Pianta da appartamento: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 92:
* Il punto critico sta nel fatto che di notte, in mancanza di luce, la fotosintesi viene interrotta, mentre continua il processo di respirazione, con conseguente consumo di ossigeno e produzione di CO<sub>2</sub>. Per questo, non sarebbe in sé sbagliato asserire che il più delle volte, nelle ore notturne, le piante sottraggano ossigeno all'aria.<ref>Per le dovute eccezioni oome [[cactus]], [[aloe]], la sommenzionata [[sansevieria]] oppure i diversi generi di [[crassulaceae]], si veda in [[fotosintesi CAM]].</ref>
 
Tuttavia, la respirazione delle piante è un processo lento e per provocare un'apprezzabile diminuzione di ossigeno, sarebbe necessario sistemare in camera da letto una quantità inaudita di piante, che si aggira nell'ordine dei 250 esemplari.<ref name="rep"/> Risulta perciò esagerato asserire che le piante rubino ossigeno, né avrebbe senso chiedersi quali siano le specie più o meno adatte da questo punto di vista.
 
Dalla prospettiva di chi dorme, va aggiunto che la quantità di ossigeno consumata dalle piante durante la notte è infima rispetto a quella usata da una seconda persona che pernotta nello stesso vano, per esempio un familiare. Si stima infatti che di notte, un metro quadrato di superficie fogliare generi in un'ora solo 125 ml di CO<sub>2</sub>; una persona che dorme ne produrrà nello stesso tempo ben 15-30 litri,<ref>{{cita web|https://www.vivanno.de/journal/ratgeber/pflanzen-im-schlafzimmer-gesund-oder-ungesund|titolo=V. Hörmann in "Vivanno"|accesso=20 febbraio 2020}}</ref> e ciò accade senza destare speciali preoccupazioni per la qualità della nostra respirazione. Ne consegue che la presenza di piante in camera da letto, poche o molte che siano, non può essere sconsigliata a causa di una presunta carenza di ossigeno o del tenore di anidride carbonica.