Luigi Moraldi: differenze tra le versioni
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Luigi Moraldi (Genova 1915 - Milano 2001) è stato tra i più significativi esegeti dei [[Rotoli del Mar Morto]] (noti anche come Manoscritti di [[Qumran]], dal luogo dei ritrovamenti) e di [[Nag Hammâdi]] (noti anche come Testi Gnostici, comprendono tra l'altro versioni apocrife dei Vangeli), lavorando direttamente sulle fonti al tempo del loro ritrovamento archeologico.
La sua edizione critica in lingua italiana dei ''Manoscritti di Qumran'' è del 1971, quella dei ''Testi Gnostici'' del 1982.
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Le scoperte di Qumran e Nag Hammâdi completano il senso ed il significato delle conquiste archeologiche del XX secolo sulla conoscenza del passato, imprimendo il segno dei tempi.
La diretta concatenazione tra la filosofia greca e il pensiero della [[gnosi]], tra l'
L’accorta opera del professore Moraldi, sempre rigoroso e severo nell'
Ricostruendo le vicende dei ritrovamenti, dando notizia del ruolo avuto dall'
Le edizioni critiche di apocrifi e apocalissi, pergamene e rotoli e innumerevoli documenti che Luigi Moraldi ha tradotto,
interpretato e fatto conoscere al pubblico di lingua italiana, ripercorrono il complesso, intricato e sterminato sistema di
ramificazioni dell'
== Antichità Giudaiche, Esseni e Terapeuti ==
L'
Quest'opera rappresenta il compimento della sua personale parabola, perché è da qui che era partito il grande sogno di un giovane studente: affrontare la
leggendaria edizione dell’opera di Giuseppe Flavio redatta da [[Benedictus Niese]], sette volumi in tedesco, monumentali e ineguagliabili. Proprio in quest’opera, più chiaramente che in ogni altra, sono leggibili a chiare lettere gli argomenti in base ai quali la nozione di popolo eletto appare messa in crisi e criticata per il suo tendere a comporre una casta chiusa e genealogicamente determinata, cui si contrappone il movimento di riforma esseno, che vede il popolo eletto come l'
Dopo aver concluso l'
Le opere di Luigi Moraldi abituano il lettore a camminare sugli abissi della logica con totale naturalezza.
uomo di qualità eccezionali, su cui la cultura italiana dovrà lungamente soffermarsi per comprendere l'ampiezza e la profondità
di un'opera che ha dimensioni epocali ed è proiettata nel futuro.
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