Quirinalia: differenze tra le versioni

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I '''Quirinalia''' erano una [[Festività romane|festività romana]] che ricorreva il [[17 febbraio]] ed era dedicata al [[divinità|dio]] [[Quirino (divinità)|Quirino]].<ref>[[Marco Terenzio Varrone|Varrone]], [[De lingua latina]], VI, 3, 2.</ref> La festa venne istituita da [[Numa Pompilio]].<ref>{{cita libro|cognome=Sabbatucci|nome=Dario|titolo=La religione di Roma antica: dal calendario festivo all'ordine cosmico|anno=1988|editore=Il Saggiatore|città=|isbn=88-04-30954-7|pp=63-64, 231}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Palmer|nome=Robert E. A.|titolo=The Archaic Community of the Romans|url=https://archive.org/details/archaiccommunity00palm|anno=2009|editore=Cambridge University Press|lingua=inglese|isbn=0-521-12476-X|p=[https://archive.org/details/archaiccommunity00palm/page/n173 161]}}</ref>
== Descrizione ==
La festività sottrae in qualche modo alla giurisdizione curiale, ossia a un ordinamento [[clan]]ico o [[gens|gentilizio]], la totalità dei cittadini, dando loro la possibilità di configurarsi come tali, anziché come membri di una singola [[Curia (storia di Roma)|curia]]. Quest'operazione, che si inquadra nel processo che portò gradualmente i [[Civiltà romana|romani]] delle assemblee curiali (''[[comitia curiata]]'') alle assemblee popolari (''[[comitia tributa]]''), si esplica fondando la nuova realtà del nome del dio Quirino.<ref>{{cita libro|cognome=Coarelli|nome=Filippo|titolo=Il Campo Marzio: dalle origini alla fine della Repubblica|anno=1997|editore=Quasar|isbn=88-7140-106-9|pp=49-53}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Raaflaub|nome=Kurt A.|titolo=Social struggles in archaic Rome: new perspectives on the conflict of the orders|url=https://archive.org/details/socialstrugglesa00raaf_791|anno=2005|editore=Wiley-Blackwell|lingua=inglese|isbn=1-4051-0061-3|p=[https://archive.org/details/socialstrugglesa00raaf_791/page/n139 109]}}</ref>
 
Nel [[giorno]] dedicato a questo dio era concesso di celebrare il [[rito]] della prima [[torrefazione]] del [[farro]] a coloro che non lo avevano fatto in precedenza, nel giorno prescritto dalla propria curia. In tal modo coloro che per forza di cose o per propria volontà si sottraevano all'ordini curiale (qualificabili come stolti rispetto all'ordine stesso) rimediavano sul piano [[religione|religioso]] rifugiandosi nel dio Quirino, la cui festa era detta anche "''festa degli stolti''" (''stultorum feriae'').<ref>{{cita libro|cognome=Vaccai|nome=Giulio|titolo=Le feste di Roma antica: miti, riti, costumi|anno=1927|editore=Fratelli Bocca Editori|isbn=no|p=221}}</ref>