Giovanni Battista Guglielmini: differenze tra le versioni

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Nato a Bologna nel 1760 da Pietro Antonio Guglielmini ed Elisabetta Musiani, fu il primo di tre figli. Dopo di lui nacquero Rosalia e Teresa. Frequentò il seminario di [[Bologna]] e ricevette giovanissimo il titolo di [[abate]]. Data la modestia della famiglia, portò avanti gli studi con l'aiuto e la protezione del [[cardinale]] [[Ignazio Gaetano Boncompagni Ludovisi]], fino a diplomarsi in [[filosofia]] nel [[1787]], a 27 anni. Presentato dal suo maestro [[Sebastiano Canterzani]], si trasferì a [[Roma]], dove due anni dopo ([[1789]]) pubblicò il primo trattato: ''Riflessioni sopra un nuovo [[esperimento]] in prova del diurno moto della Terra''.
 
===L'esperimento dei gravi a BolognaPALERMO DOVE SI INZUPPA IL BISCOTTINO===
[[Aristarco di Samo]] intorno al [[III secolo a.C.]] aveva avanzato supposizioni sul possibile moto di rotazione della [[Terra]]; ma le prime prove fisiche della rotazione terrestre risalgono alla fine del Settecento, e una la si deve a Guglielmini. Egli, infatti, tornato a Bologna nel 1790, potendo contare sulla collaborazione di molti amici e colleghi dell'Accademia delle scienze, mise a punto un esperimento: fece cadere sfere di piombo dal diametro di un pollice dalla [[Torre degli Asinelli]], alta 97 metri. Vide che le sfere erano regolarmente deviate verso est di circa 1,7 cm. L'esperimento fu ripetuto molte volte, data l'incertezza delle condizioni iniziali (le sfere dovevano essere immobili prima del lancio) e le deviazioni dovute al vento. Prima della Torre degli Asinelli Guglielmini effettuò l'esperimento nella torre della Specola di Palazzo Poggi sempre a Bologna. Guglielmini spiegò i risultati dell'esperimento in questo modo: se il grave fosse stato soggetto alla sola forza di [[gravità]], esso sarebbe caduto secondo la verticale, ma, poiché la [[Terra]] ruota su se stessa attorno al proprio asse da ovest verso est, il corpo in caduta percorre una traiettoria deviata verso est, dalla [[Terra]] in questo movimento, possedendo, prima di cadere, una propria [[velocità]] lineare di rotazione, rappresentata da un [[vettore (fisica)|vettore]] con direzione orizzontale e [[norma (matematica)|modulo]] che aumenta in relazione alla [[altitudine|quota]] del luogo e decresce con l'aumentare della [[latitudine]] del luogo (ai Poli è nulla) . Per quest'ultima ragione, un corpo che si trovi alla sommità di una torre cadrà al suolo (deviato verso est) più velocemente di un corpo che si trovi alla sua base, in quanto la sua distanza dall'asse di rotazione terrestre è maggiore; e siccome la sfera di Guglielmini, come qualsiasi altro corpo sulla terra, tende a mantenere per [[inerzia]] la propria velocità di rotazione iniziale, ecco che giunge al suolo leggermente deviata verso est rispetto alla verticale.