Daniel Dennett: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== Infanzia ===
Dennett nacque il 28 marzo 1942 a [[Boston|Boston, nel Massachusetts]],<ref>{{Cita web|url=http://www.goodreads.com/author/show/1387.Daniel_C_Dennett|titolo=Goodreads Authors|sito=goodreads.com|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120211181302/http://www.goodreads.com/author/show/1387.Daniel_C_Dennett
=== Educazione ===
La vita accademica di Dennett è segnata dai viaggi intrapresi nelle maggiori università dell’occidente. Si laurea prima alla [[Phillips Exeter Academy]] nel 1959, per poi trascorrere un anno alla [[Wesleyan University]]. Nel 1963, ottiene la laurea in filosofia alla [[Università di Harvard|Harvard University]], dove fu studente di [[Willard Van Orman Quine|W. V. Quine]]. Nel 1965, consegue il dottorato in filosofia [[Università di Oxford|all'università di Oxford]], dove ha studiato con [[Gilbert Ryle]] ed è stato membro dell'[[Hertford College]].<ref name="In-depth interview with Daniel Dennett">{{Cita web|url= https://highprofiles.info/interview/daniel-dennett/ |titolo= Mounting Disbelief |autore= Nick Spencer}}</ref> Il titolo della sua tesi: ''La mente e il cervello: descrizione introspettiva alla luce dei risultati neurologici; Intenzionalità''.<ref>{{Cita web|url=https://ora.ox.ac.uk/objects/uuid:26d813f7-6a94-4bb6-b34e-d06743d607e9|titolo=Daniel C. Dennett, (1965). The mind and the brain: introspective description in the light of neurological findings: intentionality|sito=Oxford University Research Archive|editore=[[Oxford University]]|accesso=24
=== Carriera ===
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Ha ricevuto una [[Programma Fulbright|Fulbright Fellowship]], due [[Guggenheim Fellowship]] e una Fellowship presso il Center for Advanced Study in the Behavioral Sciences .<ref>{{Cita web|url=http://www.americanscientist.org/bookshelf/pub/daniel-dennett|titolo=American Scientist|editore=}}</ref> È membro del [[Committee for Skeptical Inquiry|Comitato per l'indagine scettica]] e laureato umanista presso l'Accademia Internazionale dell'Umanesimo .<ref>{{Cita web|url=http://www.secularhumanism.org/index.php?page=index§ion=iah|titolo=Council for Secular Humanism|sito=secularhumanism.org}}</ref> È stato nominato Umanista dell'Anno 2004 [[American Humanist Association|dall'American Humanist Association]] .<ref>{{Cita web|url=http://www.americanhumanist.org/who_we_are/about_the_AHA/Humanists_of_the_Year|titolo=Humanists of the Year|sito=American Humanist Association}}</ref>
Nel febbraio 2010, è diventato membro della Commissione onoraria della Fondazione Freedom From Religion per illustri successi.<ref>{{Cita web|url=http://ffrf.org/news/releases/honorary-ffrf-board-announced/|titolo=Honorary FFRF Board Announced|accesso=August 20, 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101217052917/http://ffrf.org/news/releases/honorary-ffrf-board-announced/
Nel 2012 gli è stato assegnato il [[Premio Erasmo|Premio Erasmus]], un premio annuale per le persone che hanno dato un contributo eccezionale alla cultura, alla società o alle scienze sociali europee, e, nel caso di Dennett, "per la sua capacità di tradurre il significato culturale della scienza e della tecnologia ad un vasto pubblico".<ref>{{Cita web|url=http://www.prnewswire.co.uk/cgi/news/release?id=346065|titolo=Erasmus Prize 2012 Awarded to Daniel C. Dennett|accesso=January 25, 2012}}</ref>
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* professore di filosofia alla [[Università Tufts|Tufts University]];
* condirettore del Center for Cognitive Studies (dal 2017);
* membro del comitato consultivo della [[:en:Secular_Coalition_for_America|Coalizione Secolare per l'America]];<ref>{{Cita web|url=http://www.secular.org/bios/Daniel_Dennett.html|titolo=Daniel Dennett|sito=secular.org|accesso=May 24, 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120207162637/http://secular.org/bios/Daniel_Dennett.html
* membro del [[Committee for Skeptical Inquiry]];
* membro del [[Movimento Bright|movimento Brights]] (da ciò si comprende perché Dennett è indicato come uno dei " Quattro cavalieri del nuovo ateismo ", insieme a [[Richard Dawkins]], [[Sam Harris]] e il compianto [[Christopher Hitchens]];<ref>{{Cita web|url=http://www.newstatesman.com/blogs/the-staggers/2011/12/richard-dawkins-issue-hitchens|titolo=Preview: The Four Horsemen of New Atheism reunited|sito=newstatesman.com}}</ref>
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In qualità di filosofo e scrittore americano, nonché scienziato cognitivista, Dennett si pone all’interno della categoria dei pensatori più influenti della contemporaneità. La sua popolarità si intreccia non solo con il fascino delle sue idee, ma pure con la sua personalità esuberante e uno stile di scrittura che lo ha dipinto agli occhi dei suoi colleghi come un eretico rispetto ai canoni accademici. Lo stile della sua penna è fortemente caratterizzato dalla tendenza a semplificare e ammorbidire la rigorosità del linguaggio tipicamente scientifico, e ciò è dovuto dall’influenza di due giganti della realtà intellettuale americana: [[Willard Van Orman Quine]] e [[Gilbert Ryle]]. Anche [[Wilfrid Sellars]] tenta di riagganciare il complicato orizzonte di senso dei concetti scientifici con la quotidianità e il suo linguaggio. Non a caso Dennett stesso ammette la vicinanza filosofica al pensiero di Sellars. La scelta di un approccio popolare e l’utilizzo di tecniche stilistiche di difficile interpretazione non deve oscurare il fatto che a Dennett sono state riconosciute dal mondo accademico alti riconoscimenti per i suoi risultati in ambito scientifico.<ref name=":2" />
La figura di Daniel Dennett ricorda quella del “[[
== Pensiero ==
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Ciò comporta la partecipazione attiva di Dennett al dibattito sulla teoria dell’evoluzione: l’adattazionismo VS l’idea di un’evoluzione fondata meramente sull’intelligenza pratica; l’omogeneità dell’evoluzione VS l’equilibrismo di [[Gould]]; il ruolo della eredità genetica, dei cambiamenti climatici e di vari fattori accidentali. A seguito della controversità in alcune sue dichiarazioni, Dennett viene considerato un ‘ultra-Darwiniano’ - certo le risposte non sono mancate. Una delle più importanti affermazioni incluse in DDI è l’idea secondo cui il [[linguaggio]] è la chiave per capire non solo la propria mente e quella altrui, ma ci permetterà anche di comprendere le verità più nascoste dell’universo e della sua fisica. Avendo il dono del linguaggio, l’evoluzione ha posto una differenza biologica fondamentale tra chi possiede la capacità di articolare parole e frasi di senso compiuto, in vista di una comunicazione, e chi no. Questa concezione è la base teorica del suo prossimo libro, ''Kinds of Minds'', nel quale racchiude in un’unica prospettiva diverse considerazioni sulla natura dell’[[intenzionalità]].<ref name=":9">{{Cita libro|autore=Andrew Brook|autore2=Don Ross|titolo=Daniel Dennett|anno=2002|editore=Cambridge University Press|pp=9-10}}</ref>
Dennett vede l'evoluzione per [[selezione naturale]] come un processo [[Algoritmo|algoritmico]] (sebbene spieghi che gli algoritmi semplici, come una lunga divisione, spesso incorporano un grado significativo di [[Aleatorietà|casualità]] ).<ref>{{cita libro|pp= 52-60 |titolo= Darwin's Dangerous Idea: Evolution and the Meanings of Life |editore= Simon & Schuster |edizione=
Le opinioni di Dennett sull'evoluzione sono identificate come fortemente adattazioniste, in linea con la sua teoria della posizione intenzionale e le opinioni evolutive del biologo Richard Dawkins. In ''Darwin's Dangerous Idea'', Dennett si è mostrato ancora più disposto di Dawkins a difendere l'adattazionismo nella stampa, dedicando un intero capitolo a una critica delle idee di Gould. Ciò deriva dal lungo dibattito pubblico di Gould con [[Edward Osborne Wilson|E. O. Wilson]] e altri biologi evoluzionisti sulla [[sociobiologia]] umana e la sua discendente [[Psicologia evoluzionista|psicologia evolutiva]], a cui Gould e [[Richard Lewontin]] si opposero, ma che Dennett sostenne, insieme a Dawkins e [[Steven Pinker]] . Gould ha sostenuto che Dennett ha esagerato le sue affermazioni e travisato Gould, per rafforzare quello che Gould descrive come il "fondamentalismo darwiniano" di Dennett.<ref>[http://cogweb.ucla.edu/Debate/Gould.html 'Evolution: The pleasures of Pluralism'] — Stephen Jay Gould's review of ''Darwin's Dangerous Idea'', June 26, 1997</ref>
=== Un resoconto di religione e moralità ===
[[File:Solidarity_message_to_ex-Muslims_-_Daniel_Dennett.webm|miniatura|Dennett manda un messaggio di solidarietà ad ex-mussulmani, convocati a Londra, Luglio 2017]]
In ''L'idea pericolosa di Darwin'', Dennett afferma che l'evoluzione può spiegare l'origine della moralità. Rifiuta l'idea [[Fallacia naturalistica|della fallacia naturalistica]], come pure l'idea che l'etica si trovi in un regno fluttuante: l'errore consiste nel correre dai fatti ai valori.<ref>{{Cita web|url=file:///C:/Users/Manuel/Downloads/Darwins_dangerous_idea.pdf|titolo=Darwin's Dangerous Idea|accesso=7 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130812155911/http://c/
Nel suo libro del 2006, ''[[Rompere l'incantesimo|Breaking the Spell: Religion as a Natural Phenomenon]]'', Dennett tenta di spiegare le credenze religiose in modo naturale, mostrando le possibili ragioni evolutive del fenomeno dell'adesione religiosa.<ref>{{Cita web|url=file:///C:/Users/Manuel/Downloads/Dennett_Review.pdf|titolo=Breaking the Spell: Religion as a Natural Phenomenon. By Daniel C. Dennett. Reviewed by Rolf A. Nelson|accesso=7 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130812155911/http://c/
Durante svariate ricerche su chierici segretamente atei e razionalisti, Dennett trova quella che ha definito una cospirazione "non chiedere, non dire". I credenti non volevano sapere della perdita della fede: si sentivano isolati, ma non volevano perdere il lavoro o loro alloggi forniti dalla chiesa e generalmente si consolavano che stavano facendo del bene nei loro ruoli pastorali fornendo conforto e rituale richiesto.<ref name="Dennett2010">[https://ase.tufts.edu/cogstud/dennett/papers/Preachers_who_are_not_believers.pdf], "Preachers Who Are Not Believers," Evolutionary Psychology, Vol. 8, Issue 1, March 2010, pp. 122–50, ({{ISSN|1474-7049}}).</ref> La ricerca, con Linda LaScola, fu ulteriormente estesa per includere altre confessioni e chierici non cristiani.<ref>[http://traffic.libsyn.com/ffrf/FTradio_247_011511.mp3 Podcast: interview with Daniel Dennett. Further developments of the research: pastors, priests, and an Imam who are closet atheists].</ref> Le ricerche e le storie accumulate da Dennett e LaScola durante questo progetto sono state pubblicate nel loro libro del 2013, ''Caught in the Pulpit: Leaving Belief Behind'' .<ref>{{Cita news|lingua=en-US|url=https://thehumanist.com/magazine/may-june-2014/arts_entertainment/caught-in-the-pulpit-leaving-belief-behind|titolo=Caught in the Pulpit: Leaving Belief Behind - TheHumanist.com|pubblicazione=TheHumanist.com|data=2014-04-22|accesso=2017-06-01}}</ref>
=== Intelligenza artificiale ===
Mentre approva l'aumento dell'efficienza protratto dall'utilizzo di risorse, come sistemi esperti in medicina o GPS nella navigazione, Dennett vede un pericolo nelle macchine che svolgono una proporzione sempre crescente di compiti di base (percezione, memoria e calcolo algoritmico), vista la tendenza delle persone ad antropomorfizzare tali sistemi e attribuire loro poteri intellettuali che non possiedono.<ref>{{Cita|From Bacteria to Bach and Back
Come indicato nel suo libro più recente, ''[[
=== Altre opinioni filosofiche ===
Dennett ha scritto e sostenuto la nozione di [[memetica]] come strumento filosoficamente utile, più recentemente nel suo "Brains, Computers and Minds", una presentazione in tre parti attraverso la Distinguished Lecture Series di MBB 2009 di Harvard.
È stato critico nei confronti del [[Postmodernismo|postmoderno]], dopo aver detto: <blockquote> Il postmodernismo, la scuola di "pensiero" che proclamava "Non ci sono verità, solo interpretazioni" si è ampiamente svolto nell'assurdità, ma ha lasciato dietro di sé una generazione di accademici nelle discipline umanistiche disabilitati dalla loro sfiducia sull'idea stessa della verità e la loro mancanza di rispetto per le prove, accontentandosi di "conversazioni" in cui nessuno ha torto e nulla può essere confermato, affermato solo con qualsiasi stile tu possa raccogliere.<ref>{{Cita web|url=https://www.edge.org/conversation/dennett-on-wieseltier-v-pinker-in-the-new-republic|titolo=Dennett on Wieseltier V. Pinker in The New Republic
Dennett si propone come critico del pensiero di [[Quine]], anche se l'atteggiamento per il quale dovrebbe rendersi interprete e suggeritore di nuovi metodi di indagine scientifica rimane legato alla convinzione di quella che potrebbe considerarsi la base del pensiero di entrambi, ovvero l'idea che il filosofo dovrebbe fornire il materiale per testare eventuali [[teorie scientifiche]] e proporre [[modelli empirici]]. Comunque Dennett ha indotto Quine a rivedere le sue posizioni sul [[comportamentismo]], qualificate troppo semplici e definite più come un "bel tentativo", piuttosto che un "buon espediente".
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Dennett segue il filone di pensiero per cui i filosofi devono proporre soluzioni alle visioni empiriche degli scienziati e possono usare la loro capacità di pensare l'impensabile per definire quelli che sono i rapporti tra la teoria e la ricerca.
Ritiene, inoltre, che [[Socrate]] e [[Platone]] siano stati gli inventori della [[Metacognizione|meta-cognizione]] autocosciente, una peculiarità del discorso filosofico che tende ad intrappolare i filosofi. Comunque il pensiero rappresentato dai filosofi dell'antichità ha il pregio di porsi sempre in modo critico rispetto alla realtà, e questa è una qualità che alimenta la formazione di una mente in grado di saper meglio comprendere le scelte che riguardano qualsiasi attività di critica o teoretica.<ref name="aliusresearch">{{Cita web|url=https://www.aliusresearch.org/bulletin03-dennettinterview.html|titolo=Dennett Explained
intervistato da Brendan Fleig-Goldstein e Daniel A. Friedman.</ref>
Riga 200:
* ''Sweet Dreams: Philosophical Obstacles to a Science of Consciousness'' (Jean Nicod Lectures) (Bradford Books 2005) (ISBN 0-262-04225-8)
* ''Breaking the Spell: Religion as a Natural Phenomenon'' (Penguin Group 2006) (ISBN 0-670-03472-X)
* ''Neuroscience and Philosophy: Brain, Mind, and Language'' (Columbia University Press 2007) ISBN 978-0-231-14044-7,
* ''Science and Religion'' (Oxford University Press 2010) ISBN 0-199-73842-4,
* ''Intuition Pumps And Other Tools for Thinking'' (W. W. Norton & Company –
* ''Caught in the Pulpit: Leaving Belief Behind'' (Pitchstone Publishing —
* ''Inside Jokes: Using Humor to Reverse-Engineer the Mind'' (MIT Press – 2011) ISBN 978-0-262-01582-0,
*
== Note ==
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