Günther Prien: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Affondamento della HMS Royal Oak (08)}}
[[File:U-47 raid.svg|thumb|left|Mappa del raid dell'[[U-47]] all'interno della base di [[Scapa Flow]].]]
La notte tra il 13 ed il 14 ottobre 1939, Prien riuscì a penetrare nella [[base navale]] britannica di Scapa Flow; la base, sede della [[Home Fleet]] e luogo di auto affondamento della [[Hochseeflotte]] al termine della [[prima guerra mondiale]], era sita nelle isole Orcadi, nel nord della [[Scozia]], ed i suoi ingressi erano sorvegliati dal pattugliamento delle navi inglesi, rafforzato dalla protezione formata da relitti di navi affondate e reti di acciaio, ma l'[[ammiraglio]] [[Karl Dönitz]], comandante della flotta sottomarina tedesca, ''[[Befehlshaber der U-Boote]]'', aveva rilevato da alcune fotografie aeree della base, che tra due delle carcasse che bloccavano l'ingresso orientale vi era un passaggio. L’ingresso orientale della base si chiama Kirk Sound, è uno stretto e tumultuoso braccio di mare, compreso tra le coste rocciose dell’isola di Pomona e le rive sabbiose di Lamb Holm. Una spia tedesca, il capitano Wehring, scoprì che questo canale era stato sbarrato da tre pontoni che però a causa della corrente si erano distanziati l’uno dall’altro permettendo l’accesso anche a piccoli piroscafi. Il 12 settembre, a guerra iniziata da circa due settimane, Wehring informa l’Abhwer (nel frattempo Canaris è diventato il capo di tutto il servizio segreto militare) della preziosa scoperta. La seconda fase dell’[[Operazione Baldur]] poteva iniziare. Infatti, accanto all'isola di [[Lamb Holm]], vi era un passaggio largo circa 17 metri che avrebbe permesso ad un sommergibile di penetrarvi. eL'ammiraglio dette ordine a quello che considerava il migliore dei suoi comandanti di U-Boot di tentare un'azione, lasciandogli tuttavia la discrezionalità, una volta giunto a destinazione, di valutare se compiere oppure no l'impresa<ref>AA.VV., Il terzo Reich, vol. ''Branchi di Lupi'', 1993, H&W, pag. 30.</ref>.
 
Prien, giunto nei pressi della costa scozzese, a circa 28 chilometri dall'ingresso della rada, si immerse, rimanendo adagiato sul fondo per circa 20 ore, in attesa del momento propizio per tentare di forzare le difese della base; una volta emerso egli riscontrò l'assenza di [[luna]] ma la zona era fortemente rischiarata dall'[[Aurora polare|aurora boreale]] ed il pericolo di essere avvistato era decisamente alto ed inoltre, mentre il sommergibile avanzava, apparvero, nello spazio tra le due navi, una fune spessa 30 centimetri e diversi cavi spessi 15 centimetri: Prien, a causa della forte corrente, era impossibilitato ad invertire la rotta ed ordinò di deviare verso il centro del blocco, confidando che in quel punto i cavi fossero più bassi, permettendo al sommergibile di scivolarvi sopra ed il tentativo sembrò riuscire ma l'attrito con i cavi inclinò il sommergibile che rimase incagliato e solo espellendo l'aria dai cassoni di stabilizzazione fu possibile proseguire<ref>Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. I, 1995, Fabbri Editori, pag. 112.</ref> ed, alle 00.57, Prien si trovava all'interno della base di Scapa Flow.