Carlo Donat-Cattin: differenze tra le versioni

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Dopo l’8 settembre 1943, la deportazione del padre nei campi di prigionia tedeschi lo spinse ulteriormente a combattere il fascismo come partigiano bianco.
La sua partecipazione alla Resistenza avvenne nella zona del Canavese, essendo stato assunto alla [[Olivetti]] di Ivrea (prima come operaio e dopo come insegnante presso il Centro formazione meccanici), in seguito nelle Langhe cuneesi, abbandonate dopo la nascita del primo figlio.
Divenne rappresentante nel Comitato di liberazione nazionale (CLN) della componente democratico-cristiana, attraverso la stampa del foglio clandestino "''Per il domani"''.
Nel dopoguerra si impegnò politicamente quale esponente del Partito Popolare e dirigente dell'[[Azione Cattolica]].