Luigi Moraldi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Filos96 (discussione | contributi)
m link
Riga 1:
{{W|biografie|ottobre 2007}}
Luigi Moraldi (Genova 1915 - Milano 2001) è stato tra i più significativi esegeti dei [[Rotoli del Mar Morto]] (noti anche come Manoscritti di [[Qumran]], dal luogo dei ritrovamenti) e di [[Nag Hammâdi]] (noti anche come Testi Gnostici, comprendono tra l'altro versioni apocrife dei Vangeli), lavorando direttamente sulle fonti al tempo del loro ritrovamento archeologico.
La sua edizione critica in lingua italiana dei ''Manoscritti di Qumran'' è del 1971, quella dei ''Testi Gnostici'' del 1982.
 
Riga 16:
 
Le scoperte di Qumran e Nag Hammâdi completano il senso ed il significato delle conquiste archeologiche del XX secolo sulla conoscenza del passato, imprimendo il segno dei tempi.
La diretta concatenazione tra la filosofia greca e il pensiero della [[gnosi]], tra l' [[orfismo]] e le ascendenze egizie e mesopotamiche (assire e sumere) risultano ampiamente dimostrate dagli scavi di Ebla, di [[Ur]]. Qumran e Nag Hammâdi costituiscono l'ultimo tassello, il punto di svolta e la partenza per una nuova era dell'umanità.
L’accorta opera del professore Moraldi, sempre rigoroso e severo nell'intepretazioneinterpretazione, non dissimula tuttavia i risultati fondamentali che derivano da questi testi, idonei a dare luogo ad un cambiamento epocale di mentalità.
Ricostruendo le vicende dei ritrovamenti, dando notizia del ruolo avuto dall' [[Istituto Jung]] di Zurigo, entrando nelle pieghe sottili dell' [[interpretazione]] [[esegetica]] ed [[ermeneutica]], l'opera di Moraldi lascia scorgere tra le righe che è possibile aumentare la comprensione della propria coscienza aumentando la comprensione della [[Bibbia]], e che questo può avvenire restituendo il valore metafisico delle attività di studio e di lavoro, elementi in cui si sostanziano i compiti principali per chi cerca una dimensione spirituale della propria esistenza.
Le edizioni critiche di apocrifi e apocalissi, pergamene e rotoli e innumerevoli documenti che Luigi Moraldi ha tradotto,
interpretato e fatto conoscere al pubblico di lingua italiana, ripercorrono il complesso, intricato e sterminato sistema di
ramificazioni dell' Antico e del Nuovo Testamento, dando luogo ad un’immensa opera prodotta silenziosamente e senza clamori che prefigura la possibilità di un Israele aperto e universale.
 
== Antichità Giudaiche, Esseni e Terapeuti ==
 
L' ultima grande opera realizzata da Luigi Moraldi è stata l’edizione critica delle ''[[Antichità Giudaiche]]'' di [[Giuseppe Flavio]].
Quest'opera rappresenta il compimento della sua personale parabola, perché è da qui che era partito il grande sogno di un giovane studente: affrontare la
leggendaria edizione dell’opera di Giuseppe Flavio redatta da [[Benedictus Niese]], sette volumi in tedesco, monumentali e ineguagliabili. Proprio in quest’opera, più chiaramente che in ogni altra, sono leggibili a chiare lettere gli argomenti in base ai quali la nozione di popolo eletto appare messa in crisi e criticata per il suo tendere a comporre una casta chiusa e genealogicamente determinata, cui si contrappone il movimento di riforma esseno, che vede il popolo eletto come l' insieme dei giusti che osservano le leggi eterne della [[Torah]]: ed è qui che trovano il punto di unione l' Antico ed il [[Nuovo Testamento]] e così con il [[Corano]].
Dopo aver concluso l' opera su Giuseppe Flavio (pubblicata nel 1998), l'infaticabile professore Moraldi stava lavorando ad un' altra impresa, relativa alla ricostruzione dei documenti e degli atti inerenti una figura storica su cui c'è ancora bisogno di gran luce. Si tratta di [[Simeon bar Kocheba]], l' uomo che fu l' ultimo [[Maestro di Giustizia]] della [[Comunità di Damasco]] (nome con cui si identifica la setta degli [[esseni]] o, secondo il termine greco, [[terapeuti]]. Si tratta di un argomento estremamente controverso, in cui solo pochi sapienti possono addentrarsi.
Le opere di Luigi Moraldi abituano il lettore a camminare sugli abissi della logica con totale naturalezza. E'È stato un
uomo di qualità eccezionali, su cui la cultura italiana dovrà lungamente soffermarsi per comprendere l'ampiezza e la profondità
di un'opera che ha dimensioni epocali ed è proiettata nel futuro.