Stato di necessità: differenze tra le versioni

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In quest'ultimo caso non può certo sostenersi una inesigibilità psicologica dell'agente, specie ove questi agisca per salvare i beni di un estraneo o di uno sconosciuto.
 
Alla stregua di questo ragionamento maggior fortuna ha avuto in dottrina la teoria che vede la ragione giustificatrice della esimente in esame nella mancanza di interesse dello [[Stato]] a salvaguardare l'uno o l'altro dei due beni in conflitto, dato che uno dei due dovrà certo soccombere.<br />Si pensi al caso paradigmatico dello scalatore che sia costretto a recidere la corda che lo lega al compagno determinando così la morte ma al tempo stesso mettendo in salvo la propria vita.
 
Si pensi al caso paradigmatico dello scalatore che sia costretto a recidere la corda che lo lega al compagno determinando così la morte ma al tempo stesso mettendo in salvo la propria vita.
Una diversa teoria, invece, inquadra lo stato di necessità in termini di scriminante o di scusante a seconda dei beni giuridici in gioco: se l'agente offende un bene giuridico di rango inferiore a quello minacciato (es., Tizio danneggia il vetro di un mezzo pubblico per scampare ad un incendio) si configurerebbe una scriminante; viceversa, se il bene giuridico offeso è di pari rango di quello minacciato (es., il naufrago, per salvarsi la vita, utilizza un salvagente sottraendolo ad un altro naufrago, determinandone così la morte), si configurerebbe una scusante (in tal caso, il naufrago sarebbe chiamato a rispondere di omicidio colposo, e non di omicidio volontario, poiché la scusante si atteggia a causa di esclusione del dolo).
 
==Note==