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=== La nascita le reazioni della società ===
[[File:Giuseppe Sacchi.jpg|thumb|Sacchi, primo a destra, a un convegno sulla televisione via cavo, [[1973]]]]
VenneTelebiella fondatanasce da un'idea dell'ex regista della [[Rai]] [[Peppo Sacchi]], il quale si avvalseavvale di una [[lacuna (diritto)|lacuna]] del [[Regio Decreto 27 febbraio 1936, n. 645]], che non subordinavasubordina le [[concessioni televisive]] per la [[televisione via cavo in Italia]]; e registrata in tribunale il 20 aprile [[1971]] come "''giornale periodico a mezzo video''".
 
Il 6 aprile [[1972]] vieneva trasmessoin onda un messaggio di presentazione di [[Ivana Ramella]], moglie di Giuseppe Sacchi. Le apparecchiature utilizzate eranosono abbastanza amatoriali: con un [[videoregistratore]] portatile l'emittente trasmettevatrasmette il proprio telegiornale quotidiano. Nonostante la focalizzazione sull'informazione, con [[Telegiornale|telegiornali]] e [[talk show]], Telebiella ospita anche la prima trasmissione "leggera" di spettacolo non della Rai, ''Campanile in vasca''. Molti gli appassionati di del settore che, dopo aver appreso della vicenda, si recaronorecano personalmente a Biella; tra questi vi fuc'è anche [[Renzo Villa]], fondatore di [[Telealtomilanese]] e [[Antennatre]].
 
[[File:Ramella Sandri.jpg|thumb|[[Ivana Ramella]] negli studi di Telebiella, [[anni 1970|anni settanta'70]]]]
 
=== Gli anni 1970'70 e la questione politica ===
Tuttavia l'emanazione del D.P.R. 29 marzo 1973, n. 156 unifica tutti i mezzi di comunicazione a distanza in una sola categoria, rendendo così illegali le reti private, e con decreto 9 maggio [[1973]] il ministro delle Poste, [[Giovanni Gioia]], dispone la disattivazione dell'impianto di Sacchi, diffidandolo a procedere entro 10 giorni («decreto Gioia»).
 
La questione diventa di rilevanza politica nazionale perché il segretario del [[Partito Repubblicano Italiano|Partito repubblicano]], [[Ugo La Malfa]] protestòprotesta per essere stato tenuto all'oscuro del decreto ministeriale e chiede le dimissioni del ministro Gioia, ma non ottenendole ritiròritira l'appoggio esterno al [[governo Andreotti II]] che si dimetterà a giugno. Nel frattempo, il ministero delle Poste ha attesoaspetta inutilmente il termine del 1º giugno; i titolari non ottemperano all'ordine, quindi viene eseguito il decreto: il cavo che collega l'emittente alla rete cittadina viene reciso.
 
Telebiella avviòavvia quindi una battaglia legale: Sacchi si fecefanno denunciare per violazione delle norme in materia postale (perché contravvengono al monopolio assegnato alla RAIRai). La sua vicenda va sui giornali nazionali: il caso viene ulteriormente ampliato quando il [[Pretore (ordinamenti moderni)|pretore]] Giuliano Girzi interrompe il procedimento nei confronti del Sacchi, e in qualità di ''giudice a quo'' solleva dubbio di incostitituzionalità alla [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte costituzionale]]. La Corte Costituzionale accoglie buona parte delle motivazioni di Sacchi; infatti con la sentenza del 10 luglio 1974 n. 225 venne dichiarata l'illegittimità costituzionale degli artt. 1, 183, e 195 del D.P.R. del 1973 riguardo l'emittenza via cavo che riservava allo Stato il monopolio televisivo.<ref>[http://www.giurcost.org/decisioni/1974/0225s-74.html]</ref> Successivamente la [[riforma della RAI del 1975]] autorizza le trasmissioni via cavo ''monocanale'' nonché la ripetizione via etere sul territorio italiano delle emittenti estere (Francia, Svizzera, Montecarlo, Capodistria). Telebiella ripreseriprende ale trasmetteretrasmissioni via cavo, affiancata da un canale radiofonico via etere, [[Radiobiella]] poiché la Corte costituzionale, con la sentenza del 28 luglio 1976, n. 202, autorizzòautorizza anche le trasmissioni radiotelevisive via etere in ambito locale.<ref>[http://www.giurcost.org/decisioni/1976/0202s-76.html]</ref>
 
=== Gli anni 1990'90 e il cambio di nome ===
Il Corriere della Sera nelalla mese di dicembrefine del 1992 annuncia il fallimento di Telebiella. Quest'ultima verrà poi messa all'asta e acquistata nella primavera del [[1993]] daldalla marchiosocietà Pirenei Srl<ref>''TELEBIELLA - LA PRIMA TELEVISIONE PRIVATA ITALIANA''; pagina di Massimo Emanuelli su [http://www.storiaradiotv.it/TELEBIELLA.htm www.storiaradiotv.it] (consultato nel gennaio 2011)</ref> di Previde Prato che gestisce il marchio assieme a TeleRitmo e VideoNovara.
 
Dopo aver cambiato il nome in ''Retebiella'', la nuova e unica l'emittente biellese, sotto la direzione di Marco Fulcheris. IlLa nuovonuova palinsestoprogrammazione prevede cinque edizioni giornaliere del telegiornale, dirette televisive della squadra di basket di serie A1 Angelico Biella oltre a numerose altre trasmissioni con più di 180 000 ascoltatori.
 
==Personalità legate==