Guerra d'inverno: differenze tra le versioni

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[[File:Red army soldiers, end of 1920s-beginning of 1930s.jpg|thumb|Soldati dell'Armata Rossa con una mitragliatrice [[PM M1910|Maxim]] nel 1930]]
 
<ref>{{Cita libro|titolo=}}</ref>L'esperienza della guerra civile russa (1918-1920) fu un fattore decisivo nello sviluppo dell'[[Armata Rossa]]: questa infatti condusse operazioni su aree di estensione immensa, molto al di là di quella che fu l'esperienza degli eserciti sul [[fronte occidentale (1914-1918)|fronte occidentale]] durante la prima guerra mondiale; mentre negli altri eserciti si dibatteva su come rompere le fasi di stallo sul campo di battaglia, i sovietici studiarono come condurre e sostenere in profondità manovre su larga scala che essi pensavano avrebbero caratterizzato le guerre future. Durante la prima fase dello sviluppo dell'Armata Rossa, fra il 1922 e il 1928, il dibattito al suo interno vide il formarsi di due gruppi di opinione: l'uno, guidato da [[Lev Trockij]], il creatore dell'Armata Rossa, era per la formazione di un grande esercito territoriale concentrato sulla lotta contro i nemici interni della rivoluzione e un piccolo esercito regolare per la difesa delle frontiere; l'altro, guidato da [[Michail Vasil'evič Frunze]], era a favore invece della creazione di un esercito professionale, per la difesa contro i nemici esterni e di una dottrina militare unificata basata sull'offensiva e sulla guerra di manovra. Le idee di questo secondo gruppo prevalsero e fra il 1924 e il 1925, prima di morire in seguito a un'operazione chirurgica, Frunze stesso guidò lo sviluppo dell'esercito come Commissario alla difesa.<ref>{{cita|Kipp|p. 11}}; {{cita|Mackintosh|p. 53}}; {{cita|Bozek|pp. 4-5}}.</ref>
 
Un gruppo di ex ufficiali zaristi ― come [[Michail Nikolaevič Tuchačevskij|Tuchačevskij]], [[Aleksandr Andreevič Svečin|Svechin]], [[Vladimir Kiriakovič Triandafillov|Triandafillov]] e [[Boris Michajlovič Šapošnikov|Šapošnikov]] ― posero le basi per lo sviluppo della dottrina militare sviluppando idee che includevano le operazioni in profondità e la meccanizzazione dell'esercito. Essi introdussero nella dottrina militare il concetto di livello "operazionale" nella conduzione della guerra, interposto fra [[strategia]] e [[tattica]], riconoscendo l'impossibilità nella guerra moderna di distruggere un esercito avversario attraverso una singola operazione, come accadeva nelle battaglie del passato, e quindi la necessità di una serie di successive operazioni per ottenere lo stesso risultato.<ref>{{cita|Bozek|pp. 7-8}}.</ref> Queste idee furono alla base del primo manuale operativo dell'Armata Rossa pubblicato nel 1929, il PU-29, e, ulteriormente sviluppate e affinate, del successivo PU-36. Stalin, che salì al potere dopo la morte di Lenin, si rese conto che per poter modernizzare l'esercito fosse necessaria una solida base industriale, e la creazione di questa fu l'obiettivo del "primo [[piano quinquennale]]" varato nel 1928. Come conseguenza dello sviluppo industriale, l'Armata Rossa triplicò le proprie dimensioni passando da {{formatnum:562000}} uomini nel 1934 a {{formatnum:1600000}} uomini nel 1937; fra il 1931 e il 1937 la produzione annua di carri armati passò da 740 unità a {{formatnum:3139}} e quella dei cannoni da {{formatnum:2000}} unità a oltre {{formatnum:5000}}.<ref>{{cita|Whiting|pp. 21-26}}.</ref> Per fare in modo che l'Armata Rossa fosse in grado di mettere in pratica le teorie di Tuchačevskij — nominato a capo del Dipartimento tecnico per gli armamenti dell'esercito — e degli altri ufficiali del suo gruppo, furono creati i corpi corazzati e meccanizzati e sviluppati carri armati veloci e aerei d'assalto. Le esercitazioni combinate delle forze armate sovietiche durante questo periodo attrassero l'attenzione degli osservatori internazionali: britannici e francesi restarono molto impressionati dalle idee di Tuchačevskij e dalla superiorità dell'Armata Rossa in fatto di meccanizzazione e armamenti rispetto a tutti gli altri eserciti europei.<ref>{{cita|Erickson|p. 437}}.</ref>