Francesco Ciccotti Scozzese: differenze tra le versioni

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figlio Sigfrido
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Ad ottobre del 1911 si recò in Romagna dove rimase sino al marzo dell'anno successivo. Qui diresse "La Lotta di Classe", in sostituzione di Benito Mussolini, in carcere per le manifestazioni contro la guerra di Libia. A luglio, nel congresso socialista di Reggio Emilia non seguì Bissolati nella scissione, restando nel PSI. Nel 1914, ad Ancona, al XIV Congresso socialista sostenne la posizione intransigente, redigendo un ordine del giorno di approvazione delle relazioni della direzione del partito e del direttore dell'Avanti, Mussolini.
 
Nel [[1919]], fu eletto deputato per il collegio di [[Perugia]] e sostenne il [[Governo Nitti I|governo Nitti]]. Nel frattempo sorse una rivalità tra Ciccotti e [[Benito Mussolini]], ex collega ai tempi dell'''Avanti!'' e in quel momento direttore de ''[[Il Popolo d'Italia]]'', poiché: il futuro duce lo criticò con pesanti parole, accusandolo di servilismo nei confronti di Nitti (chiamandoloa sua volta chiamato "CagoiaCagoja", col soprannome datogli da [[Gabriele D'Annunzio]]) e loinsultandolo insultòcome «lercio basilisco». L'attrito provocò un duello tra i due, tenutosi a [[Livorno]], che fu interrotto al quattordicesimo assalto a causa di una crisi cardiaca che colpì Ciccotti.
 
Con l'avvento del [[fascismo]] proseguì l'attività di opposizione: si segnala tra coloro che svolsero infruttuosamente le ricerche del cadavere di [[Matteotti]] a Grottarossa, all'indomani del primo sopralluogo indipendente svolto dal figlio Sigfrido sul luogo del rapimento, al Lungotevere Arnaldo da Brescia<ref>[https://www.casamuseogiacomomatteotti.it/wp-content/uploads/giornali/il-sereno/M22-1924-_______009IlSereno.pdf ''Il Sereno'', 13/14 giugno 1924], prima e seconda colonna.</ref>.
Con l'avvento del [[fascismo]] e le continue aggressioni squadriste, Ciccotti fu costretto ad esiliare a [[Parigi]] nel [[1924]], ove si diede ad attività antifasciste, che gli costarono la privazione della cittadinanza italiana e la confisca dei beni. Trasferitosi poi ad [[Agen]], vicino [[Tolosa]], fu a capo del [[Partito Socialista Unitario (1992)|Partito Socialista Unitario dei Lavoratori Italiani]] (PSULI) e collaborò con [[Luigi Campolonghi]], [[Ferdinando Bosso]] ed [[Alceste De Ambris]] nella ''Lega Internazionale dei Diritti dell'Uomo'' (LIDU) e nella ''[[Concentrazione Antifascista]]''.
 
Con l'avvento del [[fascismo]] eDopo le continue aggressioni squadriste, Ciccotti fu costretto ad esiliare a [[Parigi]] nel [[1924]], ove si diede ad attività antifasciste, che gli costarono la privazione della cittadinanza italiana e la confisca dei beni. Trasferitosi poi ad [[Agen]], vicino [[Tolosa]], fu a capo del [[Partito Socialista Unitario (1992)|Partito Socialista Unitario dei Lavoratori Italiani]] (PSULI) e collaborò con [[Luigi Campolonghi]], [[Ferdinando Bosso]] ed [[Alceste De Ambris]] nella ''Lega Internazionale dei Diritti dell'Uomo'' (LIDU) e nella ''[[Concentrazione Antifascista]]''.
Inoltre collaborò con giornali francesi come ''Dépêche'' e ''Midi Socialiste'', ove non mancarono le critiche di Ciccotti verso il re [[Vittorio Emanuele III]], accusato di acquiescenza verso il fascismo. A causa di attriti con altri esuli antifascisti, emigrò a [[Buenos Aires]] nel [[1930]], dove venne ben accolto dagli emigrati politici italiani e dalla sinistra argentina e dove iniziò a collaborare con i giornali sia italiani che autoctoni. Nel [[1932]] riottenne la cittadinanza italiana ma preferì rimanere in Argentina, dove si spense nel [[1937]].
 
Inoltre collaborò con giornali francesi come ''Dépêche'' e ''Midi Socialiste'', ove non mancarono le critiche di Ciccotti verso il re [[Vittorio Emanuele III]], accusato di acquiescenza verso il fascismo. A causa di attriti con altri esuli antifascisti<ref>Ma anche delle ritorsioni subìte dal figlio Sigfrido: "L’attitudine di Ciccotti cambiò repentinamente quando venne a conoscenza delle persecuzioni che in Italia subiva il figlio Sigfrido, accusato
dalle autorità fasciste di avere rapporti politici e finanziari col padre e confinato a Lampedusa. L’indiretto ricatto gli suggerì, dopo aver inviato
un’accorata lettera al segretario generale della [[Società delle nazioni]] Eric
Drummond, un contegno più prudente, le dimissioni dal partito socialista
Inoltre collaborò con giornali francesi come ''Dépêche'' e ''Midiun Socialiste'',rapporto ovemeno nonorganico mancaronocon leil critichegoverno difrancese": CiccottiEnrico versoServenti ilLonghi, re''Gli [[Vittorioitaliani Emanuele«senza III]]patria»'', accusatoMondo dicontemporaneo, acquiescenzan. verso1-2012, ilp. fascismo23. A causa di attriti con altri esuli antifascisti</ref>, emigrò a [[Buenos Aires]] nel [[1930]], dove venne ben accolto dagli emigrati politici italiani e dalla sinistra argentina e dove iniziò a collaborare con i giornali sia italiani che autoctoni. Nel [[1932]] riottenne la cittadinanza italiana ma preferì rimanere in Argentina, dove si spense nel [[1937]].
 
==Bibliografia==
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*Michele Strazza, Gli intransigenti. La federazione socialista del Melfese (1905-1915), Melfi, Tarsia, 2009.
* Michele Strazza, "Lucani in Parlamento. Repertorio di deputati e senatori lucani (1861-1961)", Venosa (PZ), EdiMaior, 2010.
==Note==
 
<references/>
==Altri progetti==
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