Clementina Gandolfi: differenze tra le versioni

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Nel 1834 muore il padre. Con il suo testamento Mauro Gandolfi curiosamente nomina erede universale il [[Conservatorio Santissima Annunziata]]. Da qui ne nasce una causa da parte della figlia Clementina, la quale tenta invano di avere almeno il suo amatissimo pianoforte, a suo tempo regalatogli proprio dal genitore, ma l'unico bene a lei concesso nel testamento è invece un autoritratto paterno. Le intense vicende familiari proseguono negli anni con i problemi economici di Giuseppe Grassilli, che sfociano infine nel fallimento della sua attività a cui segue la morte, avvenuta nel 1839, lasciando Clementina con un pesante carico di responsabilità.
 
L'anno successivo ella si sposa con [[Onofrio Zanotti]], pittore ben conosciuto nell'ambiente artistico bolognese ed allora cinquantatreenne, con cui vive in via Isaia n. 412 (oggi con numerazione intorno al n. 10) nella [[Chiesa di Sant'Isaia|parrocchia di Sant'Isaia]].
 
Per Clementina Gandolfi la pittura non è una vera professione, non fa parte di nessuna [[accademia]] e non riceve commissioni importanti. È solo nel [[1838|1838 che]] diviene, come "dilettante in pittrice amante dei colori dell'acquerello", socia onoraria dell'[[Accademia di belle arti di Bologna]], titolo dovuto alla sua illustre famiglia.