Antonio Fogazzaro: differenze tra le versioni

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Nel romanzo, percorso da un'atmosfera morbosa di [[occulto|occultismo]], sensualità e morte, Fogazzaro introduce personaggi umoristici e generosi (il segretario del conte e sua figlia Edith, di casta purezza) o macchiettistici, come la contessa Fosca e il figlio Nepo. L'utilizzo del [[dialetto]] nei dialoghi di alcuni personaggi e il cogliere l'umana cordialità della provincia lombarda attenua la tensione di mistero e d'imminente tragedia che agita la vicenda.
 
Il libro, che mostra anche gli interessi [[spiritismo|spiritisti]] dello scrittore, suscitò reazioni contrastanti. Criticato da [[Salvatore Farina]] e da [[Enrico Panzacchi]], fu parzialmente lodato da [[Giovanni Verga]], che lo definì «una delle più alte e delle più artistiche concezioni romantiche che siano comparse ai nostri giorni in Italia». Anche [[Giuseppe Giacosa]] lo descrisse come «il più bel libro che siasi pubblicato in Italia dopo ''[[I promessi sposi]]''», ma le maggiori riviste letterarie non lo citarono nemmeno.<ref>[http://www.dizionario-italiano.it/autori/antonio_fogazzaro.php ''Dizionario Italiano Autori: Antonio Fogazzaro'']</ref>
 
La vicenda è ambientata sulle rive del [[lago del Segrino]], un piccolo lago della [[Brianza]] [[Provincia di Como|comasca]]. Il palazzo, invece, è l'antica [[villa Pliniana]] sul [[Lago di Como]], che Fogazzaro visitò e che con la sua lugubre atmosfera costituì una delle principali fonti di ispirazione del romanzo. La [[Malombra (film 1942)|versione cinematografica]] di [[Mario Soldati]] (1942), uno dei capolavori del cinema italiano, venne girata nella stessa villa Pliniana.