Carcere di Regina Coeli: differenze tra le versioni

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== Storia ==
L'edificazione del complesso ebbe inizio sotto [[papa Urbano VIII]] nel [[1642]], ma la morte di questi fece sospendere i lavori, che furono ripresi dal suo successore, [[papa Innocenzo X|Innocenzo X]]. Il monastero è un monumento agli intrecci immobiliari e dinastici delle grandi famiglie romane. Fu fondato in effetti da due sorelle [[Colonna (famiglia)|Colonna]]: Vittoria, monaca del [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelo]], di cui divenne poi badessa, e Anna, vedova di Taddeo [[Barberini]], a sua volta nipote di Urbano VIII<ref>cfr. Pio Pecchiai, ''Un famoso duello al Corso'', in [[Strenna dei Romanisti]] 1952, p. 105</ref>. Dei papi che lo finanziarono, il primo – Urbano VIII – era un Barberini, e il secondo – Innocenzo X – era un Pamphilj che doveva celebrare la riconciliazione con i Barberini. Dal [[1810]] al [[1814]] il convento fu confiscato in ottemperanza al [[decreto]] [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] che imponeva la soppressione degli ordini religiosi. SimilmentePartiti i francesi tornarono le monache, ma nel [[1873]] le religiose [[Ordine dei Carmelitani Scalzi|carmelitane]] (della [[Congregazione di Sant'Elia]]) dovettero nuovamente abbandonare il convento, stavolta definitivamente, per un'analoga [[legge]] del neonato [[regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. I lavori di adattamento delle strutture furono diretti da [[Carlo Morgini]] e si completarono nel [[1900]].
 
Sempre alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] fu acquisito un plesso contiguo, che venne adibito a carcere femminile, popolarmente noto come ''Carcere delle Mantellate'' (anch'esso ex convento risalente allo stesso periodo, dedicato a "Santa Maria della Visitazione", che prende il nome dal lungo mantello che indossavano le [[Mantellate serve di Maria|suore di questo convento]]); tale carcere femminile ha ispirato anche un famoso stornello romano, intitolato ''Le Mantellate'', scritto da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi per Ornella Vanoni e rieseguito nel tempo da diverse interpreti delle canzoni popolari capitoline, tra cui [[Alida Chelli]] e [[Gabriella Ferri]].