Marino Vernier: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nato a [[Vienna]], nell'allora [[impero austro-ungarico]]<ref name=ministero>Italia: Ministero di grazia e giustizia, ''Ruolo di anzianità della magistratura'', 1964, p. 139.</ref><ref name=bollettino>''Ruolo di anzianità della magistratura: anno 1960'', Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1960, p. 151.</ref>, era il primo figlio dell'[[avvocato]] Iginio Vernier, di [[Dignano (Croazia)|Dignano d'Istria]] e profugo da [[Pola]], che fu segretario provinciale della [[Croce Rossa Italiana|Croce Rossa]]<ref>{{cita web|url=https://storiaeregione.eu/attachment/get/up_23_1441198563.pdf|titolo=Esuli giuliani, istriani e dalmati in Alto Adige|accesso=16 marzo 2020}}</ref>, e di Lina Malusà. Aveva due fratelli minori, Vito e Giorgio.
 
Si diplomò con i fratelli Vito e Giorgio al Regio Liceo ginnasio Giosuè Carducci di Pola.<ref>{{cita web|url=https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/27835/1/AN_CT_1014_21.pdf|titolo=Untitled|accesso=16 marzo 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/27837/1/AN_CT_1014_24-25.pdf|titolo=Il Professore Giosuè Carducci|accesso=16 marzo 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/27838/1/AN_CT_1014_26-29.pdf|titolo=Nino Oxilia|accesso=16 marzo 2020}}</ref> Fece parte del [[Gruppi universitari fascisti|GUF]] di Pola. Nel [[Secondo dopoguerra in Italia|dopoguerra]], fu segretario dell'ufficio assistenza esuli. Assunto in servizio il 28 gennaio 1948, fu nominato sostituto [[procuratore della Repubblica]] presso il tribunale di [[Belluno]] il 3 febbraio 1955.<ref name=ministero/><ref name=bollettino/> Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]], sostenne l'accusa nel famoso [[I misteri di Alleghe|processo di Alleghe]].
 
Dopo il caso sulla scomparsa di [[Arcangelo Tiziani]] alla [[Lago di Pontesei|diga di Pontesei]]<ref>''Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Parte prima'', p. 281.</ref>, condusse, insieme al [[Procura della Repubblica|procuratore capo]] [[Arcangelo Mandarino]], le indagini dell'[[Attività istruttoria|istruttoria]] sommaria per l'accertamento delle responsabilità penali connesse con il [[disastro del Vajont]], che aveva causato quasi duemila morti. Il 12 ottobre 1963, interrogò l'ingegnere [[Alberico Biadene]], direttore del servizio costruzioni idrauliche della [[Società Adriatica di Elettricità|SADE]].<ref>{{cita web|url=http://www.vajont.info/ascariOnline/arringAscari.html|titolo=Una arringa per Longarone - Odoardo Ascari|accesso=12 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160401215804/http://www.vajont.info/ascariOnline/arringAscari.html|dataarchivio=1° aprile 2016|urlmorto=sì}}</ref>