Metro: differenze tra le versioni
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|conversione_SA = ≈{{M|6.68459|e=−12}} [[unità astronomiche|AU]]
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Il '''metro''' ([[simbolo]]:
In origine l'[[Assemblea nazionale costituente|Assemblea nazionale]] francese approvò il 26 marzo 1791 la proposta di una definizione teorica del metro come 1/{{formatnum:10000000}} dell'arco di [[meridiano|meridiano terrestre]] compreso fra il [[polo nord]] e l'[[equatore]] che passava per [[Parigi]] (il cosiddetto [[meridiano di Parigi]]). Studi successivi determinarono però che la lunghezza del quarto terrestre era di {{formatnum:10001957}} metri anziché i {{formatnum:10000000}} previsti. Nel 1799 venne creato il primo campione standard in [[platino]] [[iridio]].<ref>{{cita libro|titolo=Metrology & Measurement|autore=Anand K.Bewoor|editore=Tata McGraw-Hill Education|anno=2009|isbn=978-0-07-014000-4|pagine=15|url=https://books.google.it/books?id=iwcMo9neBRMC&pg=PA15}}</ref>
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La definizione originale del metro basata sulle dimensioni della [[Terra]] viene fatta risalire al [[1791]], stabilita dall'[[Accademia delle scienze francese]] come 1/10 000 000 della distanza tra [[polo nord]] ed [[equatore]], lungo la superficie terrestre, calcolata sul [[meridiano di Parigi]]. Il 7 aprile [[1795]] la [[Francia]] adottò il metro come unità di misura ufficiale, seguita da altri paesi europei. In Italia il metro venne per la prima volta introdotto da parte di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] durante la [[Campagna d'Italia (1796-1797)|campagna d'Italia]] del [[1796]]. Da allora, nonostante svariate resistenze politiche, esacerbatesi durante il [[Congresso di Vienna]], il metro non abbandonò più la penisola italiana, anche se venne adottato dagli stati italiani in tempi e secondo percorsi diversi.<ref>{{Cita libro|autore = Emanuele Lugli|titolo = Unità di misura. Breve storia del metro in Italia|anno = 2014|editore = Il Mulino|città = Bologna}}</ref>
L'incertezza nella definizione del
[[File:Platinum-Iridium meter bar.jpg|thumb|upright=1.2|La barra di platino-iridio utilizzata come campione del metro dal 1889 al 1960]]
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Nel [[1960]], con la disponibilità dei [[laser]], l'undicesima [[Conférence générale des poids et mesures|Conferenza generale di pesi e misure]] cambiò la definizione del metro in: la lunghezza pari a 1 650 763,73 lunghezze d'onda nel vuoto della radiazione corrispondente alla transizione fra i livelli 2p<sup>10</sup> e 5d<sup>5</sup> dell'atomo di [[kripton|kripton-86]].
Nel [[1983]] la XVII Conferenza generale di pesi e misure definì il metro come la distanza percorsa dalla [[luce]] nel vuoto in 1/299 792 458 di [[secondo]] (ovvero la [[velocità della luce]] nel vuoto venne definita essere 299 792 458 metri al secondo). Poiché si ritiene che la velocità della luce nel vuoto sia la stessa ovunque, questa definizione è più universale della definizione basata sulla misurazione della circonferenza della [[Terra]] o della lunghezza di una specifica barra di lega metallica e il metro campione può essere riprodotto fedelmente in ogni laboratorio appositamente attrezzato. L'altro vantaggio è che può (in teoria) essere misurato con precisione superiore rispetto alla circonferenza terrestre o alla distanza tra due punti.
Sempre grazie agli esperimenti in laboratorio, dalla fine del [[1997]] è possibile raggiungere un ordine di accuratezza dell'ordine di 10<sup>−10</sup> m. Questo risultato è ottenibile sfruttando la relazione ''λ'' = ''c''/''ν'' (''λ'' lunghezza d'onda, ''c'' velocità della luce, ''ν'' frequenza della radiazione) utilizzando oscillatori laser stabilizzati a frequenza conosciuta (imprecisione Δ''ν''/''ν'' migliore di 10<sup>−10</sup>) la cui radiazione viene utilizzata in sistemi di misura interferometrici.
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