Vescovo-conte: differenze tra le versioni

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Già all'epoca della dinastia carolingia i sovrani avevano promosso ad elevate cariche ecclesiastiche i chierici che avevano servito nella cappella imperiale e gli imperatori romano-germanici procedettero con decisione sempre maggiore secondo questo principio. Le diocesi erano guidate da persone di fiducia dell'imperatore, che garantiva con generosità [[immunità (diritto)|immunità]] e [[regalie]].
 
In cambio di questo favorevole trattamento i vescovi, che a partire dall'[[XI secolo]] sempre più spesso erano principi dell'impero, prestavano il cosiddetto "servitium regis". Esso comprendeva il dovere di ospitare la corte imperiale, di mettere a disposizioni contingenti militari per l'esercito del sovrano ed altri servizi di natura diplomatica ed amministrativa. In questo modo le proprietà della Chiesa erano equiparate a quelle imperiali e spesso meglio amministrate dadi queste ultime.
 
Dal punto di vista del [[feudalesimo|sistema feudale]] questa pratica aveva un vantaggio decisivo: mentre i [[vassallo|vassalli]] laici tentavano di trasformare il proprio feudo in una proprietà trasmissibile per eredità, per vescovi ed abati questo problema non si poneva ed alla loro morte il feudo ritornava al signore feudale, che poteva assegnarlo nuovamente ad un vassallo fedele.