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=== Governo autonomo della regina (1362-1378)===
[[File:Jeanne_Ière_de_Naples,_dite_la_Reine_Jeanne,_comtesse_de_Provence.jpg|thumb|left|Miniatura della regina Giovanna I da un manoscritto del ''[[De mulieribus claris]]'' di [[Giovanni Boccaccio]] (Parigi, [[Biblioteca nazionale di Francia|Biblioteca nazionale della Francia]]).]]
Estromessa per un decennio dal governo del «Regno», Giovanna tenne nascosta la morte di Luigi per due giorni, in modo da potersi difendere da eventuali colpi di stato attuati dai suoi cugini [[Roberto di Taranto|Roberto]] e [[Filippo II d'Angiò|Filippo di Taranto]].<ref>{{Cita|Gaglione 2009|p. 228.}}</ref> Disposta una prima cerimonia funebre per il marito, Giovanna si barricò a [[Castelnuovo]], dove fuvenne prontamente raggiunta da [[Niccolò Acciaiuoli]].
 
Il 5 giugno 1562, alla presenza delle alte cariche dello stato, la regina dette ufficialmente inizio al proprio regno personale. Come esplicitò in una lettera ai marsigliesi, il suo programma di governo si sarebbe basato sull'attuazione di adeguate riforme giuridiche e amministrative, impegnandosi a pagare regolarmente il censo dovuto allo Chiesa, grazie anche all'aiuto di magnati, prelati e saggi del «Regno».
 
La storica americana Elizabeth Casteen ha evidenziato che molti storici definiscano il regno di Giovanna come un fallimento, senza talvolta fornire spiegazione riguardo tale giudizio.<ref>{{Cita|Casteen 2015|p. 123.}}</ref> L'analisi delle fonti e delle citazioni riguardanti Giovanna evidenzia invece come la sua propaganda personale e le sue strategie politiche si siano rivelate un successo, riconosciuto all'epoca persino dai suoi avversari.<ref>{{Cita|Casteen 2015|p. 125.}}</ref> Lo storico inglese William Monter ha affermato come il governo di Giovanna sia stato fondamentale per la storia della sovranità femminile.<ref>{{Cita|Monter 2012|p. 62; pp. 64-67.}}</ref>
 
Il 5 giugno 1562, durante una cerimonia solenne, la regina
==== Le terze nozze ====
Giovanna dovette rapportarsi nuovamente all'eventualità di doversi risposare per garantire una discendenza alla dinastia. Roberto e Filippo di Taranto fecero pressioni sulla regina affinché rinunziasse formalmente all'idea di prendere come marito il duca [[Luigi di Durazzo]], in quel momento detenuto a [[Castel dell'Ovo]].<ref>{{Cita|Gaglione 2009|p. 229.}}</ref> Il duca sarebbe poi morto in carcere nel luglio 1562, forse avvelenato<ref>{{Cita|Camera, 1889|pp. 243-244.}}</ref>: a quel punto Giovanna prese sotto la propria protezione il figlio [[Carlo III di Napoli|Carlo]], educandolo a corte e intestandogli le terre e i titoli paterni.<ref>{{Cita|Gaglione 2009|p. 230.}}</ref>
 
Giovanna invece nel [[1363]] sposò il re titolare del Regno di Maiorca, [[Giacomo IV di Maiorca|Giacomo IV]]<ref>[[Giacomo IV di Maiorca]], dopo essere stato spodestato, nel [[1349]], era rimasto prigioniero nel castello di Játiva e poi nel Castello Nuovo di Barcellona fino al [[1362]].</ref>, ([[1335]]-[[1375]]), che come principe consorte del regno di Napoli divenne Duca di Calabria. Nel [[1366]], anche perché in assenza di figli, si separò dalla moglie (sebbene non abbia mai richiesto l'annullamento) e abbandonò la corte napoletana, con l'obiettivo di riconquistare il regno di Maiorca e le altre sue contee<ref>Giacomo, nella battaglia di [[Nájera]] ([[1367]]), fu nuovamente fatto prigioniero. Venne liberato solo due anni più tardi e, si vociferava, solo grazie al riscatto pagato dalla moglie.</ref>.<br />
Nel [[1363]] Giovanna nominò Gran cancelliere il fedele [[Niccolò di Alife]]. Nel [[1365]], il 9 novembre, era morto l'Acciaiuoli.