Magasa: differenze tra le versioni

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Tra il 1590 e il 1592, a Creto di [[Pieve di Bono-Prezzo]], alla fiera di Santa Giustina di bestiame e prodotti caseari, la più grande delle Giudicarie, "forestieri" della Val Vestino operano sul mercato secondo quanto riportato dal registro del dazio vescovile<ref>Archivio del Principato vescovile di Trento, sezione latina, SLC08N042_01.</ref>. Infine nel 1678, da Magasa, una certa famiglia Andreis emigra nel villaggio di Mignone di Costa di Gargnano; i suoi componenti erano soprannominati Magasì e Tadena. Nei secoli successivi i 140 discendenti Andreis risulteranno quasi tutti emigrati a Desenzano, Lumezzane, Tignale, Botticino, Milano e nella Svizzera.
 
==1833., la vendita dei marmi dell'antica chiesa curaziale==
Nel 1831 si provvide alla ristrutturazione della [[curato|chiesa curaziale]] del comune di [[Ballino]], oggi frazione di [[Fiavè]], dedicata a [[Santa Lucia]]. I lavori prevedevano il rifacimento del coro e della sacrestia ma dati i costi da sostenere, nulla si fece oltre all'edificazione dell'altare della navata laterale dedicata alla Madonna. I marmi necessari al suo abbellimento furono acquistati a Magasa presso la chiesa curaziale di [[Sant'Antonio abate]] e provenivano dall'antica chiesa cinquecentesca ormai abbandonata da oltre un secolo.