti da un commerciante di uccelli privato a [[Weert]] quando un albero cadde sul loro recinto tra il 1998 e il 2000, i quali sarebbero tornati tutti nella loro gabbia ogni inverno. Inoltre, nel 2000 un gruppo di ibis sacri è scappato da uno zoo vicino a [[Munster (Irlanda)|Munster]], alcuni dei quali sembra abbiano attraversato il confine con l'[[Overijssel]], come sarebbe stato confermato dal colore dei loro [[Inanellamento|anelli di riconoscimento]]. Lo stormo libero di Avifauna contava 12 individui nel 2001, 30 nel 2003, e si stima che un massimo di 41 uccelli sia infine fuggito dallo zoo. Ci sono stati avvistamenti in tutto il paese per molti anni, ma nel 2002 il successo della riproduzione degli esemplari fuggiti è stato segnalato per la prima volta in una riserva naturale a circa 40 km da Avifauna. Nel 2007, la popolazione selvatica nei Paesi Bassi è aumentata a 15 coppie che si riproducevano in tre località, incluso un albero appena fuori dallo zoo. Le coppie si sposterebbero regolarmente dallo zoo alla riserva naturale in estate e viceversa. L'anno successivo, nel 2008, l'albero fuori dallo zoo è stato abbattuto e gli uccelli in libertà sono stati ricatturati e rimessi in cattività. L'inverno 2008/2009 fu molto freddo e molti uccelli morirono. Nel 2009, vennero catturati altri 37 uccelli, e nel 2010 non vi erano più uccelli nidificanti in natura. Gli uccelli a Weert vennero dimezzati in numero dopo l'inverno 2008-2009 ed scomparvero completamente tra il 2011 e il 2015. Nel 2016, alcuni uccelli sopravvissuti hanno tentarono di riprodursi a Overijssel, ma da allora sono state raccolte poche segnalazioni. Possibili esemplari vagranti dalla Francia sono stati avvistati dopo il 2010.<ref>{{cite web |url=http://www.michelklemann.nl/ibis/index.htm |title=Heilige Ibis ''Threskiornis aethiopicus'' Sacred Ibis |last=Klemann |first=Michel |date=n.d. |language=nl |access-date=9 April 2018}}</ref><ref name=Waardenburg>{{cite report |last1=Smits |first1=R.R. |last2=van Horssen |first2=P. |last3=van der Winden |first3=J. |date=26 February 2010 |title=A risk analysis of the sacred ibis in The Netherlands |url=https://www.buwa.nl/fileadmin/buwa_upload/Bureau_Waardenburg_rapporten/09-556_Risk_analysis_sacred_ibis.pdf |publisher=Bureau Waardenburg B.V. |docket=Report nr 10-005}}</ref><ref>{{cite web |url=https://www.sovon.nl/nl/soort/1420 |title=Heilige Ibis Sovon.nl |author=<!--Not stated--> |language=nl |publisher= Sovon Vogelonderzoek Nederland |date=n.d.|access-date=9 April 2018}}</ref>
 
==== Altrove ====
L'ibis sacro non è considerata una specie invasiva nelle [[Isole Canarie]]. L'animale può essere visto negli zoo di [[Tenerife]], [[Gran Canaria]], [[Lanzarote]] e [[Fuerteventura]], due dei quali hanno mantenuto due colonie libere nelle loro collezioni. Nel 1989, il primo ibis venne avvistato in natura. Nel 1997, la prima coppia è stata vista riprodursi al di fuori di uno degli zoo, e la popolazione selvatica raggiunse un massimo di 5 coppie tra allora ed il 2005. Questa popolazione è divisa tra le isole Lanzarote (vicino ad [[Arrecife]] in una vecchia colonia di aironi) e Fuerteventura (in semi libertà nello zoo vicino a La Lajita). Su entrambe le isole, questi uccelli sono rimasti molto vicini agli zoo. L'allevamento è "controllato". Vi è disaccordo sull'origine di altri avvistamenti, soprattutto durante il periodo migratorio. Gli ibis sono stati visti in tutte e quattro le isole dove ci sono zoo che li custodiscono.<ref name=Yésou/><ref name=SEO/><ref>{{cite web |url=http://blog.birdingcanarias.com/2009/02/ibis-sagrado-en-tenerife.html |title=Birding Canarias - Ibis Sagrado en Tenerife |last=Ramos |first=Juan José |date=12 February 2009 |language=es |access-date=6 April 2018}}</ref>
 
Gli ibis sacri introdotti negli [[Emirati Arabi Uniti]] vennero allevati nella riserva faunistica dell'isola [[Sir Bani Yas]], dove 6 esemplari sono stati introdotti all'inizio degli anni '80. Questi uccelli non lasciarono mai l'isola e, nel 1989 ne rimase uno solo che morì lo stesso anno. Lo zoo di Al Ain possiede uno stormo dal 1976, che, nel 1991, era aumentato fino a contare circa 70 individui. Dagli anni '80 ci sono stati diversi avvistamenti di ibis a Dubai. Gli uccelli di Al Ain inizialmente rimasero nello zoo, cominciando in seguito a volare dallo zoo all'impianto di trattamento delle acque reflue e ad un'area umida poco profonda nell'ex parco pubblico, ora parco di ville di lusso, Ain Al Fayda, dove il loro numero è aumentato lentamente fino a 32 esemplari, nel 1997. Inizialmente poco numerosi al di fuori di questi luoghi, dal 2001 da 1 a 5 ibis si sarebbero presentati regolarmente a [[Dubai]] in luoghi come il campo da golf, l'impianto di trattamento delle acque reflue ed il cantiere dell'ormai completata Dubai International City. Da allora la nidificazione è avvenuta a Dubai. Gli uccelli di Dubai in particolare possono essere parzialmente vagranti arrivando ​​dalle paludi irachene, poiché si presentano spesso durante la stagione migratoria.<ref name=Yésou/><ref name=MiddleEast/><ref name=CABI/><ref name=Klemann/><ref>{{cite report |last1=Pedersen |first1=T. |last2=Aspinall |first2=S.J. |last3=Campbell |first3=O.J. |last4=Smiles |first4=M.C. |date=2017 |title=EBRC Annotated Checklist of the birds of the United Arab Emirates |url=http://www.uaebirding.com/uaechecklist.html |publisher=Emirates Bird Records Committee |page=125 |access-date=11 April 2018 |archive-url=https://web.archive.org/web/20180412082728/http://www.uaebirding.com/uaechecklist.html |archive-date=12 April 2018 |url-status=dead }}</ref> D'altra parte, si sospetta che un uccello che si presenta in Iran provenga dalla popolazione introdotta degli Emirati Arabi Uniti.<ref name=Iran/> Nel 2010, la popolazione di Al Ain contava più di 75 uccelli e gli uccelli dello zoo che volano liberamente si appollaiano in due sotto-colonie sopra la loro voliera. Gli uccelli si presentano regolarmente in tutta la città e nei villaggi circostanti e spesso possono essere visti la mattina presto nei parchi e nelle rotatorie mentre raccolgono gli scarti lasciati dalle persone la sera prima.<ref>{{cite newsgroup |title=Sacred ibis in Green Mubazzara |author=Rezak Khan |date=30 April 2010 |url=http://www.uaebirding.com/forum/showthread.php?2645-sacred-ibis-in-Green-Mubazzara |access-date=11 April 2018}}</ref>
 
Una popolazione riproduttiva è stata elencata come introdotta in [[Bahrain]] almeno dal 2006,<ref>{{cite web |url=http://www.hawar-islands.com/checklist.html |title=Bahrain Check List |last=King |first=Howard |date=n.d. |access-date=10 April 2018}}</ref> ma si dice anche che sia una specie vagrante sull'isola.<ref name=MiddleEast/>
 
A [[Taiwan]], come altrove, la popolazione introdotta è fuggita da uno zoo, in questo caso prima del 1984, momento in cui sono stati avvistati i primi esemplari selvatici a Guandu, a [[Taipei]]. Nel 1998, è stato stimato che circa 200 uccelli vagassero liberamente, principalmente nel nord di Taiwan. Nel 2010, è stato aggiunto per la prima volta alla lista di controllo degli uccelli di Taiwan con lo stato di "non comune" (al contrario di "raro"). Nel 2010, questi uccelli sono stati occasionalmente avvistati anche sulle [[isole Matsu]], che si trovano a soli 19 km al largo della costa della [[Provincia di Fujian]], della Cina continentale (e a pochi chilometri dalle altre isole costiere cinesi), ma a 190 km da Taiwan. Nel 2012, la popolazione era stimata a 500-600 individui, e si era diffusa ad ovest di Taiwan. I primi tentativi di abbattimento vennero effettuati nel 2012 utilizzando il metodo di oliatura delle uova (senza successo) e uccidendo i pulcini dai nidi (con maggiori risultati). Nel 2016, il numero era stimato a 1000 individui, di cui circa 500 individui abitano le zone umide nella [[contea di Changhua]].<ref name=WildEast/><ref name=Klemann/><ref>{{cite web |url=http://www.bird.org.tw/index.php/works/lists |title=台灣鳥類名錄 The Checklist of Birds of Taiwan |author=<!--Not stated--> |date=26 April 2017 |publisher=中華民國野鳥學會 The Republic of China Wild Bird Society |language=zh |access-date=8 April 2018}}</ref><ref>{{cite web |url=http://www.bird.org.tw/index.php/news/cwbf/1011-2015-03-05-01-40-10 |title=外來入侵鳥種埃及聖鹮防治 |author=<!--Not stated--> |date=5 March 2015 |publisher=中華民國野鳥學會 The Republic of China Wild Bird Society |language=zh |access-date=8 April 2018}}</ref>
 
In [[Florida]], si pensa che cinque individui della specie siano fuggiti dallo zoo di Miami Metro, e forse di più da collezioni private, dopo l'arrivo dell'[[uragano Andrew]], nel 1992. Questi uccelli venivano avvistati nei dintorni, posandosi per la notte all'interno degli zoo, mentre la popolazione ormai selvatica cominciò ad aumentare a 30 o 40 esemplari, entro il 2005. Nello stesso anno sono state trovate due coppie nidificanti nelle [[Everglades]]. Due o tre anni dopo fu presa la decisione di estirpare la specie. Entro il 2009, 75 uccelli sono stati ricatturati e si ritiene che gli uccelli rimanenti siano stati abbattuti.<ref name=Yésou/><ref>{{cite report |last1=Johnson |first1=Steve A. |last2=McGarrity |first2=Monica |date=October 2009 |title=Florida's Introduced Birds: Sacred Ibis (''Threskiornis aethiopicus'') |url=http://ufdcimages.uflib.ufl.edu/IR/00/00/34/25/00001/UW31200.pdf |publisher=Wildlife Ecology and Conservation Department, Florida Cooperative Extension Service, Institute of Food and Agricultural Sciences, University of Florida}}</ref>
 
== Tassonomia ==
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Una terza specie simile all'ibis sacro, ''[[Threskiornis solitarius]]'', l'ibis sacro di [[Réunion]], incapace di volare, si estinse nel [[XVIII secolo]]<ref name="ReferenceC"/>.
 
==Ecologia Conservazione ==
La popolazione degli ibis è calcolata in centinaia di migliaia di individui, il che, insieme alle grandi capacità di adattamento di questa specie, fa sì che non sia in pericolo di [[estinzione]]<ref>{{cita web|url=http://www.iucnredlist.org/details/22697510/0|titolo=Dati sulla popolazione da IUCN}}</ref>.
[[File:Sacred ibis.jpg|thumb|Ibis sacro fotografato in [[Kenya]].]]
Come gli altri rappresentanti del genere ''Threskiornis'', a dispetto degli altri [[ibis (animale)|ibis]], è prevalentemente una specie diurna.
Si riunisce in grandi gruppi, che possono superare le 100 unità, ma che durante il periodo dell'accoppiamento toccano i 4-500 esemplari<ref name="ReferenceB">Chris Gibson: ''Natura in tasca: Animali selvatici''</ref>.
[[File:Threskiornis aethiopicus MHNT.ZOO.2010.11.63.1.jpg|thumb|Uova di ''Threskiornis aethiopicus'']]
Nonostante a volte mangi semi o [[alga|alghe]]<ref name="Joanna Burger, op.cit., pag. 122"/>, l'ibis sacro è prevalentemente carnivoro: si nutre di piccoli pesci, [[invertebrati]], [[serpentes|serpentelli]] e [[Anura|batraci]] nonché uova e pulcini di altre specie di uccelli. La sua tecnica è piuttosto semplice: fissata la preda prescelta, l'ibis la segue con lo sguardo e, alla prima occasione propizia, l'afferra con una [[becco|beccata]] precisa, ingoiandola intera.
 
L'ibis sacro è stato anche osservato intento a ghermire i giovani coccodrilli appena nati o persino le uova e i piccoli delle [[Chelonioidea|tartarughe marine]], nel momento della schiusa, sulle spiagge africane<ref>Marta Avanzi: ''Il grande libro delle tartarughe acquatiche e terrestri''</ref>.
 
La riproduzione avviene in [[estate]], tra giugno ed agosto: gli ibis sacri si riuniscono nei succitati grandi gruppi e i maschi si formano un [[harem]] di femmine, tentando pure di sottrarle ai rivali, sfidandoli in incruente lotte, formate da gonfiamenti del [[petto]] e gorgheggi striduli col solo scopo di intimorire l'avversario<ref>AA.VV.: ''La meravigliosa avventura della vita'', pag.172</ref>.
 
L'[[Uovo (biologia)|ovodeposizione]] consiste in 1-5 uova (nella maggior parte dei casi 2 o 3<ref>Touring Club Italiano: ''Gli uccelli'', pag.122</ref>), covate esclusivamente della femmina, che si occupa anche di nutrire i pulcini. I giovani ibis sacri si rendono indipendenti a 4-5 settimane di vita, e a 20 sono in grado di riprodursi<ref name="ReferenceB"/>. Possono vivere sino a 18 anni<ref name="ReferenceB"/>.
 
===Rapporti con altri animali===
L'ibis sacro, nidificando in colonie, viene a contatto con altri volatili, affini ad esso come abitudini. Sul delta del fiume [[Delta dell'Okavango|Okavango]], durante i periodi d'abbondanza ittica, sono state viste battute di caccia degli ibis con altri uccelli acquatici come [[Scopus umbretta|umbrette]], [[pelecanus|pellicani]], [[ardea (zoologia)|aironi]], [[Phalacrocorax carbo|cormorani]] e [[Anhingidae|aninghe]].
 
La specie non ha nemici abituali in natura, anche se talvolta può subire la predazione da parte dei [[Python (zoologia)|pitoni]], di qualche uccello [[rapace]] o soprattutto dei coccodrilli, mentre i nidacei rischiano di cader vittima dei serpenti, dei [[varanus|varani]] e anche dei babbuini, allo stesso tempo avidi razziatori di uova.
 
Nelle zone in cui si è naturalizzato, risulta nocivo per l'avifauna autoctona, vista la sua propensione a nutrirsi di uova e pulcini di altre specie.
 
==La= specieInterazioni nellacon mitologial'uomo ===
[[File:Thoth.jpg|thumb|upright|Il dio Thot rappresentato sotto forma di ibis.]]
L'ibis sacro era un animale fondamentale nella [[religione egizia]], dato che la sua immagine era, con quella del [[Papio|babbuino]], associata al dio [[Thot]], simbolo dell'[[intelligenza]] e rappresentato anche con un ibis nel suo [[geroglifico egizio|geroglifico]]<ref>Mario Tosi: ''Dizionario delle Divinità dell'Antico Egitto''</ref>: <hiero>G26</hiero>