Goffredo Mameli: differenze tra le versioni

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Al suo parentado appartenne anche [[Cristoforo Mameli]]. [[Eva Mameli Calvino]], madre di [[Italo Calvino|Italo]] e [[Floriano Calvino]], nonostante quanto asserito da diverse fonti, non apparteneva alla medesima famiglia, bensì ad una omonima non correlata.
 
== Biografia == BICI
Nato nell'allora [[Regno di Sardegna]], Goffredo Mameli, istruito prima nelle Scuole Pie di [[Genova]] e dopo nel [[Liceo San Giuseppe Calasanzio|collegio]] di [[Carcare]], in [[provincia di Savona]], fu autore, all'età di quasi 20 anni, delle parole del ''Canto degl'Italiani'' ([[1847]]), più noto in seguito come ''[[Il Canto degli Italiani|Inno di Mameli]]'', adottato un secolo dopo come ''inno nazionale provvisorio della Repubblica Italiana'' nel [[1946]], musicato da [[Michele Novaro]]. Ma già ai tempi della scuola dimostrò il suo talento letterario, componendo versi d'ispirazione [[romanticismo|romantica]] intitolati ''Il giovane crociato'', ''L'ultimo canto'', ''La vergine e l'amante'', di cui però non si conoscono recensioni come opere d'arte.
Mameli venne presto conquistato dallo spirito patriottico e, durante i pochi anni della sua giovinezza, fu parte attiva del movimento. Nel settembre del [[1846]], in occasione della ricorrenza del centenario della [[Giovan Battista Perasso|cacciata da Genova degli Austriaci]], fu alla testa delle manifestazioni<ref>[[Paolo Mieli]], ''Due calvari per Mameli'', [[Corriere della sera]], 30 aprile 2019, p.36</ref> ed espose il [[tricolore]].
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A seguito dell'uccisione di [[Pellegrino Rossi]] nel novembre [[1848]] e della fuga di [[Pio IX]], avute notizie di sommosse, si recò a [[Roma]]. Aderì al comitato romano dell'associazione sorta per promuovere la convocazione di una costituente nazionale, secondo i dettami politici di Mazzini. Nel gennaio del 1849, all'interno della Giunta Provvisoria di Governo, Mameli si occupò soprattutto dell'organizzazione militare. Il giorno 9 avvenne la proclamazione della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]]. Mameli inviò il telegramma "Venite, Roma, repubblica", in cui invitava Mazzini a raggiungere la Repubblica Romana.
 
=== Ultimi giorni BICI ===
[[File:GoffredoMameliTomba.jpg|thumb|Tomba di Goffredo Mameli sotto il [[Gianicolo#Il Gianicolo Garibaldino|Mausoleo Ossario Garibaldino]]]]
Durante l'[[assedio di Roma (1849)|assedio di Roma]], l'ultimo atto della breve [[Repubblica Romana (Risorgimento)|Repubblica romana]] del [[1849]], divenuto aiutante di Garibaldi, si batté eroicamente a Palestrina (9 maggio) e a Velletri (19 maggio)<ref> ''Mamèli, Goffredo'', Enciclopedia Treccani, cit.</ref>.
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Fu sepolto al [[Cimitero del Verano|Verano]], dove è il suo monumento tuttavia le sue spoglie riposano al [[Gianicolo]], dove furono traslate nel 1941 nel ricostruito ''Mausoleo Ossario Garibaldino'' eretto inizialmente nel 1879 lì presso, nel piazzale di [[Chiesa di San Pietro in Montorio|San Pietro in Montorio]].
 
 
== Opere ==