Carlo Donat-Cattin: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
|nome = Carlo Donat-Cattin
|immagine = Carlo Donat Cattin.jpg
|carica = [[Ministri del lavoro e della previdenza sociale della Repubblica Italiana|Ministro del lavoro e della previdenza sociale]]
|mandatoinizio = 5 agosto [[1969]]
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|successore4 = [[Francesco De Lorenzo]]
|partito = [[Democrazia Cristiana]]
|titolo di studio = [[Diploma|Licenza]] [[scuoladi medialicenza superiore|media superiore]]
 
|professione = [[Giornalista]]
|immagine = Carlo Donat Cattin.jpg
|nome= Carlo Donat-Cattin
 
|titolo di studio= [[Diploma|Licenza]] [[scuola media superiore|media superiore]]
 
|professione= [[Giornalista]]
 
|carica5= [[Senato della Repubblica|Senatore della Repubblica Italiana]]
|mandatoinizio5= 20 giugno [[1979]]
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|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostCognomeVirgola = esponente di spicco della [[Democrazia Cristiana]] e ''leader'' della corrente di sinistra interna ''Forze Nuove''
}}
 
== Biografia ==
EraEsponente di spicco della [[Democrazia Cristiana]] e ''leader'' della corrente di sinistra interna ''Forze Nuove'', era figlio di Attilio, di famiglia [[Casa Savoia|savoiarda]], e di Maria Luisa Buraggi, dei conti di [[Finale Ligure]]. I genitori si erano conosciuti durante la [[Prima guerra mondiale|grande guerra]]: ferito in combattimento, il padre venne trasferito per le cure al distretto di [[Savona]], dove incontrò la futura moglie.
Ebbe tre fratelli (Camillo, Anton Paolo e Flaminio) e una sorella (Mariapia, morta in tenera età).
Chiamato alle armi il 6 dicembre 1941 e assegnato al 2° Reggimento granatieri, a fine luglio 1942 fu ammesso alla Scuola allievi ufficiali di Arezzo, Arma di fanteria, specialità granatieri.
L’11 luglio dello stesso anno sposò a Torino Amelia Bramieri, maestra cucitrice di un’azienda tessile. Dal loro matrimonio nacquero quattro figli: Claudio, giornalista con una lunga carriera in Rai, Paolo, impresario teatrale, Mariapia, docente di Lettere, e [[Marco Donat Cattin|Marco]] ex terrorista di [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]].
 
Secondo una testimonianza della moglie, Donat-Cattin rifiutò sempre di indossare la camicia nera.
 
Dopo l'8 settembre 1943, la deportazione del padre nei campi di prigionia tedeschi lo spinse ulteriormente a combattere il fascismo come partigiano bianco.
 
La sua partecipazione alla Resistenza avvenne nella zona del Canavese, essendo stato assunto alla [[Olivetti]] di Ivrea (prima come operaio e dopo come insegnante presso il Centro formazione meccanici), in seguito nelle Langhe cuneesi, abbandonate dopo la nascita del primo figlio.
Divenne rappresentante nel Comitato di liberazione nazionale (CLN) della componente democratico-cristiana, attraverso la stampa del foglio clandestino ''Per il domani''.
 
Nel dopoguerra s'impegnò politicamente quale esponente del Partito Popolare e dirigente dell'[[Azione Cattolica]].
 
=== La DC e la CISL ===
 
Nel [[1950]] partecipò alla fondazione della [[CISL]], nata da una scissione (guidata da [[Giulio Pastore]]) dalla [[CGIL]]. Si guadagnò la fama di "falco" del sindacato italiano per la sua poca disponibilità a scendere a compromessi con gli industriali e in special modo con la famiglia [[Giovanni Agnelli (1866-1945)|Agnelli]].
 
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=== Parlamentare e ministro ===
 
Nel [[1954]] entrò nel consiglio nazionale della DC, fu eletto [[deputato]] dal [[1958]] al [[1979]], anno in cui fu eletto [[senatore]]. Entrò nel I Governo Moro come sottosegretario nel 1963 e ricoprì la carica di ministro numerose volte:
* dal 1969 al 1972, [[Ministri del lavoro e della previdenza sociale della Repubblica Italiana|Ministro del lavoro e della previdenza sociale]] (governi [[Governo Rumor II|Rumor II]], [[Governo Rumor III|Rumor III]], [[Governo Colombo|Colombo]], [[Governo Andreotti I|Andreotti I]]);
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=== Le polemiche sulla gestione dell'epidemia di AIDS ===
{{vedi anche|Caso degli emoderivati infetti}}
 
[[File:Carlo Donat-Cattin.jpg|thumb|Donat-Cattin ministro della sanità (1987)]]
Negli [[Anni 1980|anni ottanta]], in piena espansione dell'epidemia dell'[[AIDS]], Donat-Cattin era [[Ministri della sanità della Repubblica Italiana|Ministro della sanità]]. Molte polemiche suscitarono la gestione della crisi e le dichiarazioni fatte pubblicamente dal ministro. In seguito a vari scandali, solo nel [[1988]], con tre anni di ritardo rispetto agli altri paesi [[Europa|europei]], il Ministero emanò una direttiva che imponeva il controllo delle sacche di [[sangue]] per la [[trasfusione]]; questo ritardo fece sì che molte persone contraessero il virus tramite trasfusione e morissero<ref>{{YouTube|id=ARc6H-021zE|titolo=Storia proibita degli anni '80 - L'amore ai tempi dell'AIDS}}</ref>. Il Ministro Donat-Cattin si espresse inoltre contro l'uso del [[preservativo]], e dichiarò pubblicamente: {{Citazione|L'AIDS ce l'ha chi se la va a cercare.<ref name="la Repubblica" >{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/30/aids-medaglia-oro-donat-cattin.html|titolo=AIDS, medaglia d'oro a Donat-Cattin|pubblicazione=la Repubblica|autore=Arnaldo D'Amico|data=30 novembre 1993|pagina=13}}</ref>}}
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== Voci correlate ==
 
* [[Marco Donat-Cattin]]
* [[Storia dell'epidemia di HIV/AIDS]]