Campagna della penisola di Huon: differenze tra le versioni

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Le principali forze giapponesi impegnate nella campagna erano dirette dalla 18ª Armata del [[tenente generale]] [[Hatazō Adachi]], con quartier generale a [[Madang]]<ref name=Coates93>{{cita|Coates 1999|p. 93}}.</ref>; questa formazione si componeva di tre divisioni di fanteria dell'[[Dai-Nippon Teikoku Rikugun|Esercito imperiale giapponese]] (la 20ª, 41ª e 51ª Divisione) e di un insieme di reparti più piccoli, incluse unità di [[fanteria di marina]] e di guarnigione della [[Marina imperiale giapponese]]<ref>{{cita|Coates 1999|pp. 93–94}}.</ref>. Alla metà di settembre 1943 l'area attorno a Finschhafen era presidiata da unità della 20ª Divisione (principalmente l'80º [[Reggimento]] fanteria e il 26º Reggimento artiglieria), con in aggiunta il 238º Reggimento fanteria proveniente dalla 41ª Divisione, una [[compagnia (unità militare)|compagnia]] del 102º Reggimento fanteria della 51ª Divisione e l'85ª Unità di guarnigione della Marina<ref name=Coates92>{{cita|Coates 1999|p. 92}}.</ref>; tutte queste unità erano sotto la direzione del [[maggior generale]] [[Eizo Yamada]]<ref>{{cita|Tanaka 1980|p. 177}}.</ref>, sebbene l'effettivo controllo [[tattica|tattico]] dei reparti fosse devoluto ai comandi locali a causa della dispersione geografica delle formazioni giapponesi. Le unità nipponiche erano schierate su una vasta area attraverso il fiume Mongi, dalla zona a oriente di Lae proseguendo verso Arndt Point, Sattelberg, Joangeng, Logaweng, Finschhafen e Sisi fino all'isola di Tami<ref>{{cita|Tanaka 1980|p. 178}}.</ref>; la maggiore concentrazione di truppe si trovava attorno a Sattelberg e Finschhafen<ref name=Coates92/> ed era posta sotto il comando del tenente generale [[Shigeru Katagiri]], ufficiale comandante della 20ª Divisione<ref name="Tanaka180">{{cita|Tanaka 1980|p. 180}}.</ref>. La consistenza e l'efficienza dei reparti giapponesi erano state gravemente ridotte dalle malattie tropicali tipiche della zona e dall'impiego dei soldati come lavoratori per la costruzione di sentieri tra Madang e [[Bogadjim]]<ref>{{cita|Miller 1959|pp. 41 & 194}}.</ref>.
 
[[File:JapaneseIJA bunker20th atdivision Finschhafenon 058109Papua New Guinea, 1943.JPGjpg|thumb|upright=1.2|UnSoldati soldatodella australiano20ª ispeziona una mitragliatriceDivisione giapponese appostataschierata in unNuova bunkergUinea nellasono zonapassati diin rassegna da un Finschhafenufficiale]]
 
Come gli Alleati anche i giapponesi facevano affidamento sui trasporti via acqua per spostare truppe e rifornimenti lungo la costa della Nuova Guinea. I giapponesi impiegarono una forza di tre [[sommergibile|sommergibili]] da trasporto per evadere l'opera di interdizione esercitata dai velivoli alleati sulle rotte navali, la quale aveva causato pesanti perdite alle unità da trasporto nipponiche nel corso della [[battaglia del Mare di Bismarck]] del marzo 1943<ref>{{cita|Willoughby 1966|p. 228}}.</ref>; questi sommergibili erano coadiuvati da una flottiglia di barconi costieri, benché questi ultimi avessero capacità di trasporto limitate e fossero frequentemente oggetto di attacchi aerei e di motosiluranti degli Alleati<ref>{{cita|Miller 1959|pp. 194–195}}.</ref>. Una volta portati i rifornimenti sula costa, squadre di portatori dovevano trasportarli a spalla nell'interno verso le unità acquartierate tra Sattelberg e Finschhafen, muovendosi lungo una rete di sentieri<ref name=Coates99/>. Il supporto aereo alle forze nipponiche era dato dai velivoli della 4ª Armata aerea del [[Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu|Servizio aereo dell'Esercito]], composta dalla 7ª Divisione aerea, dalla 14ª Brigata aerea e da elementi della 6ª Divisione aerea<ref name=Miller195>{{cita|Miller 1959|p. 195}}.</ref>: di base a Wewak<ref name=Tanaka179>{{cita|Tanaka 1980|p. 179}}.</ref>, i velivoli della 4ª Armata erano impiegati principalmente per scortare i convogli di rifornimento giapponesi e attaccare le navi da trasporto alleate intente a rifornire le [[testa di ponte|teste di ponte]] degli australiani, mentre il supporto ravvicinato dei reparti a terra era solo un compito secondario<ref name=Miller195/><ref>{{cita|Willoughby 1966|pp. 230–233}}.</ref>. Anche l'11ª Flotta aerea della Marina, di base a Rabaul, compì missioni di attacco al naviglio nemico durante la campagna<ref>{{cita|Miller 1959|p. 219}}.</ref>. A dispetto della disponibilità di diverse unità aeree, i pesanti bombardamenti degli Alleati sui campi di aviazione attorno a Wewak nell'agosto 1943 ridussero notevolmente la disponibilità di velivoli per i giapponesi e limitarono la loro possibilità di influire sugli eventi della campagna<ref name=Miller199>{{cita|Miller 1959|p. 199}}.</ref>.
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=== Finschhafen ===
[[File:Capture of Finschhafen map (Miller).jpg|thumb|upright=1|Carta raffigurante le operazioni australiane nella zona di Finschhafen tra il 22 settembre e il 2220 ottobre 1943]]
 
Lae era caduta n mano agli australiani ben prima di quanto i comandi alleati avessero previsto, e il successo fu velocemente sfruttato. La prima fase della campagna, volta alla conquista di Finschhafen, prevedeva uno sbarco anfibio delle truppe alleate a nord della baia di Siki, vicino alla foce del fiume Siki e a sud del corso del fiume Song, su una spiaggia nota con il nome in codice di "Scarlet Beach"; posizionata più a est nella penisola di Huon rispetto a Lae, Finschhafen era considerata dagli Alleati di importanza strategica superiore a Lae stessa<ref name=Masel178>{{cita|Masel 1995|p. 178}}.</ref>, per via della sua possibilità di supportare le operazioni aeronavali nello stretto di Vitiaz e, attraverso di esso, nella Nuova Britannia<ref name="Johnstona4"/>. A causa di un fallimento nella raccolta di informazioni di [[intelligence]], che portò a una notevole sottostima della consistenza delle forze giapponesi schierate nella zona, la forza d'assalto destinata a Scarlet Beach consisteva in una sola brigata di fanteria australiana, la 20th Brigade<ref name=Maitland80>{{cita|Maitland 1999|p. 80}}.</ref>; nel mentre, la 7th Division iniziò a muovere in direzione nord-ovest da Lae attraverso le valli di Markham e di Raum, per intraprendere [[Campagna della catena montuosa Finisterre|una campagna separata]] lungo la catena dei Monti Finisterre<ref>{{cita|Johnston 2007|pp. 8–9}}.</ref>.
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Il secondo giorno gli australiani iniziarono la loro avanzata in direzione dell'abitato di Finschhafen, collocato circa 9 chilometri a sud di Scarlet Beach<ref name=Coates98>{{cita|Coates 1999|p. 98}}.</ref>. Il 2/15th Infantry Battalion guidava l'avanzata in direzione del fiume Bumi, sulla cui sponda meridionale i giapponesi avevano allestito forti difese; gli australiani tentarono di aggirare queste posizioni inviando una forza in direzione ovest, arrampicandosi su terreni scoscesi nel tentativo di localizzare un punto meno presidiato dove attraversare il fiume. Localizzato un punto adatto, gli australiani iniziarono ad attraversare il corso del Bumi, incontrando però la resistenza di un contingente di fanti di marina nipponici asserragliato su un'altura a picco sul fiume: nonostante varie perdite, gli australiani riuscirono a stabilire una testa di ponte sulla sponda sud, consentendo al 2/13th Infantry Battalion di lanciare un'avanzata su Finschhafen provenendo da ovest. Nel mentre, il 2/15th Battalion attaccò il fianco sinistro delle posizioni giapponesi sul fiume<ref name=Maitland80/>: dopo essere avanzato su per un ripido pendio sotto il fuoco nemico, a volte procedendo sulle mani e sulle ginocchia, il 2/15 prese la posizione con un attacco alla baionetta, uccidendo 52 giapponesi in scontri corpo a corpo<ref name=Maitland80/>.
 
[[File:GunnersJapanese bunker at Finschhafen 057836058109.JPG|thumb|upright=1.2|left|ArtiglieriaUn australianasoldato australiano ispeziona una mitragliatrice giapponese appostata in azioneun bunker nella zona di Finschhafen]]
 
L'avanzata portò i reparti australiani a sparpagliarsi su una vasta zona, e visto che il fianco occidentale della 20th Brigade si trovava completamente esposto il 2/17th Infantry Battalion fu inviato al bivio per Sattelberg a ovest per fronteggiare eventuali contrattacchi nipponici<ref name=Johnstona5>{{cita|Johnston 2005|p. 5}}.</ref>; il battaglione fu bloccato dall'80º Reggimento giapponese nei pressi del villaggio di Jivevaneng, con i nipponici che sferrarono una serie di determinati contrattacchi nel tentativo di aprirsi la strada verso la costa e le retrovie della 20th Brigade australiana<ref name="Tanaka180"/>.
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Nel frattempo, nelle zone dell'interno, unità giapponesi si erano infiltrate nel corso della notte attraverso la sottile linea del fronte tenuta dagli australiani: i giapponesi riuscirono a sfruttare un varco apertosi nella linea tra il 2/28th Battalion e il 2/3rd Pioneer Battalion australiani<ref name=Maitland81/>, e lanciarono un attacco in direzione della costa con l'obiettivo di catturare le alture a 2,7 chilometri a ovest di Scarlet Beach<ref name=Johnstona7/> e di dividere in due le forze australiane a Katika<ref name=Tanaka68/>. In risposta alla penetrazione giapponese, la 24th Brigade si ritirò da Katika e dalle alture a nord di Scarlet Beach per rinforzare le difese poste attorno alla spiaggia<ref name=Coates195>{{cita|Coates 1999|p. 195}}.</ref>, mentre la 20th Brigade fu spostata lungo il corso del torrente Siki per bloccare eventuali avanzate giapponesi in direzione di Finschhafen<ref name=Maitland81/>. Benché avessero dovuto rinunciare al vantaggio del terreno elevato gli australiani opposero una resistenza ostinata, supportati da artiglieria campale e cannoni antiaerei che facevano fuoco diretto sul nemico a distanza di 200 metri. L'attacco giapponese fu deviato da Scarlet Beach e incanalato verso il torrente Siki; tuttavia, i giapponesi riuscirono a sfondare presso la baia di Siki entro il 18 ottobre, incuneandosi effettivamente tra la 24th Brigade a nord e la 20th Brigade a sud<ref name=Johnstona7/> e catturando un considerevole ammontare di rifornimenti degli Alleati, incluse munizioni, armi e vettovaglie, che li aiutò a rimpinguare le loro magre scorte<ref>{{cita|Willoughby 1966|p. 232}}.</ref>.
 
[[File:Gunners at Finschhafen 057836.JPG|thumb|upright=1.2|left|Artiglieria australiana in azione nella zona di Finschhafen]]
 
Nel corso della notte tra il 18 e il 19 ottobre, i giapponesi tagliarono il sentiero impiegato dagli australiani per rifornire il 2/17th Battalion attestato a Jivevaneng, e stabilirono una posizione di blocco lungo la strada tra Jivevaneng e Sattelberg<ref name=Johnstona7/>; con questa manovra il 2/17th e altre unità australiane, inclusa la maggior parte del 2/3rd Pioneer Battalion e parte del 2/28th Battalion, si ritrovarono tagliate fuori e isolate all'interno delle linee giapponesi<ref name=Maitland81/>. Al fine di mantenere rifornite queste unità, i piloti del No. 4 Squadron RAAF compirono vari lanci di munizioni dall'aria<ref>{{cita|Johnston 2005|pp. 7 & 36}}.</ref>.
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=== Pabu ===
[[File:Human supply chain 058093.JPG|thumb|left|upright=1.2|Una catena di soldati australiani si passa di mano in mano un carico di rifornimenti; nel terreno interno della penisola di Huon, il trasporto umano era spesso l'unica soluzione per la movimentazione dei carichi]]
Sebbene lo sforzo principale dei reparti australiani sbarcati a Scarlet Beach alla fine di settembre fosse stato diretto verso la zona di Finschhafen, varie azioni di ricognizione furono portate avanti da truppe del [[Papuan Infantry Battalion]] furono portate avanti a nord della zona di combattimenti principale, nell'area compresa tra i villaggi di Bonga e Gusika; per tutto l'inizio di ottobre anche il 2/43th Battalion condusse un certo numero di azioni di pattugliamento nell'area<ref name="Maitland82"/>. Le informazioni di intelligence raccolte da questi pattugliamenti, come pure le foto della ricognizione aerea, misero in evidenza che i giapponesi stavano impiegando i sentieri della zona per rifornire le loro forze schierate più a ovest attorno a Sattelberg<ref name=Coates195>{{cita|Coates 1999|p. 195}}.</ref>; per tutta risposta, gli australiani iniziarono a stabilire posti d'osservazione nell'area, individuando una posizione chiave nell'altura nota come "Pabu"<ref name=Coates195/>, parte di una cresta nota come "Horace the Horse"<ref name=Coates199>{{cita|Coates 1999|p. 199}}.</ref>: questo rilievo si trovava direttamente a cavalcioni della principale rotta di rifornimento utilizzata dai giapponesi, e la sua prossimità alle posizioni avanzate australiane su North Hill lo collocava nel raggio di tiro dell'artiglieria alleata, consentendo anche a una forza piccola di presidiarlo contando sull'appoggio del fuoco indiretto dei cannoni a lungo raggio<ref name=Coates195/>. Alla metà di ottobre, tuttavia, dovendo fronteggiare il grande contrattacco giapponese il comandante della 24th Brigade generale Bernard Evans aveva ordinato di ritirare le unità australiane attestate su Pabu al fine di concentrare tutte le forze disponibili per la difesa di Scarlet Beach<ref name=Coates195/>
 
Sebbene lo sforzo principale dei reparti australiani sbarcati a Scarlet Beach alla fine di settembre fosse stato diretto verso la zona di Finschhafen, varie azioni di ricognizione furono portate avanti da truppe del [[Papuan Infantry Battalion]] furono portate avanti a nord della zona di combattimenti principale, nell'area compresa tra i villaggi di Bonga e Gusika; per tutto l'inizio di ottobre anche il 2/43th Battalion condusse un certo numero di azioni di pattugliamento nell'area<ref name="Maitland82"/>. Le informazioni di intelligence raccolte da questi pattugliamenti, come pure le foto della ricognizione aerea, misero in evidenza che i giapponesi stavano impiegando i sentieri della zona per rifornire le loro forze schierate più a ovest attorno a Sattelberg<ref name=Coates195>{{cita|Coates 1999|p. 195}}.</ref>; per tutta risposta, gli australiani iniziarono a stabilire posti d'osservazione nell'area, individuando una posizione chiave nell'altura nota come "Pabu"<ref name=Coates195/>, parte di una cresta nota come "Horace the Horse"<ref name=Coates199>{{cita|Coates 1999|p. 199}}.</ref>: questo rilievo si trovava direttamente a cavalcioni della principale rotta di rifornimento utilizzata dai giapponesi, e la sua prossimità alle posizioni avanzate australiane su North Hill lo collocava nel raggio di tiro dell'artiglieria alleata, consentendo anche a una forza piccola di presidiarlo contando sull'appoggio del fuoco indiretto dei cannoni a lungo raggio<ref name=Coates195/>. Alla metà di ottobre, tuttavia, dovendo fronteggiare il grande contrattacco giapponese il comandante della 24th Brigade generale Bernard Evans aveva ordinato di ritirare le unità australiane attestate su Pabu al fine di concentrare tutte le forze disponibili per la difesa di Scarlet Beach<ref name=Coates195/>.
 
Dopo che il contrattacco di ottobre venne respinto, gli australiani puntarono a riconquistare l'iniziativa. Il generale Evans fu sostituito dal generale di brigata [[Selwyn Porter]], e il comandante della 9th Division Wootten decise di stabilire nuovamente una posizione bene all'interno delle linee giapponesi rioccupando l'altura di Pabu<ref name="Coates, pp. 194-197">{{cita|Coates 1999|pp. 194–197}}.</ref>; tra il 19 e il 20 novembre, tre compagnie del 2/32nd Infantry Battalion, sotto il comando del [[maggiore]] Bill Mollard, occuparono l'altura iniziando subito dopo ad attaccare le colonne di rifornimento giapponesi che tentavano di spostarsi nei dintorni, infliggendo loro forti perdite<ref>{{cita|Coates 1999|pp. 199–200}}.</ref>.
 
[[File:Matilda AWM071377.jpeg|thumb|upright=1.2|Un carro Matilda australiano impegna il suo armamento principale contro una postazione giapponese]]
 
Nel mentre, il comando della 18ª Armata giapponese ordinò alla 20ª Divisione del generale Katagiri di lanciare un altro contrattacco. A questo punto della campagna la situazione dei rifornimenti per le truppe nipponiche era critica, con i soldati a corto di munizioni e ridotti a un terzo della normale razione giornaliera di cibo, ma ciononostante il contrattacco venne fissato per la notte tra il 23 e il 24 novembre<ref>{{cita|Willoughby 1966|pp. 232–233}}.</ref>. L'occupazione australiana di Pabu e la minaccia che rappresentava per le rotte di rifornimento nipponiche obbligarono Katagiri a rivedere i suoi piani<ref name=Tanaka69/>, deviando verso l'altura parte dello sforzo giapponese altrimenti diretto alla riconquista di Finschhafen e sulle forze australiane che stavano avanzando verso Sattelberg a sud<ref>{{cita|Coates 1999|pp. 200–201}}.</ref>.
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=== Wareo-Gusika ===
[[File:Wareo map.jpg|thumb|upright=1.4|Carta raffigurante i movimenti delle unità australiane nella zona di Wareo]]
 
Dopo il fallimento del suo secondo contrattacco e la perdita della piazzaforte di Sattelberg, Katagiri decise di ripiegare a nord per formare una linea difensiva attorno al villaggio di Wareo su cui attendere la prossima avanzata dei vittoriosi australiani<ref name=Tanaka69/>; le unità giapponesi erano ora a corto di effettivi, e la situazione dei rifornimenti non era affatto migliorata<ref name=Willoughby233>{{cita|Willoughby 1966|p. 233}}.</ref>. Il comandante della 9th Division Wootten aveva in effetti intenzione di mantenere l'iniziativa e di continuare l'avanzata verso nord, al fine di mettere in sicurezza quanto rimaneva della penisola di Huon<ref name=Dexter658>{{cita|Dexter 1961|p. 658}}.</ref>. La prima parte del piano di Wootten prevedeva di mettere in sicurezza la cresta che correva da Gusiaka, sulla costa, a Wareo, circa 7 chilometri nell'interno<ref name=Johnstona11>{{cita|Johnston 2005|p. 11}}.</ref>, tramite un'avanzata a due punte: la 26th Brigade, messa in sicurezza la zona di Sattelberg, sarebbe avanzata sulla sinistra alla volta di Wareo, mentre la 24th Brigade avrebbe proceduto sulla destra lungo la costa, al fine di mettere in sicurezza Gusika e due grossi specchi d'acqua circa 2,3 chilometri all'interno della foce del fiume Kalueng, noti agli australiani come "i laghi" ("the Lakes"). Una terza punta sarebbe stata rappresentata dalla 20th Brigade, che sarebbe avanzata al centro verso Nongora e la collina di Christmas Hill<ref name=Keogh332>{{cita|Keogh 1965|p. 332}}.</ref>.
 
L'avanzata sulla destra vide il 2/28th Battalion mettersi in marcia da Bonga e, con il supporto dei carri, catturare Gusika il 29 novembre<ref name=Maitland88>{{cita|Maitland 1999|p. 88}}.</ref>; più tardi, gli australiani attraversarono il fiume Kalueng e avanzarono più a nord lungo la costa<ref name=Dexter664/>. Nel frattempo il 2/43rd Battalion mosse da Pabu verso l'altura di "Horace's Ears", dove i giapponesi opposero una resistenza che trattenne brevemente gli australiani<ref>{{cita|Dexter 1961|p. 663}}.</ref>; in seguito, gli australiani del 2/43rd proseguirono verso est alla volta dei laghi dove avrebbero dovuto assumere la responsabilità della posizione centrale dai battaglioni della 20th Brigade, che dovevano essere spostati nelle retrovie per riorganizzarsi in vista della fase successiva della campagna<ref>{{cita|Dexter 1961|p. 671}}.</ref>.
 
[[File:AWM 061717 2 23rd Bn mortars Peak Hill 10 December 1943.jpg|thumb|left|upright=1.2|La squadra di un mortaio del 2/23rd Battalion in azione nella zona di Wareo]]
 
Al centro, il 2/15th Battalion mosse da Katika alla volta del villaggio di Nongora il 30 novembre<ref name=Maitland87/>. Gli australiani avanzarono attraverso una campagna sconnessa, e dopo che la compagnia di testa ebbe varcato il corso del fiume Song si ritrovò sotto un pesante fuoco di mitragliatrici giapponesi, rimanendo bloccata finché le altre compagnie non intervennero in appoggio<ref name=Dexter664>{{cita|Dexter 1961|p. 664}}.</ref>. Aggirata la postazione giapponese, gli australiani proseguirono per Nongora fermandosi ai piedi del terreno elevato su cui sorgeva il villaggio; il giorno seguente gli australiani lanciarono un attacco a livello di compagnia contro l'altura, solo per venire respinti al prezzo di forti perdite. Caduta la notte i giapponesi tuttavia si ritirarono, consentendo al 2/15th di occupare Nongora il 2 dicembre<ref name=Dexter664/>; subito dopo, pattuglie da combattimento furono inviate in avanscoperta a ovest verso le colline di Christmas Hill e a est in direzione dei laghi, dove fu stabilito un contatto con le unità della 24th Brigade il 3 dicembre<ref>{{cita|Dexter 1961|pp. 665 & 670}}.</ref>. Dopo il ricongiungimento, una forza composita proveniente dal 2/32nd e dal 2/43rd Battalion riprese l'avanzata in direzione di Christmas Hill, messa in sicurezza il 7 dicembre dopo che i giapponesi ebbero abbandonato la posizione incalzati dagli assalti e dal pesante fuoco di artiglieria degli australiani<ref>{{cita|Dexter 1961|p. 673}}.</ref>.
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=== Sio ===
[[File:Fortification Point.PNG|thumb|upright=1.2|Carta raffigurante i movimenti della 4th Brigade australiana dal 5 al 20 dicembre 1943 lungo la costa settentrionale della penisola]]
 
L'ultima fase della campagna vide le forze australiane dirigere lungo la costa della penisola in direzione di Sio, circa 80 chilometri a nord di Finschhafen<ref>{{cita|Miller 1959|pp. 220–221}}.</ref>. Dopo la cattura di Gusika, la responsabilità della prima parte dell'avanzata su Sio fu assegnata alla 4th Brigade del generale [[Cedric Edgar]]<ref name=Coates241>{{cita|Coates 1999|p. 241}}.</ref>, un'unità della Militia trasportata a Finschhafen all'inizio di dicembre e impiegata fino a quel momento in compiti di guarnigione; il 5 dicembre<ref name=Coates243>{{cita|Coates 1999|p. 243}}.</ref> il 22nd Infantry Battalion iniziò quindi l'avanzata attraversando il fiume Kalueng<ref name=Maitland89/>. Mancando dell'esperienza bellica accumulata dai veterani della 2nd AIF, i battaglioni della Militia avanzarono molto più cautamente di quanto ci si sarebbe ragionevolmente potuto aspettare<ref name=Coates241/>; l'avanzata fu supportata da mezzi da sbarco statunitensi equipaggiati con lanciarazzi, i quali bombardarono più volte le postazioni giapponesi lungo la costa<ref name=Miller221>{{cita|Miller 1959|p. 221}}.</ref>, mentre l'espansione delle basi aeree allestite attorno a Finschhafen e l'impianto nella zona di una base navale consentivano agli Alleati di impiegare idrovolanti [[Consolidated PBY Catalina]] e motosiluranti per ulteriori attacchi ai convogli navali nipponici di rifornimento<ref name=Miller221/>.
 
A mano a mano che avanzavano gli australiani si imbatterono in una dura resistenza, visto che le unità giapponesi nell'area stavano in ogni modo cercando di guadagnare tempo per permettere la ritirata dei loro commilitoni dalla zona di WaroWareo<ref name=Willoughby233/>. L'attacco iniziale della 22nd Brigade fu infatti respinto, e solo il fuoco di supporto dell'artiglieria e l'intervento dei mezzi corazzati consentì di superare la resistenza giapponese; l'avanzataoffensiva continuò con il 22nd e il 29th/46th Infantry Battalion ad avanzare ungolungo la costa alternandosi l'uno con l'altro, mentre il 37th/52nd Battalion muoveva alla loro sinistra nelle regioni dell'interno<ref name=Maitland89/>. Il villaggio di Lakona fu raggiunto il 14 dicembre e, dopo aver scoperto che i giapponesi erano qui trincerati in forze, il 22nd Battalion manovrò attorno all'abitato per aggirare il nemico e spingerlo indietro verso le scogliere; i giapponesi furono infine sconfitti il 16 dicembre grazie all'impiego dei reparti corazzati<ref name=Johnstona12>{{cita|Johnston 2005|p. 12}}.</ref>. Subito dopo, il 29th/46th Battalion prese la guida dell'avanzata lungo lo costa in direzione del promontorio di Fortification Point, che il 20 dicembre fu raggiunto congiuntamente al 37th/52nd Battalion nell'interno dopo aver forzato il corso del fiume Masaweng e aver conquistato il terreno elevato a settentrione di esso<ref name=Maitland89/>.
 
Nella sua avanzata la 4th Brigade accusò 65 morti e 136 feriti in azione oltre a un crescente numero di soldati messi fuori combattimento dalle malattie, e fu quindi rimpiazzata dalla 20th Brigade<ref name=Johnstona12/> che fino a quel momento aveva protetto il suo fianco sinistro verso l'entroterra<ref name=Coates245>{{cita|Coates 1999|p. 245}}.</ref>. L'avanzata riprese con maggiore velocità, anche a seguito del diminuire della resistenza organizzata a seguito di un crollo del morale delle truppe giapponesi: furono ottenuti grossi guadagni territoriali a fronte di una resistenza limitata, spesso tradottasi solo in schermaglie minori con piccoli gruppi di soldati giapponesi. Il villaggio di Hubika cadde in mano agli australiani il 22 dicembre senza opposizione<ref name=Coates246>{{cita|Coates 1999|p. 246}}.</ref>, e Wandokai fu presa due giorni dopo; il 28 dicembre il 2/13th Battalion raggiunse Blucher Point, dove fu stabilito un contatto con la retroguardia giapponese che si tradusse in un breve scontro. Nel frattempo, il 26 dicembre truppe australiane e statunitensi sbarcarono incontrastate su [[Long Island (Papua Nuova Guinea)|Long Island]], isola situata nello stretto di Vitiaz a nord della penisola di Huon<ref>{{cita|Casey 1959|p. 183}}.</ref>, mentre il 2 gennaio 1944 altre unità statunitensi sbarcarono nei pressi del villaggio di Saidor, a metà strada tra le basi giapponesi di Madang a ovest e Sio a est<ref>{{cita|Johnston 2005|pp. 12–13}}.</ref>
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== Conseguenze ==
[[File:Sio AWM070302.jpeg|thumb|left|upright=1.2|Una squadra di fucilieri del 30th Infantry Battalion in marcia nella giungla nella zona di Sio, durante le operazioni di rastrellamento finali della campagna]]
 
Le operazioni intraprese dalla 9th Division nella penisola di Huon furono la campagna di maggior durata condotta dall'Australian Army fino a quel punto della guerra<ref name="Johonstona14"/>. Supportata da ingenti risorse industriali che davano loro una significativa superiorità tecnologica sui giapponesi<ref name="Johnstona1_3"/>, la campagna condotta dagli australiani distrusse le capacità offensive che i nipponici avevano nella regione<ref name=Johnstona13>{{cita|Johnston 2005|p. 13}}.</ref> e, all'opposto, diede agli Alleati il controllo delle vitali rotte marittime di comunicazione e degli aeroporti necessari per condurre operazioni offensive nella Nuova Guinea nord-occidentale e nella Nuova Britannia<ref name=Miller221/>.
 
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Negli scontri condotti nella penisola di Huon la 9th Division subì un totale di 1.082 perdite in combattimento, tra cui 283 caduti in azione e un soldato classificato come disperso<ref name=Johnstona13/>; con l'aggiunta delle perdite accusate dalla 4th Brigade della Militia, il totale delle vittime australiane della campagna raggiunse i 1.387 uomini<ref>{{cita|Pratten 2014|p. 281}}.</ref>. Queste perdite apparivano come relativamente leggere se inquadrate nel contesto generale del coinvolgimento della 9th Division nella guerra, visto che la divisione aveva subito più del doppio di questo ammontare di vittime solo nel corso dei combattimenti a El Alamein in Nordafrica; tuttavia, un insieme di fattori combinati resero gli scontri nella penisola di Huon, nelle parole di uno dei partecipanti, come «più difficili e più snervanti» di qualunque altra battaglia condotta dalla 9th Division fino ad allora<ref name=Johnstona13/>: questi fattori includevano il terreno accidentato, la corta distanza a cui venivano combattuti gli scontri, e la mancanza generale di cibo caldo, acqua potabile e trasporti a motore<ref name=Johnstona13/>. Anche le malattie influirono pesantemente, e nel corso della campagna fino all'85% dell'organico della divisione fu a un certo punto reso inefficiente a causa di una qualche patologia<ref name=Johnstona13/>.
 
[[File:Australian infantrymen advancing towards Wareo.jpg|thumb|upright=1.2|Fanti australiani attraversano la densa vegetazione nell'area attorno il villaggio di Wareo; il terreno della Nuova Guinea rappresentò, per tutta la durata della campagna, un ostacolo formidabile]]
 
Tuttavia, il fattore più significativo che contraddistinse la durezza degli scontri furono le capacità combattive del soldato giapponese. Un veterano australiano, il sergente Charles Lemaire, il quale aveva già avuto modo di affrontare i tedeschi a El Alamein, descrisse i giapponesi come «tenaci, coraggiosi, votati al sacrificio»; nella visione dei soldati australiani il giapponese aveva la reputazione di essere un avversario duro e non disposto fare prigionieri<ref name=Johnstona13/>, per quanto gli australiani stessi mostrassero fiducia nella loro superiorità tecnologica nei confronti del nemico<ref name=Johnstona2_3>{{cita|Johnston 2005|pp. 2–3}}.</ref>. Specularmente, per i soldati giapponesi il vantaggio tecnologico posseduto dagli australiani e la loro fornitura relativamente abbondante di munizioni, artiglieria e supporto aereo erano i principali fattori psicologici che caratterizzavano la loro percezione degli australiani come nemici<ref>{{cita|Williams & Nakagawa 2006|pp. 60–62}}.</ref>; al fine di contrastare questo stato delle cose, i comandanti nipponici esortarono le truppe ad attingere alla loro «forza spirituale» per ottenere la vittoria. In definitiva, sebbene la maggior parte delle azioni più significative durante la campagna fossero scontri di fanteria condotti a lunga distanza dalle basi degli Alleati, nel corso dei quali la superiorità tecnologica contava solo fino a un certo punto<ref name=Johnstona1/>, l'uso da parte degli australiani di tattiche di combattimento ad armi combinate si rivelò decisivo<ref name=Johnstona13/>. I bombardamenti aerei preliminari delle zone prescelte per gli attacchi, in particolare quelli intrapresi attorno a Sattelberg, causarono in definitiva pochi danni fisici al nemico, ma contribuirono a ridurre il morale dei giapponesi; usati in combinazione con gli sbarramenti dell'artiglieria terrestre, i quali causavano invece perdite significative, gli attacchi aerei inflissero considerevoli danni alle linee di comunicazione dei giapponesi, già notevolmente sotto pressione<ref name=Coatesb66>{{cita|Coates 2004|p. 66}}.</ref>. Impossibilitati ad alimentare le loro armi di supporto con le necessarie scorte di munizioni, i difensori giapponesi furono sopraffatti dagli assalti della fanteria australiana, dotata di un supporto ravvicinato di artiglieria senza precedenti per una divisione australiana nel teatro del Pacifico<ref>{{cita|Palazzo 2004|p. 89}}.</ref>, e che avanzava di concerto con unità corazzate impiegate in un modo da sfruttare l'elemento sorpresa<ref name=Coatesb66/>.