Ezechiele (profeta): differenze tra le versioni

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Non è conosciuta la data della morte, ma si sa solo che era ancora vivo 22 anni più tardi della chiamata profetica.
Inascoltato all'inizio della sua missione, dopo la caduta di [[Gerusalemme]] il popolo gli diede ascolto perché aveva compreso la veridicità delle sue profezie. La sua predicazione si concentrò, da quel momento, sulla ricostruzione della Città santa.
 
Dal testo biblico si evince che ricevette delle profezie complesse ed era in grado di vedere i fatti che si verificavano a Gerusalemme, pur essendone distante quasi 2.000&nbsp;km. Rileva comunque lo storico ed archeologo [[Mario Liverani]] come nel libro di Ezechiele - in seguito alla stratificazione redazionale e ad "un'ampia revisione del libro di Ezechiele da parte di discepoli che operarono al tempo dell'esilio o poco dopo"<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 397, ISBN 88-399-0054-3. (Cfr anche: Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 1684, ISBN 978-88-10-82031-5.).</ref> - "il testo del profeta ha poi senza dubbio subito degli aggiustamenti ''post eventum''"<ref>Mario Liverani, Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, Laterza, 2003, p. 211, ISBN 978-88-420-9841-6.</ref>. Per quanto riguarda inoltre uno dei suoi oracoli più noti, l'imminente e definitiva distruzione di [[Tiro (Libano)|Tiro]]<ref>"''Ebbene, così dice il Signore Dio: Eccomi contro di te, Tiro. Manderò contro di te molti popoli [...] Io mando da settentrione contro Tiro Nabucodònosor re di Babilonia, il re dei re [...] spazzerò via da essa anche la polvere [...] tu non sarai più ricostruita, poiché io, il Signore, ho parlato». « [...] e diranno: Perché sei scomparsa dai mari, città famosa, potente sui mari? [...] e più non sarai, ti si cercherà ma né ora né mai sarai ritrovata». Oracolo del Signore Dio''" ({{passo biblico|Ez26,3-21}}).</ref>, gli esegeti del cattolico "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano che "le predizioni di Ezechiele che Tiro sarebbe caduta non si avverarono mai"; oltre due secoli dopo, nel 332 a.C., fu Alessandro Magno a conquistarla e distruggerla, anche se non definitivamente.<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, pp. 418-420, ISBN 88-399-0054-3.</ref><ref>Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 2055, ISBN 978-88-10-82031-5.</ref> Ezechiele, osservano gli stessi esegeti del Commentario<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, pp. 419-420, ISBN 88-399-0054-3.</ref>, in data successiva riadatterà tale profezia all'oracolo sulla sconfitta dell'Egitto<ref>{{passo biblico|Ez29-30}}.</ref>, anche se, come rileva ancora lo storico Liverani, "l'invasione di Nabucodonosor in Egitto, profetizzata sia da Ezechiele (29-30) sia da Geremia (43:8-13; 46:13-26), non avrà mai luogo nei termini da essi indicati"<ref>Mario Liverani, Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, Laterza, 2003, p. 208, ISBN 978-88-420-9841-6.</ref>.
 
Vedeva se stesso come pastore che doveva vegliare sul popolo, guidandolo dall'interno. Si considerava come anticipatore del [[Messia]]. Si presentava anche come guardiano del popolo poiché doveva annunciargli l'imminente giudizio di Dio. Accusava gli israeliti per i loro peccati e li invitava alla conversione.