Giovanni Mansueti: differenze tra le versioni

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Il primo documento conosciuto che ne attesta la sua qualifica come pittore é del [[1489]]: trattasi del testamento della sua prima moglie, Laura Longini, dettato in stato di gravidanza, dove compaiono come testimoni due colleghi piú anziani, Gentile Bellini ed il parmense [[Cristoforo Caselli]], detto il Temperello, allora a Venezia dove lavorava in qualitá di collaboratore del Bellini. Che il Mansueti sia stato allievo del Bellini lo denota non solo lo stile, ma una iscrizione nel [[cartiglio]] del suo [[telero]] raffigurante il ''Miracolo della reliquia della Santa Croce in campo San Lio'' (del [[1496]] circa), dove egli appunto si dichiara "discepolo di Bellini", con ogni probabilitá in riferimento a Gentile.
 
Infatti, quel telero é uno dei due eseguiti dal Mansueti (l’altro é la [[Miracolosa guarigione della figlia di Benvegnudo da San Polo|''Miracolosa guarigione della figlia di Benvegnudo da San Polo'']], databile intorno al [[1506]]) formanti parte del ciclo dei Miracoli della reliquia della Santa Croce (otto teleri in tutto), realizzato a partire dal [[1496]] da un gruppo di artisti coordinato da Gentile Bellini per la [[Scuola Grande di San Giovanni Evangelista]] (oggi tutto il ciclo é custodito presso le [[Gallerie dell'Accademia]] a [[Venezia]]).
 
Dalla documentazione che si possiede, risulta che il Mansueti non si spostó mai dal territorio veneziano e che con il suo lavoro di pittore raggiunse un grado di relativo benessere. Nel [[1509]] godeva giá di prestigio come professionista della pittura, come si puó desumere dal fatto che nei documenti viene menzionato come ''"magister"'' invece del generico ''"ser"''.