Questione linguistica belga: differenze tra le versioni

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Ciononostante il processo di emancipazione della comunità fiamminga proseguì il suo corso e nel [[1930]] l'università di [[Gent]] fu il primo ateneo belga ad introdurre il neerlandese come unica lingua d'insegnamento.
 
===Contrapposizioni linguistiche ma non solo: la Questione Reale e il boom economico===
===Il secondo dopoguerra e la sfiducia al re===
Alla fine della [[seconda guerra mondiale]] si pose in Belgio la "Questione Reale": il re [[Leopoldo III del Belgio|Leopoldo III]], che durante l'occupazione nazista del paese aveva tenuto un comportamento ambiguo con l'invasore ed aveva contratto un secondo matrimonio con una borghese, fu aspramente criticato in patria al punto che alla fine della sua prigionia in Germania dovette esiliarsi temporaneamente in [[Svizzera]]. Leopoldo III poté rientrare in Belgio solo nel [[1950]], in seguito ad un [[referendum]] che spaccò il paese e nel quale ancora una volta emersero le profonde divisioni linguistiche: le Fiandre cattoliche e monarchiche si espressero a favore del re (72%), mentre la Vallonia socialista votò contro (58%). Alla fine fu il peso demografico delle Fiandre a restituire il trono a Leopoldo, il cui rientro - avvenuto [[30 luglio]] dello stesso anno - fu accompagnato da violente proteste in Vallonia (4 morti a [[Grâce-Hollogne|Grâce-Berleur]]). Per non mettere in pericolo l'unità del paese, il [[16 luglio]] [[1951]] Leopoldo III abdicò infine in favore del figlio [[Baldovino I del Belgio|Baldovino I]].
 
La questione linguistica si confermò nuovamente un conflitto a più ampio spettro con il boom dell'economia belga degli anni Cinquanta, quando il baricentro economico del paese passò dalle industrie minerarie e tessili della Vallonia ai nuovi poli industriali (soprattutto petrolchimici) delle Fiandre. Determinanti furono a questo riguardo il rapido sviluppo del [[settore terziario]] e la scoperta, da parte degli investitori, delle potenzialità del porto di [[Anversa]] e della manodopera qualificata e a basso costo delle Fiandre. Ne conseguì un boom dell'economia fiamminga che durò fino agli anni Sessanta, mentre l'economia vallona iniziò a ristagnare nonostante i tentativi di rilancio dell'industria pesante. Nel [[1966]] il [[prodotto interno lordo]] pro capite delle Fiandre raggiunse infine il livello di quello della Vallonia.
 
== Voci correlate ==