Il contratto: differenze tra le versioni
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|Cognome= De Filippo
|Dramma= Commedia
|PostDramma=in
|Titolooriginale=
|Linguaoriginale= [[Lingua italiana|Italiano]]
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Geronta, un uomo alto, magro, di 55 anni, è il nobile discendente, così almeno dice lui, di una ricca [[aristocrazia|aristocratica]] famiglia proprietaria di un castello del [[XIII secolo]] e di terre che si estendono da [[Mondragone]] sino al fiume Sebeto. Geronta richiama nella sua storia quella de ''[[Il sindaco del rione Sanità]]''. Anche lui da giovane ha ricevuto un'ingiustizia dai suoi fratelli che lo hanno fatto interdire ed espropriare di tutte le proprietà ricevute dall'eredità paterna poiché egli per generosità e amore del prossimo, donava a chiunque ne avesse bisogno il suo denaro. Ridotto a vivere in una piccola proprietà di campagna Geronta ha continuato a donare agli altri il suo amore per l'umanità. Egli infatti, senza nessuno scopo di guadagno personale, così dice il contratto che fa firmare ai richiedenti, richiama in vita chi durante la sua esistenza ha amato i suoi familiari e parenti. Lo testimoniano gli ingrandimenti delle foto con dedica dei resuscitati che sono accatastati nello stanzone dove Geronta riceve gli aspiranti alla [[resurrezione]].
La fama di Geronta nasce da un episodio particolare: il suo amico Isidoro, un orfano allevato dalla sua famiglia, per lui
Nel contratto così è scritto: niente è dovuto a Geronta che assicura la resurrezione se l'aspirante alla nuova vita (che deve essere ricco, ma questo non è riportato nel contratto), s'impegna ad amare in vita tutti i suoi parenti, dai più vicini ai più lontani, anche quelli che gli sono stati odiosi e nemici; egli dovrà assisterli ed aiutarli chiamandoli presso di sé. Inoltre egli dovrà lasciare un [[testamento]] dove è previsto che tutte le sue proprietà, nessuna esclusa, dovranno essere equamente divise tra la sua famiglia e i suoi parenti. L'aspirante alla resurrezione così continuerà ad essere amato anche dopo la morte e si formerà allora quella catena d'amore che, come per Isidoro, che era amato da tutti, ha permesso il suo richiamo in vita.
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Così si apre la successione, ma Giacomino, beneficiario di una consistente parte dell'eredità, secondo la legge di [[successione (diritto)|successione]], sarà quasi del tutto privato della sua parte per la tassa da pagare, molto alta per i parenti più lontani del defunto, e se insisterà ad avere la parte spettante dell'eredità per vie legali dovrà affrontare l'opposizione dei parenti più prossimi, e quindi i lunghissimi tempi delle cause civili: ''«Si rimanda, si rimanda ... rinvii, appelli, contrappelli, [[Corte Suprema di Cassazione|Cassazione]] ... passano decine e decine di anni, pure cinquanta, sessanta, ottanta ... quando finalmente la causa va in decisione e l'hai perduta, perché la perdi, le spese di giudizio sono arrivate a cifre astronomiche, ti trovi nell'impossibilità di pagarle e finisci in galera.»''
Così dice Geronta a Giacomino per convincerlo a rinunciare alla sua parte d'eredità (un terzo ammontante a circa trecento milioni) per ricevere in cambio una somma in contanti. Vi sono tra le proprietà del morto infatti dei [[Buono Ordinario del Tesoro|buoni del Tesoro]], che non sono tassabili (che stranamente si ritrovano sempre nei casi di
Nel caso raccontato dalla commedia il defunto ha lasciato trecento milioni di buoni del Tesoro che sono stati depositati da un notaio che li consegnerà a chi gli presenterà l'atto di rinuncia all'eredità. Geronta servendosi di uno strozzino, che si prenderà la sua ricca percentuale di cinque milioni, si farà anticipare duecento milioni in Buoni del Tesoro al portatore e cento milioni in contanti. Al parente rinunciatario Geronta offrirà, da parte della famiglia del defunto, cento milioni in Buoni del Tesoro, non tassabili e in più quaranta milioni in contanti.
A Geronta quindi rimarrà il bel guadagno di 155 milioni, esentasse. Il parente naturalmente si convince, intascherà i suoi 140 milioni, molti di più di quelli che avrebbe ricevuto dall'eredità dopo aver pagato le tasse di successione, firmerà l'atto di rinuncia che Geronta consegnerà allo strozzino che a sua volta lo darà al notaio riprendendosi la somma anticipata.
Geronta è felice perché come dice all'avido parente: ''«ti ho rimesso al mondo»'' perché un uomo senza denaro è come se fosse morto e lui invece l'ha fatto resuscitare. Proprio questo scriverà sulla foto che Geronta ha voluto per "ricordo": ''«A mio fratello Geronta che mi ha resuscitato»''.
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==Proscenio==
L'azione si svolge interamente nel comune [[città
==Note==
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* {{Collegamenti esterni}}
* [https://www.imdb.com/title/tt9537518/ Il contratto], su [
{{portale|teatro}}
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