Shōjo: differenze tra le versioni

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Ho aggiornato sia il significato del termine, che inizialmente era fuorviante, sia la storia dello shoujo manga in Giappone e in Italia, che era estremamente carente.
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{{nota disambigua||Shojo}}
Il termine [[lingua giapponese|giapponese]] {{Nihongo|'''''shōjo'''''|少女||lett. "ragazza"}} spesso traslitterato anche '''''shoujo''''', indica, di solito, una categoria di [[manga]] e [[anime]] indirizzati principalmente a un pubblico femminile, a partire dall'età scolare fino alla maggiore età.<ref>Davide MaCastellazzi, può''A-Z essereManga. utilizzatoGuida ancheal perfumetto indicare lgiapponese'intera', categoriaConiglio diEditore, manga2004, dedicatip. generalmente149.</ref> alUn pubblicomanga femminile,''shōjo'' comeè unatale sortase diin [[Genere letterario|macro-genereGiappone]], cheè astato suapubblicato voltasu contauna diverserivista altread classificazioniesso dedicata; si tratta, datequindi, primadi daluna targetclassificazione divisoche avviene in fascebase d'etàal [[target (pubblico femminilepubblicità)|target]] di cui sopra)riferimento e poinon dalal contenutogenere o sottogenereallo (fantasy,stile.<ref>{{cita scolastico,web|url=http://www.shoujo-manga.net/intro/|titolo=Gli sliceshoujo ofmanga|sito=Shoujo life,Manga d'azione,Outline|accesso=6 d'amore,febbraio horror, ecc)2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190425140910/http://www.shoujo-manga.net/intro/|dataarchivio=25 aprile 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
''Esempio letterario di macro-genere suddivisibile in sotto-generi: ROMANZO.''
 
== Definizione del termine ==
In [[Italia]] si ritiene erroneamente che uno shoujo''shōjo'' sia un qualunque manga o anime che tratti tematiche sentimentali. L'equivoco è generato dal fatto che launo maggior''shōjo'' partenon diè questitale mangaper chei cisuoi arrivano dal Giapponecontenuti, sonoche apossono sfondoessere romantico.di Questoqualunque perchétipo, mentrema inper Giapponeil ipubblico mangaa vengonocui lettiè ancheindirizzato, dallecioè donnequello adultefemminile (circa il 42%)giovane, che apprezzanoè anchesolitamente generiattento dialle shoujotematiche piùsentimentali.<ref>{{Cita maturi legati al fantasyweb|url=https://anime.everyeye.it/articoli/speciale-shonen-seinen-shojo-alla-scoperta-dei-principali-generi-anime-manga-38738.html|titolo=Shonen, o all'avventuraseinen, oshojo: alla vitascoperta indei sensoprincipali piùgeneri generaleAnime e profondo,Manga|sito=Everyeye mentre in Italia la stragrande maggioranza del pubblico femminile è composto da ragazze molto giovani, che prediligono il genere scolasticoAnime|lingua=it|accesso=2019-01-01}}</romantico. ref>
 
In realtà uno shoujo ''è'' tale quando la sua struttura grafica e narrativa (che non sono semplicemente i disegni e la storia, ma il ''modo intrinseco'' in cui vengono pensate e rappresentate le scene, i dialoghi e le inquadrature) è fatta in modo da essere apprezzata principalmente dal pubblico femminile (di solito più attento ai sentimenti e all'introspezione), rispetto a quello maschile (focalizzato principalmente sulla conquista e la realizzazione personale, come obbiettivo ultimo).
 
A volte la classificazione è data anche dal sesso della protagonista, in quanto, il fine ultimo di ogni manga è l'immedesimazione del lettore nel protagonista ed essendo lo shoujo nato in Giappone, è legato alla mentalità giapponese, secondo la quale una ragazza non possa immedesimarsi in un ragazzo e viceversa. Ultimamente gli autori europei di shoujo manga, stanno sdoganando questa credenza, creando opere con protagonisti maschili, che non siano necessariamente omosessuali.
 
Chiaramente il discorso è generalista e figlio di una società estremamente classista, ma l'eccezione è sempre dietro l'angolo: i maggiori successi shoujo, infatti, vengono fruiti trasversalmente anche da persone fuori target, ovvero di età differente da quella indicata per uno specifico manga, o anche di genere maschile.
 
== [https://shoujo-manga.net/gli-shoujo-manga/ Storia degli ''shoujo manga in Giappone''] ==
 
=== '''''Anni ’50''''' ===
I primi shoujo manga appaiono nel 1950, contemporaneamente agli shounen, e consistono in strip umoristiche dalla struttura molto semplice. È stato Osamu Tezuka, con “Ribon no kishi”, a introdurre una storia più articolata che comprende generi diversi.
 
In questi anni la maggior parte degli shoujo manga si rivolge a bambine delle elementari ed è creata da uomini, alcuni dei quali si sono poi rivelati delle figure di spicco in altre direzioni: Shotarou Ishinomori, Fujio Akatsuka e Leiji Matsumoto.
 
Il numero delle mangaka donne si conta sulle dita di una mano, ecco alcuni nomi: Watanabe Masako, Hideko Mizuno e Miyako Maki. Le loro storie hanno per protagoniste delle bambine delle elementari e si dividono in 3 categorie: commedia umoristica, horror e strappalacrime. Le relazioni madre-figlia hanno un ruolo preminente mentre le storie d’amore sono piuttosto rare vista la tenera età delle protagoniste.
 
=== Anni ’60 ===
Nel 1963 il rivoluzionario cambio di serializzazione degli shoujo da riviste mensili a settimanali determina la richiesta di un maggior numero di artisti.
 
È ormai chiaro che le mangaka donne sono più abili degli uomini nell’incontrare le richieste delle lettrici (ora cresciute) e quindi incrementare le vendite.
 
Il debutto che più degli altri attira l’attenzione è quello di Machiko Satonaka, il cui primo manga appare nel ’64, quando l’artista ha appena 16 anni. Questo spinge tantissime ragazze della sua generazione a tentare la via professionale. Debuttano inoltre Waki Yamato, Yasuko Aoike e Minori Kimura.
 
In un batter d’occhio, manga di tutti i tipi incominciano a vendere come non era mai accaduto prima e il numero delle riviste aumenta drasticamente. Alla fine degli anni ’60 le mangaka donne hanno monopolizzato il filone shoujo e gli artisti uomini, incapaci di competere, abbandonano il genere per dedicarsi esclusivamente ai manga per ragazzi.
 
Mentre per gli shounen manga la rivista settimanale rimane il formato tradizionale, per gli shoujo manga torna a imporsi il formato mensile. Questo perché la rivista settimanale spingeva le autrici a concentrarsi sull’azione e a lavorare a un ritmo che impediva di raggiungere la profondità che molte di esse ricercavano.
 
Da allora le autrici hanno la possibilità di disegnare episodi più lunghi a un ritmo meno febbrile, sviluppando con più cura i rapporti tra i personaggi, gli stati d’animo e le ambientazioni.
 
=== Anni ’70 ===
Fin dai primi anni ’70 l’attenzione viene catturata da un gruppo di giovani mangaka conosciute come ”Le favolose del 49” perché molte di loro erano nate nel 1949. Le più importanti sono Riyoko Ikeda (autrice di ''Versailles no Bara/Lady Oscar''), Keiko Takemiya (''Kaze to Ki no Uta/Il poema del vento e degli alberi''), Moto Hagio (''Thoma no Shinzou''), Yumiko Ooshima e Ryouko Yamagishi. Queste mangaka incominciano a sperimentare nuove tematiche, storie e stili, rifiutando i limiti della definizione tradizionale di shoujo manga, rivolgendosi a lettrici più adulte. Introducono nuovi sottogeneri come la fantascienza e il fantasy ed esplorano alcune delle più importanti questioni sull’esistenza umana.
 
Rivoluzionano gli shoujo manga affrontando tematiche come l’identità sessuale e dando vita al sottogenere conosciuto come ‘shounen ai’ (amore tra ragazzi).
 
Anche le storie d’amore tra i due sessi subiscono un cambiamento: molte storie drammatiche furono sostituite da commedie scolastiche più allegre, con ragazze giapponesi come protagoniste. Fu sempre in questi anni che gli shoujo ambientati in Occidente, soprattutto nei secoli passati, ebbero la più grande diffusione.
 
=== Anni ’80 ===
Già alla fine degli anni ’70 gli shoujo manga avevano cessato di essere un genere omogeneo e monolitico. Sottogeneri come il fantasy, l’horror, la fantascienza, lo sport o le storie che si incentrano sull’amore omosessuale tra due ragazzi, si erano affermati definitivamente distinguendosi dalle commedie sentimentali tradizionali. Le stesse storie d’amore erano divenute più sofisticate e meno soggette ai tabù e agli stereotipi, rappresentate in modo realistico.
 
Le protagoniste cominciano a trasformarsi in personaggi liberi, spensierati e leggermente incentrati su di sé, ben diverse dalle eroine di un tempo, sempre pronte al sacrificio.
 
Mentre buona parte della nuova generazione di mangaka continua a seguire i grandi temi introdotti dalle “favolose del ’49”, altre (tra cui Taku Tsumugi) spostano l’attenzione sulla vita di tutti i giorni, esaminando dettagliatamente le vite interiori dei loro personaggi. Al centro di queste storie sono quindi ragazze qualsiasi del Giappone contemporaneo, molto simili alle loro lettrici.
 
Dato che l’età delle lettrici di manga continua a crescere, negli anni ’80 si impone una maggior specializzazione e un target più specifico di lettrici, divise rigorosamente per età.
 
Il mercato diventa ancora più complesso per la crescente richiesta di manga nei quali possano rispecchiarsi le donne adulte. Le prime riviste di questo tipo appaiono nei primi anni ’80 e si rivolgono a giovani impiegate e casalinghe.
 
Il contenuto era per molti aspetti simile alle soap opera americane, si trattava generalmente di storie piatte e superficiali. Verso la fine degli anni ’80 diventa chiaro che questa formula piace soltanto a una piccola parte di lettrici, le case editrici si rendono conto che molte giovani donne non comprano questi nuovi “ladies comics” ma le stesse riviste che amavano alle superiori.
 
=== Anni ’90 ===
Le case editrici, avendo compreso l’errore di proporre alle donne adulte soltanto dei manga-soap opera, incominciano a proporre una varietà di sottogeneri indirizzati a delle specifiche “tipologie” di donna. Essi spaziano dalle pubblicazioni più alternative come “Feel Young” fino al conservativo e vendutissimo “YOU”, al pornografico “Comic Amour” o alle riviste dedicate a temi come la gravidanza e la crescita dei bambini.
 
I magazine che trattano di shounen ai/yaoi sono protagonisti di un vero e proprio boom: molti di questi manga sono decisamente più espliciti rispetto a quelli del passato, e i motivi di questo successo sono molteplici. Qui viene descritto il sesso per come è, come impulso, piuttosto che come una fonte di turbamento e vaga paura, o dal fine procreativo. Fanno la loro comparsa temi scabrosi come lo stupro, l’incesto e la prostituzione. Molti studiosi fanno notare che nelle vicende in cui i protagonisti sono maschi, le lettrici possono leggere senza angoscia, senza il peso dell’identificazione.
 
Ma vengono infrante nuove barriere anche nel campo degli shoujo manga veri e propri: riviste come “Cheese!” (edita dal ’96, di Shougakukan) spesso affrontano temi tabù e presentano scene di sesso esplicito pur avendo per protagoniste (e lettrici) delle ragazze minorenni.
 
== [https://shoujo-manga.net/gli-shoujo-manga/ Gli ''shoujo manga'' in Italia] ==
 
=== 1993-2000: verso l’affermazione ===
I primi shoujo manga apparsi in Italia, escludendo le edizioni stravolte [1] di shoujo manga negli anni ’80, sono stati dei classici: ''Lady Oscar'' è apparsa nel 1993 mentre l’anno successivo ''Georgie'' di Yumiko Igarashi è stata pubblicata dalla Star Comics.
 
Queste pubblicazioni sono state un vero e proprio flop, pare che per diversi anni abbiano precluso la pubblicazione di nuovi titoli. Le case editrici si basarono infatti sull’esito delle vendite di tre opere simili tra loro per affermare categoricamente che gli shoujo manga non potevano avere successo e ignorare tutte le altre varietà di shoujo manga.
 
Tuttavia, se le prime opere hanno avuto scarso successo non è perché erano datate e melodrammatiche: il problema è che in quegli anni le lettrici di manga erano pochissime. Molti degli attuali lettori di shoujo manga si sono avvicinati al mondo del fumetto nipponico soltanto dopo il 1995, ovvero dopo gli insuccessi di ''Lady Oscar'', ''Georgie'' e ''Caro Fratello''.
 
Dal 1995 in poi il cammino degli shoujo manga è stato in continua ascesa.
 
Per molti anni non si sono più verificati flop dopo che nel 1998 ''Proteggi la mia terra'' (dalle vendite inizialmente scarse) si è rivelato un piccolo successo una volta spostato in libreria.
 
Il contenitore della Star Comics “Amici”, focalizzato su shoujo manga come ''Sailor Moon'', si è piazzato fin dall’inizio a metà delle classifiche di vendita dei manga Star Comics, mentre ''Marmalade Boy'' (edito nel 1998) è stato il manga più venduto in casa Planet Manga dopo ''Bastard!!''.
 
Un’operazione a rischio come ''New York New York,'' shounen ai di Marimo Ragawa (edito nel 1999), si è conclusa in modo (relativamente) positivo e altro spazio è stato riservato agli shounen ai.
 
''Mars'' (il titolo più venduto di “Amici”) si è guadagnato nel 1999 un posto nel cuore di molti lettori e ha contributo fortemente all’affermazione degli shoujo manga. In particolare ha dimostrato in modo definitivo che uno shoujo manga può avere successo anche se non ha una serie animata a fare da spalla.
 
''La leggenda dell’arcobaleno'' di Chieko Hara, edito nel 2000, è stato tra gli shoujo manga più venduti in casa Star Comics dimostrando che gli shoujo “classici” possono avere successo.
 
=== 2001-2004: il “boom” ===
Il 2001 si è rivelato il primo anno veramente fortunato per gli shoujo manga in Italia. Se verso la fine del 2000 venivano pubblicati soltanto 2 o 3 shoujo al mese, a partire dalla seconda metà del 2001 la media di shoujo manga editi per mese è stata di 10.
 
Il merito di questo miglioramento va soprattutto alla Planet Manga, che a partire dalla primavera del 2001 ha fatto uscire ben 6 nuovi shoujo manga e a case editrici più o meno nuove (Play Press, Dynamic Italia, Hazard e Lexy).
 
Anche Star Comics, sebbene un po’ in ritardo rispetto ad altre case editrici, ha abbandonato il pessimismo con cui vedeva il destino di questo tipo di pubblicazioni.
 
Se il totale degli shoujo manga pubblicati nel settembre 2002 era 11, nello stesso mese del 2003 e del 2004 il numero è raddoppiato.
 
La situazione in questi anni è ben diversa rispetto a quella degli anni novanta: i lettori di shoujo sono aumentati, quasi tutti gli editori del settore danno spazio agli shoujo manga, si sperimentano generi diversi mentre i pregiudizi hanno finalmente perso terreno.
 
Sono lontani gli anni delle “crociate anti-shoujo”, come ricorda in un’intervista Andrea Baricordi: “quando iniziammo a pubblicarli, fummo letteralmente aggrediti presso una fiera.” [2]
 
Senza dubbio, rimangono alcuni manga-fan che si ostinano a dire di non apprezzare gli shoujo manga pur avendone letti meno di una decina, così come resistono alcuni “shoujo-fan” che per primi hanno una visione riduttiva del filone shoujo.
 
Se le riviste e i libri specializzati da sempre hanno rivolto poco spazio agli shoujo manga, i siti web creati dagli appassionati hanno certamente colmato questa lacuna.
 
Le scelte degli editori in campo shoujo non sono state sempre brillanti e, quando lo sono state, non hanno sempre raggiunto delle vendite soddisfacenti.
 
Titoli validi come ''Banana Fish'' di Akimi Yoshida, ''La principessa splendente'' di Reiko Shimizu e ''Cuori colpiti'' di George Asakura non sono stati premiati dal grande pubblico.
 
Questi dati non hanno mancato di impensierire chi temeva di vedere le testate shoujo italiane orientarsi esclusivamente su commedie scolastico-adolescenziali e titoli palesemente commerciali. Fortunatamente, questa possibilità è stata smentita dai fatti.
 
Come riconoscono molti esperti del settore, i manga (e in particolare gli shoujo) sono stati il fattore determinante nel far avvicinare le ragazze al mondo del fumetto, come mai era accaduto prima nel nostro paese.
 
Un fenomeno, questo, che si sta ripetendo anche negli altri paesi Occidentali che pubblicano fumetti giapponesi.
 
'''Note:'''
 
[1] Si tratta di titoli serializzati in gran parte sulla rivista “Il corrierino dei piccoli” o “Candy Candy”; la prassi consisteva nel ribaltare e colorare le tavole (in origine in bianco e nero), occidentalizzare i nomi, e censurare le scene giudicate inadatte ai più piccoli.
 
[2] Dall’intervista di Animanga Netgate ad Andrea Baricordi, uno dei quattro Kappa Boys che si occupa da anni di scelte editoriali, redazione e supervisione prima per la casa editrice Star Comics e in seguito per la Kappa Edizioni.
 
=== 2005-2013: il boom esplode ===
Guardando i dati degli shoujo manga editi in Italia durante questi anni, le cifre mantengono quel che gli anni precedenti sembravano promettere: si parla di 40-60 titoli all’anno, comprendendo anche manhwa, boys love e josei. L’anno che raggiunge il primo podio per quantità di titoli è il 2007 con 46 shoujo manga, 4 josei, 11 manhwa e 8 boys love, per un totale di 69 titoli, seguito dal 2012 con un totale di 68 titoli. Il 2012 è anche l’anno in cui si pubblica il maggior numero di josei, ben 14, e il maggior numero di boys love, ben 10.
 
All'interno del genere esistono molte altre suddivisioni, che cercano di raggiungere in maniera capillare fasce d'età ristrette (dai dieci ai dodici anni, dai dodici ai quattordici, e così via). I maggiori successi ''shōjo'', comunque, vengono fruiti trasversalmente anche da persone di età maggiore, o anche di genere maschile.<ref>{{Cita web|url=https://www.sognandoilgiappone.com/anime-e-manga/|titolo=Manga, i fumetti giapponesi e gli anime, i cartoni giapponesi|sito=www.sognandoilgiappone.com|accesso=2019-01-01}}</ref>
Dal momento che le case editrici in questi anni si moltiplicano, è chiaro che i titoli sono piuttosto vari: titoli di richiamo trainati da serie tv (''Honey and Clover'', ''Sugar Sugar Rune'', ''Mermaid Melody''), ristampe di titoli già rodati (''Sailor Moon'', ''Love me knight'', ''Rayearth'', ''Georgie'', ''Lady Oscar'') ma anche titoli generati dall’interesse per un’autrice in particolare (come le opere di Ai Yazawa, Miho Obana e Fuyumi Souryo).
 
== Breve storia degli ''shōjo manga'' ==
Dedicate ai nostalgici degli anime ’80 e ’90 sono proposte come ''Alpen Rose'' (Star Comics) e ''Lady!!'' della Goen. Quest’ultima casa editrice si segnala anche per ''Supplement'' di Mari Okazaki e ''Body and Soul'' di Erica Sakurazawa. Degna di nota è la collana alternativa “Mangasan” di Kappa Edizioni, che edita tra le altre Ebine Yamaji (''Love my life'', ''Indigo Blue'' e ''Free soul'') e Moyoco Anno (''Happy Mania'', ''Questo non è il mio corpo'').  Menzione d’onore a Yamato Edizioni che pubblica ''Cleopatra'' di Machiko Satonaka, a Star Comics per ''Siamo in undici!'' di Moto Hagio, le opere di Yayoi Ogawa (''Sei il mio cucciolo''), Akiko Higashimura (''Kuragehime)'' e Tomoko Ninomiya (''Nodame Cantabile)''. Planet Manga avrà la nostra eterna gratitudine per le opere di Hinako Ashihara (''La clessidra'') ma ancor di più per Mari Okazaki (''Shibuya Love Hotel'') e soprattutto per ''Ōoku'' di Yoshinaga Fumi. Lode al coraggio di Flashbook per ''X-Day'' di Setona Mizushiro, a GP Publishing per ''La spada di Paros'' e ''N.Y. Komachi'', a Magic Press per ''Itazurana Kiss'' di Kaoru Tada e e ''Genius Family company'' di Tomoko Ninomiya. Non dimentichiamo la Ronin per ''Il sortilegio del vento'' di Yuuho Ashibe e ''Il gioco del gatto e del topo'' di Setona Mizushiro, ma soprattutto per ''Edgar e Allan Poe''  di Moto Hagio, la Bibbia degli shoujo manga! Ultima ma non ultima, ringraziamo la J-Pop che ci ha omaggiato di ''Attack n.1'' di Chikako Urano, classico degli shoujo sportivi.
Fino alla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]] gli ''shōjo manga'' sono stati creati soprattutto da autori uomini (uno fra tutti [[Osamu Tezuka]]). In seguito cominciano a essere realizzati principalmente da donne, che ne modificano profondamente tematiche e grafica.<ref>{{Cita libro|nome=Norma|cognome=Jones|nome2=Maja|cognome2=Bajac-Carter|nome3=Bob|cognome3=Batchelor|titolo=Heroines of Film and Television: Portrayals in Popular Culture|url=https://books.google.it/books?id=oZNFAwAAQBAJ&pg=PA180&dq=Sh%C5%8Djo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT4J6Nh83fAhVCQRoKHTE3D6MQ6AEIKTAA#v=onepage&q=Sh%C5%8Djo&f=false|accesso=2019-01-01|data=2014-04-04|editore=Rowman & Littlefield|lingua=en|ISBN=9781442231504}}</ref>
 
Considerati a lungo come fumetti minori di scarso valore, l'affermazione degli ''shōjo manga'' si ha nel corso degli [[Anni 1970|anni settanta]], grazie ad autrici come [[Riyoko Ikeda]], [[Moto Hagio]] e [[Keiko Takemiya]].<ref>{{Cita libro|titolo=Anime and Manga|url=https://books.google.it/books?id=E2jHAhPXxgEC&pg=PA146&dq=Sh%C5%8Djo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT4J6Nh83fAhVCQRoKHTE3D6MQ6AEIMDAB#v=onepage&q=Sh%C5%8Djo&f=false|accesso=2019-01-01|editore=PediaPress|lingua=en}}</ref>
=== 2014-2018: il punto ===
Qualcuno se ne sarà accorto: dal 2014 il numero di shoujo manga/josei/BL pubblicati in Italia nel corso dell’anno è vistosamente calato. Se nel 2014 e 2015 i titoli sono ancora quaranta, dal 2016 in poi faticano a toccare la trentina. Parallelamente al calo di pubblicazioni, però, emergono altri fattori. L’interesse da parte di pubblico e case editrici verso i manhwa si è fatto sporadico e le proposte in questo senso sono quasi scomparse. Al contrario, l’attenzione verso boys love e josei è aumentata. I primi viaggiano verso i 6-7 titoli all’anno, con titoli molto validi come ''Twittering Birds Never Fly'' di Kou Yoneda o ''Yuutsu na asa'' di Shoko Hidaka (Flashbook) mentre, per quanto riguarda i secondi, segnaliamo che per la prima volta nel 2018 il numero di josei è pari a quello degli shoujo manga: dieci titoli in un anno.
 
Inizialmente incentrati su tematiche sentimentali, con ambientazioni europee, personaggi idealizzati e situazioni melodrammatiche, gli ''shōjo manga'' ampliano col trascorrere degli anni i loro soggetti, spaziando dall'[[Letteratura dell'orrore|horror]] allo [[sport]], dalla [[fantascienza]] sino al realismo contemporaneo, tipico dei titoli più recenti.
Ma non si può che sottolineare un dato importante: se da una parte il numero complessivo di pubblicazioni è calato, d’altro canto vediamo che i titoli di qualità non mancano. Oltre alle consuete ristampe (''Versailles no bara/Lady Oscar'', ''Creamy Mami'', ''Fruits Basket'', ''Sailor Moon'', ''Pollon'', ''Le situazioni di Lui e Lei''), si segnala la presenza dell’interessante Asumiko Nakamura con i volumi della serie ''Compagni di classe'' (Magic Press). E come non menzionare Akimi Yoshida e il suo ''Umimachi Diary'' (Star Comics)? Nel 2018, poi, ci ha sorpreso la collana Showcase di Dynit con ''Blue'' di Kiriko Nananan e ''Helter Skelter'' di Kyoko Okazaki. Per non parlare di J-Pop, che alla fine dello stesso anno ci ha definitivamente messo KO con ''Il poema del vento e degli alberi'' di Keiko Takemiya. Gli ultimi tre titoli, da soli, fanno ben sperare nel futuro di questo tipo di pubblicazioni. Forse (è d’uopo ribadire: forse) sta nascendo una maggiore consapevolezza da parte dei lettori e/o degli addetti al settore verso i titoli di qualità. O forse è il canto del cigno, un ultimo guizzo di bellezza prima della fine.
 
Dal punto di vista grafico gli ''shōjo manga'' si distinguono per un'impaginazione libera, un ampio uso di elementi simbolici per esprimere gli stati d'animo (celebri le decorazioni floreali), personaggi dai fisici eterei e gli occhi dalle dimensioni pronunciate.
=== 2019-2020: Rinascita shoujo o fenomeno BL? ===
Negli ultimi due anni i titoli shoujo/josei/BL tornano a crescere in modo sensibile. Da una trentina scarsa nell’anno precedente si è passati a una quarantina nel 2019 per arrivare a più di cinquanta titoli nel 2020! Eppure, se analizziamo in dettaglio le proposte, cogliamo delle importanti differenze rispetto al passato.
 
Negli anni più recenti, tuttavia, autrici come [[Naoko Takeuchi]], [[Moyoco Anno]] o [[Kyoko Okazaki]] hanno preferito una grafica più veloce e volutamente scarna, lontana dagli idealismi degli ''shōjo manga'' classici, nel tentativo di dipingere con maggior realismo l'alienazione contemporanea.
Intanto la tendenza a valorizzare josei e Boys Love è confermata, in particolare per i secondi, che rappresentano la metà dei titoli offerti nella categoria indirizzata al gentil sesso… Non era mai successo che in un anno fossero presenti 26 proposte tra yaoi, yuri e shounen ai.
 
Tra i sottogeneri particolarmente fiorenti e notevoli dello ''shōjo manga'' ci sono il ''[[mahō shōjo]]'' (opere a carattere fantastico) e gli ''[[shōnen'ai]]'' (opere a sfondo omosessuale maschile).
La tendenza, a giudicare dai titoli annunciati per il 2021, sembra confermata: sono i BL a trainare questo tipo di pubblicazioni.
 
== Gli ''shōjo'' in Italia ==
Per converso, minor interesse sembra suscitato dai titoli shoujo indirizzati alle più giovani. Questa conclusione pare confermata da un fattore che in realtà non riguarda solo gli shoujo o i manga ma più in generale i fumetti: il prezzo di copertina. I prezzi dei fumetti lievitano vertiginosamente, sia per sostenere edizioni sempre più lussuose e curate, sia per influenza dei graphic novel, fenomeno editoriale esploso di recente e attualmente in espansione in Italia.
Nonostante uno dei primissimi fumetti giapponesi originali pubblicati in [[Italia]], ''[[Candy Candy]]'', fosse uno ''shōjo manga'', e malgrado il successo della sua trasposizione [[anime]], come anche quella di altri noti titoli quali ''[[Georgie]]'', ''[[Jenny la tennista]]'' o ''[[Lady Oscar]]'', il genere ha avuto molte difficoltà a imporsi presso il pubblico nostrano. Ancora a metà degli [[Anni 1990|anni novanta]], per esempio, il tentativo di proporre in Italia uno ''shōjo manga'' classico ed estremamente celebre, quale ''[[Caro fratello]]'', ebbe un esito sfavorevole nelle vendite, consolidando spesso fra gli editori la convinzione che la pubblicazione di ''shōjo manga'' non garantisse un sufficiente ritorno economico.
 
Solo alla fine degli anni novanta gli ''shōjo manga'' riescono a ritagliarsi un loro spazio tra il pubblico italiano, grazie soprattutto a titoli come ''[[Mars (manga)|Mars]]'', ''[[Marmalade Boy]]'' e ''[[Cortili del cuore]]'', aprendo la strada a molte altre opere.
Possiamo dedurne che il lettore-tipo è di età matura e presumibilmente con una situazione finanziaria che gli consente di sostenere le sue passioni. Insomma, i lettori sono, in media, invecchiati.
 
All'inizio degli [[anni 2000|anni duemila]], in Italia gli ''shōjo manga'' si affermano definitivamente, con la traduzione di decine e decine di titoli.
La qualità è medio-alta, grazie alle collane dedicate alle vecchie glorie di J-Pop (Moto Hagio, Riyoko Ikeda e Keiko Takemiya) e al gusto della collana Dynit/Showcase (Yukari Ichijou, Moyoko Anno, Taku Tsumugi, Keiko Nishi, EST EM). Meglio dirette a un pubblico giovane, le proposte dell’ottima Flashbook (Haruko Kumota, Kujira, Natsuki Kizu) e della sempreverde Star Comics (che ha annunciato Sorata Akizuki e Keiko Iwahita per il 2021!). A quest’ultima menzione d’onore anche per il masterpiece ''Baptism'', shoujo vintage horror per eccellenza (rivolto a un pubblico più adulto, per tematiche e prezzo).
 
== Altri usi del termine ==