Palazzo Canevari: differenze tra le versioni

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L'edificio fu appositamente concepito per accogliere la sede dell'''Ufficio Geologico Nazionale'', ente dipendente dal [[Ministero dell'agricoltura, dell'industria e del commercio]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], incaricato di redigere la Carta geologica d'Italia. Doveva, inoltre, ospitare anche il ''Museo Agricolo-Geologico'' (in seguito ribattezzato ''Museo Geo-Paleontologico''), ove sarebbero stati esposti i reperti raccolti nei lavori sul campo.
 
Il progetto fu affidato all'ingegnere [[Raffaele Canevari]], che concepì un palazzo in [[Art Nouveau|stile ''Liberty'']], adiacente la [[Chiesa di Santa Maria della Vittoria (Roma)|chiesa di Santa Maria della Vittoria]] in largo di Santa Susanna ed il futuro [[Palazzo dell'Agricoltura|palazzo ministeriale]] di [[Via XX Settembre (Roma)|via XX Settembre]]. Costruito tra il 1873 e il 1881, fu inaugurato nel 1885. Palazzo Canevari; da allora Palazzo Canevari seguì le vicende dell'Ufficio Geologico.<ref group="N">Quest'ultimo dapprima passò nel 1986 alle dipendenze del neonato [[Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare]], quindi nel 1999 confluì nell'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (ANPA), che ben presto divenne [[Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici|Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT)]], la quale nel 2008 andò a sua volta a confluire nell'[[Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale|Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA)]].</ref>
 
Nel 1995 si provvide a svuotare l'edificio e ne furono avviati i lavori di messa in sicurezza. Nel 1999 l'Ufficio Geologico confluì nell'[[Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici|Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT)]], ente situato in un'altra sede: palazzo Canevari perse lo status di proprietà demaniale e i restauri si arrestarono nel 2001.<ref name="Il Foglietto">{{Cita news|autore=Adriana Spera|url=https://www.ilfoglietto.it/il-foglietto/4220-il-museo-geologico-nazionale-distrutto-dalla-finanza-creativa.html?|titolo=Il Museo geologico nazionale distrutto dalla finanza creativa|pubblicazione=Il Foglietto della Ricerca|data=5 novembre 2015|accesso=30 maggio 2020}}</ref>. Nel 2003 l'immobile fu destinato alla [[cartolarizzazione]] e fupertanto venduto nel 2005.<ref name="Il Foglietto" />. Sottoposto -sin graziedal alle proprie peculiarità progettuali -1991 a vincolo architettonico singrazie dalalle 1991proprie peculiarità progettuali, l'edificio fu ulteriormente tutelato dall'apposizione del vincolo archeologico nel 2004: scavando nei suoi sotterranei, infatti, era affiorato un tratto di 8 metri delle [[mura serviane]].<ref name="Il Foglietto" />. In seguito furono rinvenuti anche resti di un tempio<ref>{{Cita news|autore=Laura Larcan|url=https://www.ilmessaggero.it/roma/cultura/roma_tempio_re_ufficio_geologico_scoperta-207330.html|titolo=Roma, sotto l'Ufficio Geologico spunta il tempio dei Re|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=16 ottobre 2013|accesso=30 maggio 2020}}</ref> e di una dimora,<ref>{{Cita news|autore=Lidia Lombardi|url=https://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2015/09/11/gallery/roma-antica-svela-nuovi-misteri-987568/|titolo=Roma antica svela nuovi misteri|pubblicazione=[[Il Tempo]]|data=11 settembre 2015|accesso=30 maggio 2020}}</ref>, entrambi risalenti al [[VI secolo a.C.]] Infine nelNel 2015, infine, il palazzo pervenne in proprietà della [[Cassa Depositi e Prestiti]],<ref name="Il Foglietto" /> che si è fatta carico dei lavori di ristrutturazione per destinarlo a sede di uffici,<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.idealista.it/news/finanza/investimenti/2019/05/14/131097-roma-in-arrivo-da-cassa-depositi-e-prestiti-600-mln-di-euro-per-sei-progetti|titolo=Roma, in arrivo da Cassa depositi e prestiti 600 milioni di euro per sei progetti|pubblicazione=Idealista|data=15 maggio 2019|accesso=30 maggio 2020}}</ref>, impegnandosi comunque a permettere la musealizzazione dei ritrovamenti archeologici e la loro accessibilità al pubblico.<ref name="Il Foglietto" />.
 
== Il Museo Geologico Nazionale ==
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}}
 
Dal 1885 al 1995 palazzo Canevari ospitò il Museo Geologico Nazionale, inaugurato il 3 maggio 1885 alla presenza di [[Umberto I di Savoia|re Umberto I]], ministri, senatori e deputati.<ref group="N">Erano presenti, oltre al [[Presidenti della Camera dei deputati (Italia)|Presidente della Camera dei deputati]] [[Giuseppe Biancheri|Biancheri]], i seguenti ministri del [[governo Depretis VI|sesto governo Depretis]]: [[Pasquale Stanislao Mancini|Mancini]] ([[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Affariaffari esteri]]), [[Enrico Pessina|Pessina]] ([[Ministri di grazia e giustizia del Regno d'Italia|Graziagrazia e giustizia]]), [[Michele Coppino|Coppino]] ([[Ministri della pubblica istruzione del Regno d'Italia|Pubblicapubblica istruzione]]), [[Bernardino Grimaldi|Grimaldi]] ([[Ministri dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia|Agricolturaagricoltura, industria e commercio]]).</ref> Nel museo erano esposti oltre {{formatnum:150000}} reperti (circa {{formatnum:100000}} reperti paleontologici e circa {{formatnum:52500}} lito-mineralogici), dei quali {{formatnum:40000}} erano quelli raccolti al fine di redigere la Carta Geologica d'Italia.<ref name="Il Foglietto" /> Altri provenivano da donazioni di insigni studiosi, ma figuravano anche campioni in precedenza esposti presso istituzioni di [[Torino]], [[Pisa]], [[Firenze]] e [[Caltanissetta]].<ref name="Il Foglietto" />
 
Il museo ospitava anche 17 plastici cartografici ricostruttivi realizzati tra il 1875 e il 1915,<ref group="N">[[Monte Bianco]], [[Livorno]] con [[Isola di Pianosa (Toscana)|Pianosa]] e [[Isola di Gorgona|Gorgona]], [[Montecatini Val di Cecina]], [[Massa Marittima]], [[isola d'Elba]], [[Promontorio dell'Argentario|monte Argentario]], [[monte Soratte]], [[Vulcano Laziale]], dintorni di Roma, [[Campi Flegrei]], [[provincia di Napoli]], [[Vesuvio]] (2), [[isola d'Ischia]], [[isola di Sicilia|Sicilia]] (2), [[Etna]]. Cfr. {{Cita web|url=http://www.plastici.isprambiente.it/it/28/la-collezione|titolo=La collezione|sito=Plastici - ISPRA|accesso=30 maggio 2020}}.</ref> oltre alla strumentazione tecnica per la redazione della Carta Geologica d'Italia adoperata dagli [[anni 1870]] agli [[anni 1970]].<ref name="Il Foglietto" /> A ciò si aggiungevano una biblioteca di {{formatnum:150000}} pubblicazioni, una cartoteca con {{formatnum:50000}} cartografie e una fototeca comprendente {{formatnum:63000}} aerofotogrammi del territorio nazionale.<ref name="Il Foglietto" />
 
In vista dell'avvio dei lavori di restauro, nel 1995 le collezioni furono trasferite in magazzini pertinenti agli enti eredi dell'Ufficio Geologico. Nel 2001 il direttore dell'ANPA, Giovanni Montanari, tentò invano di acquisire il [[Palazzo INAIL (Roma)|palazzo INAIL]] all'[[Europa (Roma)|EUR]] per collocarvicollocare il museo nel suo piano terra.<ref name="Il Foglietto" /> Nel 2008 volontari dell'ISPRA curarono sul sito dell'istituto l'allestimento di un museo virtuale con una selezione dei reperti.<ref group="N">Cfr. {{Cita web|url=https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/museo/movio-collezioni-virtuali|titolo=Mostre virtuali on-line|sito=Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale|accesso=30 maggio 2020}}.</ref>
 
Le collezioni si trovano tuttora nei magazzini dell'ISPRA, in mancanza di una nuova sistemazione museale,<ref name="Il Foglietto" /> benché nel corso degli anni si siano susseguiti svariati appelli di associazioni, scienziati ed intellettuali per sollecitarne la riapertura, nella storica sede di palazzo Canevari o altrove.<ref>Per una raccolta di appelli e di articoli giornalistici sull'argomento, datati dal 2004 al 2017, cfr. {{Cita web|url=https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/museo/interesse-della-comunita-scientifica-e-dei-media|titolo=Interesse della comunità scientifica e dei media|sito=Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale|accesso=30 maggio 2020}}</ref>