Gerone di Colonia: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Probabilmente era figlio del [[margravio]] [[ChristianCristiano vondel Serimunt]] e di sua moglie [[Hidda]], figlia di [[Tietmaro di Merseburgo (margravio)|Tietmaro di Merseburgo]] e sorella del margravio [[Gero I]]. Non si sa nulla della sua educazione e della maggior parte della sua vita. Gerone è probabilmente lo stesso presbitero ricordato nel [[966]] come canonico di Colonia e “Summus“''Summus custos”custos''” a Colonia e il cappellano dell'imperatore. Prima del 969 donò il [[Codice di Gerone]].
 
Nel 969 fu eletto [[Arcidiocesi di Colonia|arcivescovo di Colonia]], che inizialmente incontrò il rifiuto dell'imperatore [[Ottone I di Sassonia]]. Alla fine, l'imperatore accettò l'elezione del 970. Apparentemente, l'atteggiamento dell'imperatore nei confronti di Gerone è cambiato quando gli affidò un'importante missione: nel 971 infatti Gerone partì per [[Costantinopoli]] e portò la principessa [[Teofano (imperatrice del Sacro Romano Impero)|Teofano]] come sposa per l'erede apparente Ottone (in seguito imperatore Ottone II) dal suo viaggio con lui a Roma.<ref>Francesco D'Aiuto, ''Le ambiguità di un reliquiario. Il "braccio di s. Ermolao" nella pieve di Calci (Pisa)''. In: ''Erga-Logoi''. Vol 1, No 2 (2013): ''Rivista di storia, letteratura, diritto e culture dell'antichità'', Milano, ISSN 2280-9678, p.&nbsp;55.</ref> Allo stesso Gerone portò le reliquie di [[Pantaleone di Nicomedia|San Pantaleone]] a Colonia; sono stati nella chiesa di San Pantaleone da allora.