Ministero dei trasporti: differenze tra le versioni

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Con decreto luogotenenziale del 12 dicembre 1944, n. 413, il Ministero dei trasporti viene scorporato dal [[Ministero delle poste e telegrafi]] (che era stato ribattezzato ''Ministero delle comunicazioni'' nel 1924), ove già da tempo un sottosegretario si occupava di trasporti, ferrovie e strade; la porzione restante, relativa a a telefoni, telegrafi e simili, vennero eretta in [[Ministero delle comunicazioni|Ministero delle poste e delle telecomunicazioni]].
 
Col [[governo Leone I]], nel 1963 viene aggiunta la componente sull'aviazione civile, con conseguente cambiamento di denominazione in ''Ministero dei trasporti e dell'aviazione civile''; nel 1974, con il [[governo Moro IV]], perse la competenza sull'aviazione civile e tornò alla precedente denominazione "Ministero dei trasporti".
 
Nel 1993, nell'ambito di una prima razionalizzazione dell'organizzazione ministeriale, vi fu accorpato il [[Ministero della marina mercantile]], e pertanto nel 1994 fu denominato ''Ministero dei trasporti e della navigazione'' dal [[governo Berlusconi I]]. Con la [[ministero della Repubblica Italiana#La "riforma Bassanini" del 1999|riforma Bassanini]], del D. Lgs. n. 300/1999, attuata dal [[Governo Berlusconi II]] nel [[2001]] e sino al [[2006]], questo fu accorpato assieme a parte del [[Ministero dei lavori pubblici]] per dare vita al [[Ministero delle infrastrutture e dei trasporti]].