Palazzo Estense: differenze tra le versioni

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==Storia==
In corrispondenza del corpo centrale dell'attuale palazzo esisteva già una villa di inizio Settecento appartenente al ricco commerciante Tommaso Orrigoni. Nel 1765 il duca Francesco la acquistò per rinnovarla ed ampliarla con due ampie ali ad U. Il progetto si ispirò alle dimore italiane ed europee del tempo e per portarlo a termine vennerovttò distrutteanche alcune[[Villa caseCraven nelldi Seyssel d'areaAix]]. circostanteIl Bianchi curò inoltre il progetto del parco di Palazzo Estense, modellato a somiglianza di quello del palazzo imperiale di [[Schönbrunn]]<ref name="BrocureTravelitalia">{{cita web|url=http://guide.travelitalia.com/it/guide/varese/palazzo-giardino-estense/ |titolo=Palazzo Estense (Giardino Estense) |anno=2012 |editore=Travelitalia }}</ref>.
[[File:Palazzo e giardini estensi.JPG|thumb|left|upright=1.2|Veduta del palazzo dai giardini.]]
I lavori si devono all'ingegnere camerale di Milano [[Giuseppe Antonio Bianchi]] che a Varese progettò anche [[Villa Craven di Seyssel d'Aix]]. Il Bianchi curò inoltre il progetto del parco di Palazzo Estense, modellato a somiglianza di quello del palazzo imperiale di [[Schönbrunn]]<ref name="Travelitalia">{{cita web|url=http://guide.travelitalia.com/it/guide/varese/palazzo-giardino-estense/ |titolo=Palazzo Estense (Giardino Estense) |anno=2012 |editore=Travelitalia }}</ref>.
 
Dopo la morte del duca e della sua terza moglie, la proprietà passò in eredità alla contessa Rosina von Sinzendorf e quindi a sua figlia marchesa Beatrice [[Serbelloni (famiglia)|Serbelloni]]. Causa gli oneri per la manutenzione, il palazzo venne affittato alla nobiltà lombarda e straniera in villeggiatura. Il grande piazzale di ingresso, utilizzato prima per esercitazioni militari, venne poi venduto per la costruzione di edifici privati<ref name="Altervista" />.
 
Nel 1837 il complesso passò in eredità ai [[Trivulzio (famiglia)|Trivulzio]] ed alla contessa Cristina Archinto che, tre anni dopo, lo cedette al dott. Carlo Pellegrini Robbioni<ref>{{cita libro |autore=Giacomo C. Bascapè |titolo=Palazzi storici di Varese |url=http://books.google.com/books?id=QI1JAQAAIAAJ |pp=66-80 |anno=1963 |editore=Bramante}}</ref>, che ridisegnò parzialmente il giardino, modificandolo secondo i canoni del romantici dell'epoca, creando nuovi percorsi attraverso la messa a dimora di numerose specie di conifere<ref name="PiccoleGuide">{{cita web |autore=Assessorato alla Tutela ambientale e Agenda 21 |url=http://www.varesecittagiardino.it/file/parchi_Estense.pdf |titolo=Giardini Estensi e Parco di Villa Mirabello |anno=2012 |editore=Comune di Varese |formato=pdf }}</ref>.
Adiacenti all'ala ovest del palazzo furono costruiti anche una [[filanda]] e un [[opificio]] per la lavorazionelavorazionennero delladistrutte setaalcune case nell'area circostante<ref name="Brocure" />.[[File:Palazzo e giardini estensi.JPG|thumb|left|upright=1.2|Veduta del palazzo dai giardini.]]
I lavori si devono all'ingegnere camerale di Milano [[Giuseppe Antonio Bianchi]] che a Varese progee della seta.
 
Nel 1850 l'intera proprietà passò nelle mani di Cesare Veratti, nipote del Robbioni, che proseguì nella trasformazione del parco sino a quando, nel 1882, il complesso venne acquistato dal Comune di Varese e aperto al pubblico l'anno successivo.