Mostra dei sette di Brera: differenze tra le versioni

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Oltre al discreto successo critico, la mostra fu anche occasione per le opere di alcuni di questi artisti di essere notate da alcune istituzioni milanesi: la [[Galleria d'arte moderna (Milano)|Galleria d'arte moderna]] acquistò infatti un [[Pittura ad olio|olio]] di Albertella (''Studio di un cavallo''), uno di Angilella (''Cascata in montagna'') e uno di Spaventa Filippi (''Natura morta'')<ref>{{Cita libro|titolo = Galleria d'arte moderna. Opere del Novecento|autore = [[Luciano Caramel]]|autore2= [[Carlo Pirovano]]|editore = Electa|anno = 1974|pp = 13, 15, 62, tavv. 14, 47, 1104}}</ref>.
 
Alla [[Provincia di Milano]], attiva in quegli anni in una politica di acquisizioni in occasione delle principali esposizioni d'arte cittadine, venne proposto dalla Galleria Pesaro l'acquisto di un'opera selezionata per ciascun artista, ad esclusione di Delia Rossi Pasotti: nel gennaio del 1938 fu comunicato di aver ''«prescelto il Rognoni [non potendo] fare di più per ragioni di bilancio e anche perché siamo già in possesso, per acquisti precedenti, di quadri del Martini»''. L'opera di Rognoni, ''Case di campagna'', venne dunque acquistata dall'ente per la sua collezione d'arte dietro pagamento di 1000 [[Lira italiana|lire]]. Ciononostante, pochi mesi dopo la Provincia deliberò l'acquisto di altri due dipinti: ''Fiori'' di Angilella e ''Porto di Genova'' di Martini, al prezzo di 250 lire ciascuno<ref>{{Cita libro|titolo = Il Novecento a Palazzo Isimbardi|curatore = [[Raffaele De Grada (scrittore)|Raffaele De Grada]]|editore = Fabbri Editori|anno = 1988|pp = 214-215}}</ref>.
 
== Note ==