Monasterace: differenze tra le versioni

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L’area comunale è prevalentemente collinare, con ampie zone pianeggianti lungo la costa e le fiumare che sfociano a mare nei suoi confini.
 
Risalendo dalla costa verso l’interno, si hanno, da sud a nord, alcune colline: il Terzinale (nome poi corrotto in Arsenale nelle carte dell’IGM) o della Passoliera, dall’edificio che vi sorgeva in cima; una collina senza nome, sulla cui cima venne costruita una casamatta negli anni della seconda guerra mondiale; la Piazzetta, possibile acropoli della città magnogreca; una collina poco elevata in contrada Castellone, importante per il faro che vi sorge, grazie alla cui costruzione si rinvennero i resti di un tempietto che permisero di individuare il luogo in cui sorgeva l’antica Kaulonìa[[Kaulon]]ìa.
 
Tre sono le fiumare che. da nord a sud, vi sfociano: Fiumarella di Guardavalle<ref>Nel Catasto onciario di Monasterace (ca. 1750, inedito) ed in altri documenti citata come Matrimone.</ref>, al confine con questo Comune e con la provincia di Catanzaro; Assi, il cui corso più regolare in passato forniva l’acqua per il funzionamento del mulino ad acqua di cui resta ancora l’edificio cadente; Stilaro, al confine con il Comune di Stilo. Fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso vi erano altri rivi, tra cui il più rilevante quello di ''Vidicà'' (dal Vallone San Bernardo, che fiancheggia la Piazzetta), ed altri minori, poi prosciugati, interrati o ricoperti dalle costruzioni.
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----[[File:Monasterace superiore dall'alto.jpg|thumb|left|Monasterace superiore dall'alto]]
 
[[File:Casa greca.JPG|thumb|left|Resti di casa dell'antica Kaulonìa[[Kaulon]]ìa]]
[[File:Castello Monasterace.jpg|thumb|Castello di Monasterace]]
[[File:Pozzo del Castello di Monasterace (2020).jpg|thumb|Pozzo del Castello di Monasterace (2020)]]
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Del tutto inattendibile e fantasiosa l’interpretazione del toponimo che sposterebbe l'origine della città addirittura al secondo o al terzo millennio a.C., e che attribuisce la sua fondazione al tempo della [[guerra di Troia]]. Secondo tale ipotesi, il nome noto a [[Plinio]], ''Mystrae'', era collegabile al culto di [[Ishtar]], deità fondamentale nei [[Religione mesopotamica|culti mesopotamici]] durante l'[[Età del Bronzo]], che si manifestava sotto forma del pianeta [[Venere (astronomia)|Venere]]; per cui “Monasterace” sarebbe “''mul''” (stella), "''Ishtar''”(Venere), “''aki''” (suffisso indicativo di località), cioè “''il luogo della stella Ishtar''”. In realtà il toponimo Mystrae, Mixta ed altri simili, citato, oltre che da Plinio, da altri autori, è molto più tardo, e non ha ancora trovato una localizzazione, rivendicato, oltre che da Monasterace, da Gioiosa Ionica, Roccella ed altri paesi ancora.
 
Dobbiamo aggiungere che, oltre a Mystrae, molti furono i nomi che vennero attribuiti (con più o meno valido fondamento, da studiosi di diverso valore) a Monasterace o al suo territorio: [[Kaulon]], Stilida, Castel Vetere (che poi indicò quella che dal 1861 si chiamò Caulonia!) e così via. Il manoscritto già citato<ref name=":0" /> riferisce che precedentemente il nome fosse Rodiano (Robiano nella più tarda redazione del Bios, detta B) e Rogliano/Rubbiano e simili si troverà in documenti ancora successivi. In realtà in questo punto il testo è lacunoso e si legge chiaramente solo il testo Ροδ..., che potrebbe far riferimento a quella che sarà la frazione Rosito.
 
== Storia ==
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=== Età antica ===
Monasterace marina è il luogo dell'antica città magno-greca di [[Kaulon]]ìaKaulonìa; tuttavia, non si può escludere la possibilità che il sito sia già stato popolato da gente indigena, o addirittura dai bruzi stessi che molto prima del [[VII secolo a.C.]] (data in cui i greci colonizzarono il meridione d'Italia) risiedevano in Calabria insieme ai lucani, di cui erano schiavi e successivamente alleati contro le pretese di Roma.
 
=== Età medievale ===
[[File:Interno chiesa di sant'Andrea a Monasterace superiore (agosto 2020).jpg|thumb|Interno chiesa di sant'Andrea a Monasterace superiore (agosto 2020)]]
Monasterace Superiore ha un'origine medievale. Fu popolata dai superstiti di [[Kaulon]]iaKaulonia, che dopo la deportazione di metà della popolazione a Siracusa da parte di Dionigi e il successivo assoggettamento a Roma, popolarono i colli circostanti per ripararsi dalle malattie infettive quali malaria e plasmodium che si diffondevano nelle pianure ormai abbandonate e per sfuggire alle scorrerie di pirati che approfittando delle distruzioni delle città magnogreche, saccheggiavano e incendiavano i pochi centri rimasti.
In periodo normanno fu un casale del Kastron di [[Stilo (Italia)|Stilo]] fino al [[1275]], successivamente passo sotto l'ordine dei templari<ref>{{cita libro | cognome= Bova| nome= Damiano| titolo= Bivongi.Nella valle dello Stilaro| editore= Ecumenica Editrice| città= Bari | anno= 2008 | isbn= 978-88-88758-43-5|pagine = p216-223}}</ref>.